Nella notte tra il 20 e il 21 febbraio la scuola è stata vandalizzata da un gruppo di persone che hanno lasciato messaggi intimidatori proprio nei confronti del collettivo studentesco. «Il collettivo è antifascita, non sarà mai antisemita e in alcun modo accetterà mai discriminazioni», racconta uno degli studenti a Domani
Nessuno spazio per la paura, ma negarla sarebbe irreale. «Noi continuiamo a testa alta, non ci lamentiamo e non vogliamo fare le vittime. Però sono tutte cose che prima d’ora non sono mai successe». A parlare è uno studente di 18 anni che frequenta l’ultimo anno del liceo Manara, a due passi da Porta San Pancrazio, nel quartiere di Monteverde Vecchio a Roma.
Una scuola da tempo al centro del tritacarne mediatico, a partire dalla stagione delle occupazioni di dicembre che in tutta Roma hanno lasciato uno strascico di polemiche politiche. «Da un mese veniamo bombardati da tutti i fronti», racconta il ragazzo, che fa parte del Collettivo Manariota. «Proviamo a tenere botta e capiremo come muoverci: ma nulla di quello che sta accadendo è all’ordine del giorno per una scuola pubblica».
Scuola che, nella notte tra il 20 e il 21 febbraio, è stata vandalizzata da un gruppo di persone che hanno lasciato messaggi intimidatori proprio nei confronti del collettivo studentesco. I carabinieri della Stazione Gianicolense sono intervenuti nella mattinata di venerdì: i due cancelli di ingresso erano stati sigillati nella notte con della schiuma, mentre all’interno dell’istituto, sopra a un murale con la scritta «Manara antifa», è comparso uno striscione dal contenuto pesantissimo: «Collettivo manariota antifascista? Hai reso la scuola ‘Judenfrei”». Accanto, alcune stelle di David.
Judenfrei e Judenrein (letteralmente «libero dagli ebrei» e «purificato dagli ebrei») sono termini che, durante il nazismo, venivano usati per indicare le aree da cui la popolazione ebraica era stata completamente eliminata, riflettendo la politica di sterminio dell’Olocausto. «Ci dissociamo in ogni modo dalle accuse di antisemitismo», scrive il collettivo manariota su Instagram.
«Il collettivo è antifascita, non sarà mai antisemita e in alcun modo accetterà mai discriminazioni», spiega il 18enne a Domani mentre partecipa in serata al corteo antifascista a Montesacro in ricordo di Valerio Verbano, studente dell'Archimede assassinato nel 1980.
La vandalizzazione a Garbatella
Nelle stesse ore il Centro Sociale la Strada, da un’altra zona di Roma, scrive sui social: «Un gruppo di sionisti ha strappato i manifesti del corteo in ricordo di Valerio Verbano affissi in alcuni punti di Garbatella, vandalizzato gli ingressi del Centro Sociale e rubato la scultura di Handala», personaggio creato dall'artista palestinese Naji al-Ali, «installata qualche mese fa a Largo delle Sette Chiese in ricordo di Rachel Corrie», attivista statunitense morta nel 2003 schiacciata da un bulldozer corazzato dell’esercito israeliano, «insieme a tutta la Rete Roma Sud. Un'azione intimidatoria, probabilmente collegata con quanto successo sempre questa notte al Liceo Manara e che si aggiunge alle numerose altre accadute nella nostra città e in tutta Italia negli ultimi tempi».
Tensione nel quartiere
«Al di là dei fatti dell’altra sera a scuola è da parecchio che respiriamo un clima non facile per noi come collettivo», dice ancora lo studente a Domani. Il liceo a fine gennaio è stato protagonista di una interrogazione parlamentare da parte della Lega al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara «per sapere quali misure siano state adottate per accertare le responsabilità, garantire il risarcimento dei danni subiti dal liceo classico Manara durante l’occupazione» dall’8 al 20 dicembre scorso, «e valutare il comportamento del dirigente scolastico, che ha negato il sopralluogo richiesto». Danni che, secondo quanto dichiarato a RomaToday dal dirigente scolastico, Pietro Pastorello, ammonterebbero a 1700 euro.
E sono più di cinquanta, racconta il ragazzo, i e le studenti raggiunti da provvedimenti disciplinari da dicembre, con sospensioni dai 2 ai 6 giorni. «Anche nel quartiere l’aria che si respira è sempre più difficile. L’assemblea antifascista che da un annetto ormai è sempre più attiva a Monteverde e che porta avanti iniziative in questa zona ha avuto problemi con persone riconducibili ai fatti dell’altra sera a scuola. Sabato scorso una parata antifascista è stata letteralmente impedita da un centinaio di persone che si sono presentate nel luogo in cui era prevista la manifestazione».
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