Nuova operazione della procura di Milano sulle cosiddette imprese serbatoio nel settore della grande distribuzione. Dal 2021 a oggi più di quattordici interventi. Indagati per frode fiscale l’amministratore delegato di Iperal, Antonio Tirelli, e il manager di Kuehne+Nagel, Ruggero Poli. Gli inquirenti: «Dopo le inchieste stabilizzati circa 49mila dipendenti»
«Lavoro tutti i giorni, tranne il mercoledì. Il mio turno di lavoro in genere è dalle 21 alle 4.30 tranne la domenica che inizio a lavorare a 00.30 e finisco alle 5, dipende da quanto lavoro c’è da fare. All’entrata alle 21 io timbro il mio badge di colore bianco e quando finisco il lavoro timbro all’uscita (…). Appena arriva la sera porto i bancali dal magazzino al supermercato con il muletto, dopo sistemo i prodotti sugli scaffali: il mio lavoro è quello di sistemare la merce sugli scaffali (…). La mattina il personale di Iperal se nota che la merce sugli scaffali non è sistemata bene, chiama l’ufficio di Fastec, che a sua volta chiama Julian e lui dopo ci rimprovera».
Le parole sono quelle di uno scaffalista notturno che ai magistrati della procura di Milano racconta la sua esperienza in Iperal Supermercati, la società della grande distribuzione alla quale oggi, mercoledì 2 aprile, il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza meneghina ha sequestrato oltre 16 milioni di euro. Nel mirino degli inquirenti anche l’azienda Kuehne + Nagel srl: anche in questo caso è stato eseguito un sequestro di circa 16 milioni. Entrambe le società sono accusate di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti.
«Al fine di abbattere il proprio carico impositivo e previdenziale e avvantaggiarsi del risparmio d’imposta risultante dall’illecita detrazione dell’Iva» i due gruppi attivi nel campo della grande distribuzione e della logistica avrebbero per l’appunto utilizzato «fatture per operazioni giuridicamente inesistenti emesse dalle proprie appaltatrici di servizi a fronte di contratti d’appalto simulati per schermare una reale somministrazione di manodopera», è quanto si legge negli atti giudiziari.
I sequestri di questa mattina si aggiungono più in particolare ai quattordici interventi eseguiti dal 2021 a oggi: negli anni, infatti, le indagini dei pm di Milano hanno portato a molteplici sequestri (per oltre 600 milioni), come nei casi Dhl, Amazon, Gls, Lidl, Esselunga e, tra gli altri, FedEx, ma anche alla stabilizzazione di circa 49mila lavoratori.
Per quanto riguarda Iperal, inoltre, i magistrati Paolo Storari e Valentina Mondovì l’hanno iscritta nel registro degli indagati insieme al suo amministratore delegato, Antonio Tirelli, accusato di frode fiscale. Indagati anche il ramo italiano di Kuehne+Nagel e il manager Ruggero Poli, sempre per contestazioni di frode fiscale.
LE TESTIMONIANZE
Nei decreti di sequestro eseguiti oggi emerge poi un vero e proprio «sfruttamento lavorativo» all’interno della presunta «filiera irregolare». Non solo per il «trattamento stipendiale inferiore rispetto a quello normativamente previsto», ma pure per criticità attinenti «alla mancata elargizione di lavoro straordinario in misura corrispondente a quella reale, ovvero il pagamento di dette prestazioni accessorie “mascherato” sotto altre voci di costo per le quali non è prevista analoga tassazione».
A questo proposito gli investigatori hanno raccolto e messo a verbale decine e decine di testimonianze. Tra le altre anche quella di un addetto al carico-scarico merci. «Le condizioni lavorative a mio parere non sono tanto idonee; quando ho iniziato a lavorare eravamo in 24, adesso siamo in 4 e facciamo fatica a fare i turni ma comunque ci fanno fare tanto lavoro in pochissimo tempo, ci chiedono di fare sempre di fretta per finire al più presto possibile. Il motivo è che ci pagano a ore e meno ore facciamo meno ci pagano. Ci capita una volta alla settimana di fare il doppio turno».
«In estrema sintesi – si legge ancora nelle carte – emerge come Iperal supermercati spa adotti un approccio organizzativo dove le operazioni dei lavoratori sono osservate nel dettaglio e misurate con la massima precisione allo scopo di trovare la modalità più efficace. Gli operai appaiono mere appendici delle macchine (…), gli stessi non sono altro che “manodopera”, cioè l’energia necessaria per far funzionare la macchina organizzativa».
L’inchiesta, intanto, continua. Tra «appalti ad alta intensità di manodopera» per l’appunto ed «esternalizzazioni al ribasso».
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