Accolta l’istanza di revoca della sospensione. Significa dietrofront sulla sospensione del Tariffario delle prestazioni sanitarie, che regola le tariffe per le cure e le prestazioni garantite ai cittadini dal Sistema sanitario nazionale. Il decreto doveva entrare in vigore il 30 dicembre, ma era stato stoppato e sospeso dal Tar, su richiesta delle strutture private convenzionate.

Ora il Tar ha revocato la sospensione, cioè ha consentito l’entrata in vigore, fino alla decisione finale attesa per il 28 gennaio. 

In molte regioni si stavano registrando problemi, segnalati anche dai medici di famiglia, nella prenotazione di esami e visite, nell’incertezza di quali tariffe sarebbero state applicate. Tutto bloccato, un grande problema.

Il tribunale ha così accolto l'istanza di revoca della sospensione del decreto Tariffe depositata dall'Avvocatura dello Stato per conto del ministero della Salute. «Preso atto della dichiarata gravità delle conseguenze della sospensione del decreto in esame – è la motivazione – che determinerebbero il blocco del sistema di prescrizione, prenotazione ed erogazione, con conseguente disservizio all'utenza e ritardi nell'erogazione delle prestazioni e, in ultima analisi, con un impatto sulla salute dei pazienti», il Tar accoglie l’istanza di revoca della sospensione.

Il decreto contestato aggiorna 1.113 tariffe sulle 3.171 che compongono il nomenclatore tariffario, l’elenco di tutte le prestazioni possibili, ovvero il 35% del totale. Evidentemente giudicando i rimborsi troppo bassi con «aggiornamenti tariffari inadeguati rispetto ai reali costi sostenuti dalle nostre strutture, mettendo a rischio la qualità dei servizi offerti ai cittadini», ha spiegato la presidente dell'Associazione imprese sanitarie indipendenti (Aisi), Karin Saccomanno, tra le promotrici del ricorso accolto.

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