Il presidente del Senato replica alla nostra inchiesta sui suoi rapporti con la società della ministra del Turismo, Daniela Santanchè. La risposta degli autori dell’articolo, Vittorio Malagutti e Giovanni Tizian
Caro direttore,
ho letto con vivo interesse lo “scoop” del giornale da lei diretto che rivela che io ho… rapporti con Daniela Santanchè. Effettivamente, lo confesso, la conosco da ameno trenta anni e le sono amico oltre che collega. Confesso, inoltre, che in passato colleghi del mio studio legale la hanno qualche rara volta assistita (gratuitamente) in processi per diffamazione. Le fatture tra il 2010 e il 2015 per un totale di € 2.400 citate nell’articolo (di cui DOPO CIRCA 15 ANNI a memoria non ho ricordo) non possono riferirsi a mie prestazioni professionali visto che voi stessi scrivete “CLIENTE La Russa”.
Peraltro, è grave che si confonda (volutamente o meno) un cliente, che ovviamente non riceve soldi ma paga un servizio (nel caso in ipotesi una inserzione pubblicitaria politica) con un fornitore professionale come incredibilmente scrivete. Per il resto, i miei rapporti con Daniela Santanchè sono solo di perdurante amicizia e non professionali. Per ultimo, la manager di Visibilia da voi citata ha correttamente descritto il breve rapporto col mio staff e non devo perciò aggiungere altro.
Spero di avere soddisfatto le curiosità dei suoi lettori e se gli autori dell’articolo mi avessero interpellato avrei potuto ragguagliarli adeguatamente e evitare loro errori in buona o malafede. Con preghiera di integrale pubblicazione. Cordiali saluti
Ignazio La Russa
Rispondono Vittorio Malagutti e Giovanni Tizian:
Gentile presidente,
La ringraziamo per la precisazione, ci teniamo a ribadire che nel nostro articolo poniamo una domanda sulla natura di quel rapporto commerciale documentato negli atti giudiziari allegati all’inchiesta sulla ministra Santanchè. Si tratta di fatture depositate nel fascicolo giudiziario e a disposizione delle parti. E documentano l’esistenza della transazione commerciale citata nell’articolo.
Quanto alla nostra buonafede è dimostrata dal fatto che abbiamo riportato con esattezza il verbale della dipendente che ha lavorato anche per lei in Senato senza omettere nulla, come peraltro lei riconosce nella lettera di precisazione inviata al nostro direttore.
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