- La procura di Milano apre un fascicolo d’inchiesta per verificare un’ipotesi di finanziamento illecito a partito e riciclaggio legato ai fondi utilizzati da Fratelli d’Italia nella tornata elettorale per il sindaco di Milano
- Il fascicolo nasce formalmente da un esposto congiunto di Europa Verde e dei Verdi presentato al procuratore capo di Milano Francesco Greco e riprende una video inchiesta giornalistica della testata online Fanpage
- L’europarlamentare Carlo Fidanza, che nel video parla di soldi in nero al partito, si è autosospeso dalle cariche in Fdi.
Nella campagna elettorale per il sindaco di Milano, a poche ore dal voto, irrompe l'ombra di possibili finanziamenti illeciti a Fratelli d'Italia, uno dei partiti che sostiene il candidato Luca Bernardo. Dopo un esposto congiunto presentato al procuratore capo di Milano Francesco Greco da Europa Verde e dai Verdi, la procura ha aperto un fascicolo d'inchiesta e l'ipotesi di reato è quella, appunto, di finanziamento illecito oltre a quella di riciclaggio.
Tutto nasce dalle parole dell'europarlamentare di Fdi Carlo Fidanza, nome notissimo nella politica milanese, che racconta a un giornalista di Fanpage che si è finto imprenditore, il metodo con il quale vengono raccolti i soldi da utilizzare per la campagna milanese.
Ovvero quello di soldi che gli imprenditori vicini al partito devono versare in nero e che, attraverso delle società «lavatrici» organizzate da commercialisti vicini al coordinatore cittadino di Fdi Roberto Jonghi Lavarini, arriverebbero poi ai candidati.
Il sistema
Un sistema che sembra ben congegnato, tanto che nel video Fidanza ne parla con una certa sicurezza. Jonghi Lavarini è una vecchia conoscenza dell'estremismo di destra milanese con una connotazione eversiva, tanto da essere stato già condannato per il reato di ricostituzione del partito fascista in primo grado.
Dell'inchiesta si occuperanno il pm Giovanni Polizzi, del dipartimento di reati contro la pubblica amministrazione, e Piero Basilone che da molti anni si occupa di eversione nera e che è stato anche il pubblici ministero del processo che ha portato a condanna Jonghi Lavarini, detto il Barone nero. Il Nucleo economico finanziario della Guardia di finanza di Milano ha già ricevuto la delega alle indagini, ma anche i Ros dei Carabinieri stanno predisponendo un'informativa che dovrebbe toccare i profili più organizzativi dell'estremismo di destra.
Tra i primi atti degli investigatori dovrebbe esserci l'acquisizione dei video completi girati dal giornalista infiltrato. Video che sono stati chiesti anche dalla stessa Meloni alla testata online.
Non è ancora chiaro se la procura abbia già provveduto a iscrivere nel registro degli indagati Fidanza, che si è subito autosospeso dagli incarichi di partito, Jonghi Lavarini e Chiara Valcepina, candidata al consiglio comunale di Milano per Fdi. Ovvero i tre nomi messi in primo piano in questo momento.
La Valcepina, che parlava della possibilità di ottenere voti da «escort» in cambio di piccoli doni, ha fatto sapere che la sua campagna elettorale non è «stata in alcun modo finanziata da fondi irregolari» e che « ogni spesa è tracciata e legittima, essendo avvenuta come da disposizioni di legge». La candidata ha anche parlato di macchina del fango e di «video montato ad arte».
Jonghi Lavarini ha liquidato invece la questione la questione parlando di «battute, millanterie e goliardate da bar». «Tanto rumore per nulla, tanto fumo e niente arrosto» ha detto il politico.
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