Probabilmente Matteo Salvini andava preso sul serio quando lo scorso novembre, all’Eicma di Milano, si lasciava andare a commenti sui monopattini. «Non saranno più in giro – rispondeva a chi gli chiedeva del futuro di questi mezzi che, soprattutto dal Covid in poi, hanno rivoluzionato la mobilità di molte persone –. Il problema lo risolviamo alla radice».

Andava preso sul serio. Perché, a un mese dall’entrata in vigore del nuovo Codice della strada voluto proprio dal leader leghista, l’impatto sulla micromobilità elettrica è stato devastante: in termini di noleggi e di vendite di monopattini privati, ma anche sulla potenziale perdita di migliaia di posti di lavoro e di mancato incasso di milioni di Iva da parte dello Stato.

Noleggi e vendite in forte calo

I numeri li ha dati l’Alleanza per la mobilità sostenibile, di cui fanno parte gli operatori dello sharing riuniti in Assosharing, produttori e distributori come Platum e Attiva, Consumerismo No Profit e i rivenditori. I dati parlano da sé: solo negli ultimi 30 giorni i noleggi dei monopattini elettrici sono crollati del 30 per cento rispetto allo stesso periodo (14 dicembre – 10 gennaio) dell’anno precedente, le vendite dei mezzi privati sono scese tra il 30 e il 50 per cento.

Una batosta per tutto il settore italiano della mobilità in sharing, perché la metà è costituito proprio dai monopattini (seguiti dalle biciclette, dalle automobili e dai motorini). Sono 81mila i veicoli in sharing sulle strade italiane – secondo l’ottavo Rapporto nazionale sulla sharing mobility monopattini e biciclette sono l’86 per cento, le auto il 9, gli scooter il 5 – e il 95 per cento di questi mezzi sono a zero emissioni.

«Lo scorso 14 dicembre è entrato in vigore il nuovo Codice della strada che, come noto, introduce obbligo di casco, targa e assicurazione a carico degli utilizzatori dei monopattini elettrici, compresi i mezzi in condivisione messi a disposizione dalle società di sharing – ha spiegato l’Alleanza –. Una novità che, anche a causa dell’assenza dei decreti attuativi che chiariscano le regole su caschi, targhe e coperture assicurative, ha generato grande incertezza tra gli utenti portando ad un drastico crollo nell’utilizzo dei monopattini in Italia».

«A rischio 1.200 posti di lavoro»

Com’è ovvio, l’impatto sarà anche sull’occupazione. C’è chi gestisce a livello informatico le app da cui si possono prenotare i monopattini e chi gira in strada – a bordo di camioncini delle aziende di sharing presenti ormai da qualche anno in Italia: da Lime a Dott, da Helbiz a Bird, da Volt a Bit – per ricaricare i mezzi o per spostarli in parti della città dove è più comodo noleggiarli.

«La riduzione dei noleggi dei monopattini in sharing come conseguenza delle nuove norme introdotte dal Codice della strada porterebbe alla perdita diretta di 1.200 posti di lavoro in Italia, e alla mancata creazione di ulteriori 3.000 posti di lavoro nei prossimi 5 anni», ha stimato l’Alleanza.

Le nuove regole, poi, andranno a impattare sul gettito che lo Stato riesce a incassare dalla tassazione di queste nuove forme di economia: «Se teniamo conto che il settore dei monopattini in sharing sta crescendo in maniera rilevante, e considerate le positive stime di crescita previste dagli analisti per il periodo 2025-2030, l’impatto della nuova regolamentazione porterebbe a una riduzione del fatturato del settore di quasi 300 milioni di euro, con impatti negativi anche per le casse erariali, dato che il gettito Iva mancante potrebbe essere nell’ordine dei 62 milioni di euro fino al 2030».

Incertezze su casco, assicurazione e targa

Le nuove norme sui monopattini sono sostanzialmente tre: obbligo di casco, assicurazione e targa, oltre alla velocità massima di 20 km/h (che scende a 6 nei centri urbani). Se per assicurazione e targa tutto è rimandato alla pubblicazione dei decreti attuativi, la previsione del casco è già obbligatoria (tanto che le prime multe sono fioccate proprio per queste violazioni, oltre che per la guida in due). E qui sorgono le prime domande.

Per i monopattini in sharing a chi spetta garantirlo? La piattaforma di noleggio, anche se questi veicoli non hanno per loro natura spazio per un bauletto? Oppure va portato dall’utente? Già a novembre il vicepresidente di Assosharing e general manager di Dott per l’Italia, Andrea Giarretta, aveva spiegato a Domani come queste nuove norme fossero «inapplicabili». «Non è possibile agganciare un casco a un monopattino e un bauletto, sbilancerebbe troppo l’equilibrio del mezzo», aveva spiegato Giaretta. Nell’ultimo mese i centralini delle società si sono intasati per le richieste di chiarimenti dei clienti.

C’è poi il tema della targa e dell’assicurazione. Se nel primo caso il nuovo Codice della strada prevede che siano stampate dalla Zecca di stato e siano fatte in «materiale plastico e non rimovibile», con un nuovo registro ad hoc per identificare univocamente i veicoli, nel caso dell’assicurazione (già prevista per i mezzi in sharing) la questione è più complicata. Il testo prevede espressamente che si debbano stipulare assicurazioni Rc identiche a quelle che esistono per le automobili. 

«Il ministero ha previsto normative non praticabili – ha sottolineato Garretta in un’intervista di dicembre all’Adnkronos –. È stata introdotta una Rc Auto e non so cosa abbiano a che vedere i monopattini con le auto. Non è possibile avere un Rc Auto per i monopattini perché si tratta di una casistica specifica dell’Rc terzi che vale per le auto, lo dice anche la Corte europea» in una sentenza che prevede che le biciclette elettriche, se viaggiano sotto i 20 km/h, non sono tenute ad avere un assicurazione Rc.

Caccia agli alcoltest e polemiche sui numeri

Gli effetti del nuovo Codice della strada non si fermano qui e non riguardano solo i monopattini. Uno degli aspetti più criticati dagli automobilisti è la previsione di multe più severe per chi viene fermato al volante in stato di ebbrezza. Non cambia il limite minimo consentito, che continua a essere di 0,5 grammi per litro, ma aumentano le sanzioni. E tra psicosi e fake news – «non si può bere neanche più un bicchiere»: falso – durante le feste appena trascorse c’è stato un assalto all’acquisto dell’alcoltest fai da te, tanto da costringere le farmacie a fare continue scorte. «Sembra di essere tornati al Covid e alla caccia alle mascherine o ai tamponi rapidi», scherzano in molti.

E negli ultimi giorni il Codice della strada è stata anche l’occasione per l’ennesima polemica politica. Con Salvini che, dopo sole due settimane dalla sua entrata in vigore, ha rivendicato i numeri che a suo dire testimoniavano la bontà dei nuovi provvedimenti. «Nei primi 15 giorni di vigore del nuovo codice i morti sono diminuiti del 25 per cento, passando dai 67 del 14-18 dicembre 2023 rispetto ai 50 dello stesso periodo di quest'anno», ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, precisando che gli incidenti siano calati del 3 per cento, gli incidenti con feriti dell'8, quelli con lesioni del 10, quelli con dei morti del 17. «Vuol dire che ne vale la pena, significa fare del bene, significa fare buona politica».

Peccato che il lasso di tempo fosse troppo ristretto per fare dei primi bilanci. E peccato che i numeri dati da Salvini fossero fortemente sottostimati perché basati sulle rilevazioni della polizia stradale e dei carabinieri, mentre il 66 per cento viene contato dalle diverse polizie locali, come sottolinea l’Asaps (l’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale) basandosi su dati Istat. 

Dai dati raccolti dall’Asaps facendo ricorso a fonti aperte, «risulta che nei 15 giorni successivi all’entrata in vigore delle modifiche al codice della strada sono morte sulle strade italiane almeno 111 persone, più del doppio delle 50 dichiarate dal ministro – ha spiegato l’associazione in un comunicato –. La mortalità nello stesso periodo di 15 giorni rilevata da dati pubblici da Asaps nel 2023 risultava essere di 110 persone mostrando quindi, in relazione a questa tipologia di dato, una sostanziale stabilità rispetto al 2023 e non una riduzione del 25 per cento, della quale peraltro saremmo stati molto felici».

© Riproduzione riservata