La legge di Bilancio riserva 1,3 miliardi per la sanità, a cui va aggiunto il miliardo messo da parte con la scorsa manovra: cifre lontane dalle richieste del ministro Schillaci. Nel testo inviato alla Camera scompare il piano da 30mila assunzioni per medici e infermieri e gli aumenti di stipendio di 200 euro al mese. I sindacati si sentono «presi in giro» e minacciano lo sciopero
In questa scheda aggiorneremo le novità della manovra 2025 sul tema sanità fino alla sua approvazione:
- Nel testo presentato in parlamento non c’è alcun piano straordinario per le assunzioni di personale sanitario. In base alle attese della vigilia dovevano essere circa 6mila nel 2025.
- Nella legge non c’è l’attesa defiscalizzazione dell’indennità di specificità medica: i medici avranno un aumento in busta paga di soli 17 euro al mese, anziché di 200 euro.
- Per tagliare le liste d’attesa, nel 2025 sono stanziati 61,5 milioni di euro a favore delle strutture private convenzionate con il servizio sanitario nazionale.
Dopo la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è arrivato alla Camera il testo della manovra 2025, con 144 articoli che comprendono misure fiscali come il taglio del cuneo, le norme sulle pensioni e quelle sulla revisione della spesa. L’iter normativo porterà poi, entro il 31 dicembre, all’approvazione del ddl definitivo, per cui sono previste misure per circa 30 miliardi.
Tra gli aggiustamenti rispetto alle bozze dei giorni scorsi ci sono precisazioni sul riordino delle detrazioni: le spese sanitarie e quelle relative ai mutui per la casa saranno escluse dal tetto della revisione. È previsto un piccolo rialzo per le pensioni minime (2,2 per cento nel 2025 e 1,3 per cento nel 2026) e un’estrazione aggiuntiva del Superenalotto, ogni venerdì.
L’esame della manovra partirà quest’anno dalla Camera, in base al principio dell’alternanza. Le audizioni davanti alle commissioni Bilancio del parlamento dovrebbero iniziare il 28 ottobre, mentre il termine degli emendamenti sarà fissato tra l’8 e il 10 novembre. Tre i relatori di maggioranza ci sono Ylenja Lucaselli per Fratelli d’Italia, Mauro D’Attis per Forza Italia e Silvana Comaroli per la Lega.
Se lo scorso autunno i parlamentari di maggioranza avevano il mandato di non presentare emendamenti per non stravolgere l’impianto della legge, è difficile che lo schema si ripeta anche quest’anno, alla terza manovra del governo Meloni. Una legge che posticipa il piano di assunzioni atteso da mesi e prevede piccoli aumenti di stipendio per medici e infermieri.
Una guerra di numeri
Giorgia Meloni aveva promesso 3,6 miliardi per la sanità, ma per il 2025 il Documento programmatico di bilancio prevede uno stanziamento aggiuntivo di soli 900 milioni, con altri 3 miliardi in cantiere per l’anno successivo. Cifre lontane da quelle richieste dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, che sia attendeva 4 miliardi per il 2025. Per questo l’opposizione e varie associazioni del settore sanitario hanno criticato il governo, con Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed (il sindacato dei medici ospedalieri), che ha parlato di «scandalosa mistificazione».
All’articolo 47 della legge di Bilancio i 900 milioni netti indicati nel Dpb – corrispondenti allo 0,04 per cento del Pil – diventano 1,3 miliardi lordi. È questa la cifra stanziata per il 2025, di cui circa un miliardo sarebbe vincolato al rinnovo del contratto 2025-27 dei dipendenti di Asl e ospedali. A tale somma vanno poi aggiunti – ha notato Giovanni Rodriquez su Quotidiano Sanità – anche 1,2 miliardi già previsti nella scorsa manovra, per un totale di 2,5 miliardi aggiuntivi.
Il finanziamento del Fondo sanitario nazionale salirà così a 136,5 miliardi nel 2025. Un leggero incremento in termini nominali che però non cambia il rapporto tra spesa sanitaria e Pil – un indicatore più affidabile della spesa in sanità, ha notato anche la segretaria del Pd Elly Schlein – che resta del 6,3 per cento. È uno dei dati più bassi di tutti i paesi occidentali, inferiore di 0,6 punti rispetto alla media Ocse (6,9 per cento) e di 0,5 punti rispetto alla media europea (6,8 per cento).
Le assunzioni fantasma
Nel testo inviato alla Camera non c’è traccia del piano straordinario per le assunzioni di medici e infermieri: in base alle attese della vigilia sarebbero dovuti essere circa 6mila nel 2025, di cui 2mila medici e 4mila infermieri. Se le previsioni del Dpb saranno rispettate, i nuovi assunti saranno comunque 30mila entro il 2027. Numeri che paiono insufficienti, considerando che «30mila dei 103mila medici ospedalieri andranno in pensione nei prossimi cinque anni e lo stesso accadrà con 21mila dei 264mila infermieri in servizio», ha ricordato Andrea Casadio su Domani.
Come prevedibile, la novità ha scatenato le proteste dei sindacati dei medici (Anaao Assomed e Cimo Fesmed) e del sindacato degli infermieri Nursing Up, che hanno proclamato uno sciopero di 24 ore per il 20 novembre. In una nota hanno parlato di «presa in giro» e di «giravolte del ministero dell’Economia che vanificano gli sforzi del ministero della Salute», ricordando che intanto il governo aumenta i finanziamenti per la sanità privata.
Per tamponare l’attuale carenza, nelle scorse settimane Schillaci ha firmato un protocollo operativo per l’arrivo di infermieri dall’India. Professionisti che forniranno cure extra ospedaliere, cioè non urgenti o destinate a malati cronici. I dettagli dell’accordo sono stati definiti al G7 Salute del 10 ottobre: «Stiamo predisponendo delle piattaforme online per insegnare loro l’italiano. Abbiamo scelto infermieri indiani perché hanno diplomi di qualità che possono essere riconosciuti nel nostro sistema», ha precisato il ministro.
Il ritocco agli stipendi
Per rafforzare la sanità pubblica e convincere il personale a non lasciare l’Italia, attratto dagli stipendi di altri paesi europei, ci si aspettava che la manovra puntasse a defiscalizzare parte delle buste paga. Invece nella legge non c’è la detassazione dell’indennità di specificità medica (che avrebbe dovuto seguire il modello della flat tax in vigore per gli straordinari): nel 2025 l’aliquota del 43 per cento non passerà al 15 per cento. Niente da fare quindi per gli attesi aumenti di stipendio di 200 euro netti al mese, che dovrebbero limitarsi a 17 euro per i medici e 7 per gli infermieri.
Sono invece previsti aumenti per i contratti dei giovani medici, con un incremento di 80 euro netti al mese per gli specializzandi e crescite più sostanziose per le specialità meno attrattive (come medicina d’emergenza e anestesia, specifica l’articolo 59), per cui si prevedono aumenti di 118 euro. Secondo le stime Ocse, oggi i medici italiani guadagnano in media 105mila dollari l’anno, meno dei loro colleghi tedeschi (188mila) e francesi (120mila). Analogo discorso va fatto per gli infermieri, il cui stipendio si aggira sui 39mila dollari contro i 59mila percepiti in Germania e i 56mila dei colleghi spagnoli.
Le liste d’attesa
Tra i venti articoli dedicati alla sanità non si trovano neanche stanziamenti per pagare i camici bianchi che fuori dall’orario di lavoro si impegnano a smaltire le liste d’attesa, mentre il prossimo anno – per il medesimo scopo – 61,5 milioni in più andranno alle strutture private convenzionate con il servizio sanitario nazionale. La somma salirà poi a 123 milioni nel 2026. Infine, per l’aggiornamento del piano pandemico sono in arrivo 50 milioni per il prossimo anno e 100 per quello successivo.
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