Poco più di 80mila euro in contanti. Per la precisione 80.160 euro. Sono i soldi che la polizia belga ha sequestrato, il 31 maggio 2023, nella città di Gent, alla donna che nel 2022 ha venduto casa a Francesco Giorgi ed Eva Kaili.

È una delle novità scoperte grazie all'inchiesta giornalistica condotta da Domani insieme ad EIC (European Investigative Collaborations), basata su documenti ottenuti dal quotidiano belga Le Soir. Secondo gli investigatori, quel denaro fa parte del riciclaggio delle tangenti incassate da Qatar, Marocco e Mauritania per fare lobbying segretamente a favore di questi tre stati all'interno dell'istituzioni europee. Una versione che Giorgi nega, nonostante abbia ammesso di aver preso soldi in contanti da questi Paesi.

La casa di Qatar

Per provare a capire meglio la vicenda bisogna partire dal 13 ottobre del 2022: due mesi prima di essere arrestati con le accusa di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio, Giorgi e Kaili acquistano una casa nel centro di Bruxelles. Si trova al numero 6 di Rue Wiertz, a circa 100 metri dal Parlamento europeo, dove entrambi a quel tempo lavorano: lei come eurodeputata dei socialdemocratici, nonché vice presidente dell'assemblea, lui come assistente del parlamentare Andrea Cozzolino.

Giorgi e Kaili diventano proprietari dell'immobile con quote uguali. Secondo l'atto notarile, pagano 650mila euro per una casa disposta su due piani, con quattro camere da letto, due terrazzi, posto auto e cantina. A vendere è una signora belga di 51 anni, disoccupata.

 Nell’atto di compravendita si legge che il 31 agosto, poco prima della firma del preliminare, Giorgi aveva versato come cauzione 65mila euro, cioè il 10 per cento della somma totale per cui verrà poi acquistata ufficialmente la casa.

Ma perché gli investigatori pensano che quegli 80 mila euro sequestrati a casa della donna siano soldi della coppia Giorgi-Kaili? La tesi si basa soprattutto su una telefonata tra Giorgi e la donna, intercettata dai servizi segreti belgi, di cui abbiamo potuto leggere la trascrizione.

È la mattina del 2 settembre 2022, manca più di un mese al rogito. Ad un certo punto della conversazione, condotta in inglese, Giorgi dice alla donna: «Allora, ci vediamo domani a casa mia. Alle 9 possiamo discutere un po’ faccia a faccia, prendiamo un bel caffè. Sistemeremo tutte queste cose e poi alle 9,30 andremo insieme dal notaio che è qui accanto. Credo a Place Luxembourg».

Durante conversazione la donna esprime dubbi sul fatto che Giorgi mantenga la parola data. Lui la rassicura così: «Posso dirle un’altra cosa? Anche la posizione di Eva, che è una persona politicamente esposta, non possiamo stravolgerla entrando in cause giudiziarie o cose del genere. Preferiamo rendere le cose molto fluide. E penso che con lei sia andata molto bene finora».

Il passaggio successivo lascia immaginare perché Giorgi abbia appena fatto riferimento al fatto che la sua compagna sia un personaggio pubblico: «Se per qualsiasi motivo, dopo la firma del contratto decido che non voglio più comprare il suo appartamento, perderò tutto: la garanzia, il 70 per cento che ti do domani, e l’altro 10 per cento che devo darti. Quindi perderei in tutto quasi 200.000 euro».

Incrociando queste parole con i dati riportati nell'atto notarile, gli investigatori deducono che una parte della casa sia stata pagata cash. In effetti, se non ci fossero contanti di mezzo, nel caso si fosse ritirato dall’accordo Giorgi avrebbe perso in teoria solo la cauzione, pari a 65mila euro. Invece, al telefono con la venditrice parla di una perdita potenziale di 200mila euro.

Troppi contanti

Di sicuro Giorgi aveva un problema con i contanti. Ne aveva troppi, vista la quantità di cash incassata per il suo lavoro con Panzeri, e non sapeva come spenderli dati i limiti imposti dalla legge. Nell’interrogatorio del 13 dicembre 2022, in cui ha confessato di aver ricevere denaro in contanti sia dal Qatar che dal Marocco, ha dichiarato: «Mi trovo in una situazione paradossale. Ho un sacco di soldi ma non so cosa farne».

Nel verbale allegato agli atti dell'inchiesta, la polizia belga conclude che Giorgi avrebbe dato in totale alla signora 100mila euro in contanti per l'acquisto della casa. Insomma, l'immobile sarebbe stato pagato ufficialmente 650mila euro, ma nella realtà 750mila euro. Giorgi sostiene però una versione diversa. È vero che lui avrebbe voluto dare 100mila euro in contanti alla donna, ma alla fine non se n’è fatto nulla.

L’italiano lo ha scritto, in francese, in un appunto sequestrato dagli investigatori a casa sua. In quel momento l'assistente parlamentare è agli arresti domiciliari e sta preparando la sua difesa. «La chiamata dimostra che il giorno precedente alla firma del compromesso non c’era ancora un accordo», scrive nell'appunto, facendo intendere di aver letto la trascrizione dell'intercettazione tra lui e la signora.

«La mia intenzione – si legge nella nota sequestrata a casa di Giorgi – era di darle 100k, ma lei era molto refrattaria». Secondo Giorgi «alla fine non c'è stato pagamento in contanti perché lei ha rifiutato...tutti i pagamenti sono stati eseguiti in modo tracciato e provengono dai nostri stipendi o dalla mia famiglia. Eva è stata presente solo alla firma dell'atto dal notaio, il 13 ottobre».

Se la versione di Giorgi si rivelasse vera, per lui e Kaili potrebbe cadere l'accusa di riciclaggio. Giorgi non ha dato seguito alle domande inviate per questo articolo. La donna che ha venduto la casa ci ha detto che «preferisce non rispondere». Nell'intervista rilasciata ad Eic, Kaili ha invece dichiarato: «Non ero presente alla firma del preliminare. Io ho ottenuto un prestito per la casa. Francesco aveva soldi nel nostro appartamento e aveva il suo stipendio».


 

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