Dopo che un detenuto è morto – sembra per cause naturali – sono scoppiati disordini nella sezione D1. I detenuti si sono barricati e hanno dato fuoco a suppellettili e materassi, nell’istituto si registra da tempo una carenza di personale penitenziario
È esplosa una rivolta nel carcere di Mammagialla, a Viterbo, dopo la morte di di un detenuto. L’uomo, un trentenne detenuto da pochi giorni, sarebbe morto per cause naturali, secondo quanto riportato dall’Ansa.
Sul corpo non sono state individuate ferite e al momento si esclude che la morte sia legata a un gesto volontario o a un evento violento. La Procura della Tuscia avvierà un’indagine e affiderà l'incarico per procedere con l’autopsia.
I disordini sono poi scoppiati a partire dalle 15:45 di mercoledì. I detenuti si sono barricati nella sezione D1 dell’edificio del penitenziario, che ospita solitamente circa cinquanta persone. Sono stati incendiati suppellettili e materassi e sono state lanciate bombolette di gas incendiarie contro i poliziotti penitenziari.
Fuori dall'istituto penitenziario si sono radunate le forze dell'ordine, i vigili del fuoco e un'ambulanza. La polizia penitenziaria sta cercando di circoscrivere la protesta e si è in attesa dell'arrivo del gruppo di intervento rapido della polizia penitenziaria da Roma.
La frequenza
«Tutti i nostri avvertimenti sono rimasti inascoltati. Questa di Viterbo sarà una delle tante rivolte che caratterizzeranno l'estate. Speriamo solo che non ci scappi il morto», ha detto all’Ansa Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP.
Maurizio Somma, segretario nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) del Lazio, ha sottolineato come la frequenza delle rivolte sia arrivata ad una al giorno sia nelle carceri per adulti che in quelle per ragazzi. In alcuni momenti, «dobbiamo fronteggiarne anche due contemporaneamente», dice Donato Capece, segretario generale del Sappe.
Interviene anche Massimo Costantino, Segretario generale Fns Cisl Lazio che denuncia in una nota il sovraffollamento dei detenuti e le carenze nelle dotazioni di personale della polizia penitenziaria.
Attualmente il sovraffollamento regionale in Lazio risulta in aumento rispetto al mese precedente, con 6.779 detenuti reclusi nei 14 istituti, rispetto a una capienza prevista di 5.281 persone. Il personale di polizia penitenziaria nella regione risulta essere di circa 930 unità, con una carenza solo a Viterbo di novanta poliziotti.
«Mi domando cosa si sta aspettando ancora per adottare provvedimenti straordinari per fronteggiare una situazione diventata esplosiva,» aggiunge Capece. «Preghiamo il Signore che non accada mai il peggio, perché se mai succedesse qualcosa di irreparabile qualcuno se ne dovrà assumere la responsabilità».
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