L’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei, ha consegnato una nuova richiesta formale al governo iraniano
La mattina del 1 gennaio 2025 l’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei, ha consegnato una nuova richiesta formale al governo iraniano in cui si «chiede nuovamente il rilascio immediato della cittadina italiana Cecilia Sala». La nota contiene anche una richiesta di chiarezza sulle condizioni di detenzione e sulla possibilità di fornire generi di conforto e sulla garanzia che questi vengano consegnati effettivamente alla giornalista.
«I tempi e le modalità di detenzione della cittadina italiana Cecilia Sala saranno una indicazione univoca delle reali intenzioni e dell'atteggiamento del sistema iraniano nei confronti della Repubblica italiana» riferiscono fonti della Farnesina. Nella sera del 31 dicembre il ministro degli esteri Antonio Tajani aveva anticipato la richiesta di un nuovo colloquio tra l’ambasciatrice e la giornalista.
E, nel suo decimo discorso di fine anno il presidente Sergio Mattarella ha fatto ieri un appello per la liberazione della giornalista Cecilia Sala dal carcere iraniano: «Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti», ha detto. «Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia».
È sempre di ieri l’incontro tra Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino iraniano arrestato a Malpensa il 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti e il suo legale Alfredo de Francesco, nel carcere di Opera.
«Sono un accademico, non certo un terrorista», ha dichiarato l’uomo che si dice «stupito dell’arresto».
Il suo caso è strettamente legato con quello di Cecilia Sala, detenuta in Iran dal 19 dicembre, perché avrebbe «violato la legge islamica». La giornalista Sala, arrivata in Iran con un regolare visto, è stata arrestata tre giorni dopo Abedini e anche gli Usa parlano esplicitamente di una ritorsione. L’iraniano è accusato di aver fornito informazioni tecnologiche sensibili ai Pasdaran, su di lui pende una richiesta di estradizione da parte degli Usa.
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