«Ho subito la violenza verbale razzista più feroce della mia vita e ho deciso, di concerto con il mio legale, di sporgere denuncia», ha scritto Andi Nganso su Facebook
Da ieri circola sui social un episodio di razzismo nei confronti di Andi Nganso, un giovane medico camerunense che lavora al Punto di Primo Intervento di Lignano. Nganso ha raccontato cosa è accaduto nella notte del 17 agosto tramite un post su Facebook e ha pubblicato anche la registrazione in cui si sentono gli insulti razzisti di un paziente che ha visitato. «Ho subito la violenza verbale razzista più feroce della mia vita e ho deciso, di concerto con il mio legale, di sporgere denuncia», ha scritto Nganso che ha raccontato «l’esigenza di manifestare un atto di resistenza ad un odio e ad un razzismo che non solo esistono in questo paese ma che si fanno forti quando la prossimità di un appuntamento elettorale suggerisce che certe posizioni saranno tutelate».
La vicenda
«Intorno alle 4 di notte – racconta il giovane medico – entrava al presidio un’ambulanza con un paziente sessantenne che riportava presunte lesioni multiple, conseguenti ad una lite avvenuta poco prima in centro città. Dopo aver ricevuto le consegne dall’infermiera che lo aveva soccorso e che già lamentava di aggressioni verbali misogine nei suoi confronti, ho provato ad entrare in comunicazione con il paziente e da lì una brutale e violenta valanga di insulti e minacce razziste di ogni tipo è iniziata». Nganso ha quel punto ha avvertito le forze dell’ordine che sono intervenute nell’ospedale.
«Il mio aggressore ha spesso citato il presidente Zaia, suggerendo che il presidente della sua regione, il Veneto, mi avrebbe “eliminato”; rimozione forzosa di un corpo, di una persona e di un’umanitá (la mia) definita più volte sporca e schifosa», ha spiegato. Nell’audio pubblicato il tenore degli insulti è brutale. Il paziente dice: «Che schifo, con tutte le sfige pure un dottore negro… non toccarmi eh che mi attacchi le malattie».
E ancora: «Negro di merda, se lo sa Zaia ti salta in culo».
Qui il video:
Il messaggio rivolto ai politici
«Non c’è niente di sporco e di schifoso nel coraggio del 19enne che sono stato di decidere di voler venire a studiare in Italia. Non c’è niente di sporco o di schifoso nella mia laurea in medicina e chirurgia, nei miei anni passati a lavorare in Croce Rossa Internazionale al fianco al Presidente Rocca», ha spiegato Nganso raccontando la vicenda.
«In questo paese la politica dovrebbe realizzare e prendere consapevolezza delle conseguenze delle proprie retoriche ma l’assenza continua ad essere trasversale. Nessuno dei leader della politica nazionale era a Civitanova Marche per chiedere giustizia per Alika, nessuno sarà domani a fare picchetto davanti la piscina di Asti dove le famiglie nere vengono segregate e tenute fuori. Nessuno domani sarà a Lignano», ha detto il medico che già nel 2018 aveva subìto episodi razzisti all’interno dell’ospedale.
Il messaggio di Zaia
«Va necessariamente fatta chiarezza assoluta su questo episodio, sul quale mi auguro ci sia modo di andare a fondo. Se un cittadino va in giro facendo il nome del presidente della sua regione non significa che sia legittimato a parlare in nome e per conto del presidente della sua regione. Soprattutto con simili affermazioni. Io ripudio nel modo più totale ogni forma di razzismo e di violenza sia verbale che fisica», ha detto il presidente della regione Veneto Luca Zaia. «Considero il razzismo un’onta sociale. A questo medico va tutta la mia solidarietà e spero anche che venga fatta chiarezza fino in fondo su questa vicenda», ha aggiunto.
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