Tre lavoratori hanno perso la vita tra ieri sera e questa mattina in tre differenti incidenti a Napoli, Pordenone e Orvieto. Una «strage senza fine» con numeri allarmanti ed episodi sempre più frequenti: tra il 2021 e il 2024 4.442 decessi
Ancora tre vittime, in meno di dodici ore. Tre lavoratori hanno perso la vita tra ieri sera e questa mattina gonfiando quel tragico bilancio a cui ormai quotidianamente si aggiungono nomi ed episodi. «Una strage che non finisce mai» come l’ha definita Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, che dal palco del congresso nazionale del sindacato ha parlato di «vergogna nazionale» in relazione alla sicurezza sul lavoro.
Pordenone
Daniel Tafa aveva festeggiato ieri il suo ventiduesimo compleanno. Nato a San Vito al Tagliamento e residente a Vajont, in provincia di Pordenone, ha perso la vita nella notte in un incidente sul lavoro a Maniago. Intorno all’1.30, il ragazzo stava operando su una macchina per stampaggio di ingranaggi industriali quando una scheggia incandescente lo ha trafitto alla schiena, uccidendolo all'istante.
Resta ancora da chiarire la dinamica dell’incidente e sono in corso le indagini, condotte dai carabinieri di Spilimbergo, per accertare se a causare lo scoppio sia stato un malfunzionamento o una manovra sbagliata. I colleghi di Tafa hanno immediatamente chiamato i soccorsi ma all’arrivo del personale sanitario non c’era più nulla da fare.
L'Azienda dove si è verificata la tragedia è la Stm, specializzata in stampaggio a caldo, ricalcatura, stampaggio per estrusione, dove è occupato un centinaio di persone. Il turno della mattina è stato sospeso in segno di lutto e per consentire l'ultimazione dei rilievi.
Napoli
Nicola Sicignano di anni ne aveva 50 e da anni era impiegato in una ditta di smaltimento rifiuti a Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli. Secondo una prima ricostruzione, ancora da verificare, l'operaio sarebbe rimasto incastrato con il braccio e la testa nel nastro trasportatore della linea di lavoro. A nulla sono serviti i soccorsi e la salma è stata trasferita in obitorio in attesa di autopsia.
Sulla vicenda ora indaga la procura di Torre Annunziata con le indagini affidate ai carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia con la collaborazione del Nil di Napoli e dell’Asl. Tra gli elementi al vaglio degli investigatori ci sono anche alcuni filmati delle telecamere interne allo stabilimento che potrebbero aver ripreso la scena della tragedia.
Orvieto
Un operaio trentottenne è stato travolto e ucciso da un autoarticolato nel tratto della A1 compreso tra Orvieto e Fabro, in Umbria. L’episodio è avvenuto martedì mattina mentre il giovane stava eseguendo lavori lungo la carreggiata per conto di una ditta locale responsabile della manutenzione in quel tratto.
A nulla è servito il tempestivo intervento dei medici che hanno allertato anche l’elisoccorso, riatterrato dopo pochi minuti una volta accertato il decesso, per trasportarlo il più rapidamente possibile in ospedale. Presenti sul posto colleghi e responsabili dell'azienda per cui lavorava, insieme ad alcuni rappresentanti di Autostrade per l'Italia. Sul posto è intervenuta immediatamente la Polizia stradale di Orvieto per i primi rilievi.
I numeri
I numeri che tengono conto dei morti sul lavoro fotografano una situazione sempre più drammatica nel nostro paese. Secondo gli ultimi dati dell’Inail, nel solo mese di gennaio 2025 sono stati 85 i morti sul lavoro a cui se ne aggiungono più di quaranta se si considerano anche i decessi in itinere.
Nel periodo 2021-2024 sono state 4.442 le morti accertate sul posto di lavoro, con un trend che continua ad essere preoccupante. Il settore più colpito in questi anni è stato quello delle costruzioni, con 564 decessi, mentre 434 vittime si sono registrate nel settore dei trasporti e magazzinaggio e 411 per chi lavora nel settore manifatturiero.
Nel 2021, l’incidenza degli infortuni mortali è stata di 43,1 per milione di occupati, mentre nei due anni successivi la cifra è scesa a 34,2 nel 2022, 33,9 nel 2023 e 34,1 nel 2024.
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