Sono andate avanti per tutta la notte del 31 dicembre le ricerche di venti naufraghi, tra cui cinque donne e tre bambini, dispersi nelle acque davanti a Lampedusa. Il barchino era partito da Zuwara, in Libia ed è stato intercettato dalla Guardia di Finanza con solo sette superstiti a bordo tra cui un bambino siriano di otto anni che ha visto scomparire la madre tra le acque.

Tutti i sopravvissuti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola per per lasciare l'isola diretti a Porto Empedocle.

A salvare il piccolo, tenendolo stretto quando il barchino è naufragato, è stato un parente. Madre e figlio si erano imbarcati dalla Libia per raggiungere la Sicilia e cercare d'arrivare poi in Germania dove vive e lavora il padre del bambino. Il piccolo, grazie alla Croce Rossa, ha potuto mettersi in contatto con il papà con una videochiamata.

«Non sono riusciti a toccare terra. Sapere che questi poveretti c'erano quasi, ma non sono riusciti ad arrivare fa ancora più impressione. Spero tanto, lo dico ogni volta, ma oggi in concomitanza con la fine dell'anno è una speranza fortissima, che questa tragedia sia davvero l'ultima». Lo ha detto il sindaco di Lampedusa e Linosa, Filippo Mannino.

Un altro naufragio di migranti si è verificato il 31 dicembre al largo della Tunisia. Due tunisini, un bambino di cinque anni e un adulto, sono morti e altri 17 sono stati tratti in salvo.

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