Secondo i superstiti i più piccoli si trovavano nella stiva della nave insieme alle donne, una posizione che non gli ha lasciato scampo quando la nave si è rovesciata a causa del maltempo
I soccorritori greci dicono che non si aspettano di trovare superstiti dopo il naufragio di un barcone a largo del Peloponneso nella notte tra martedì e mercoledì. Per il momento i decessi accertati sono 78, mentre un centinaio di persone è stato tratto in salvo. Ma il numero dei morti potrebbe salire fino a 600, di cui almeno cento potrebbero bambini che, insieme alle donne, si trovavao nella stiva della nave da dove non hanno avuto via di scampo, dicono i medici che hanno parlato con i superstiti. Il barcone trasportava probabilmente 750 persone.
Proseguono le polemiche per la mancanza di soccorsi al barcone. L’imbarcazione era stata avvistata già nel pomeriggio di martedì da un aereo dell’agenzia europea Frontex. Le autorità greche avrebbero contattato il barcone, ma le persone a bordo avrebbero detto che la loro intenzione era proseguire per l’Italia.
Anche se nessuno a bordo indossava giubbotti di salvataggio e il barcone appariva eccessivamente carico, la guardia costiera greca non è intervenuta. Poco prima delle 2 di notte di mercoledì, l’imbarcazione ha avvertito la guardia costiera greca di un malfunzionamento al motore. Successivamente, l’imbarcazione si è rovesciata ed è affondata in circa 15 minuti. Le operazioni di soccorso sono state complicate dai forti venti. L’imbarcazione era partita vuota dall’Egitto, per poi caricare circa 750 persone nel porto libico di Tobruk.
L’incidente sembra ancora più grace del naufragio di Cutro, quando a febbraio 94 persone sono morte a largo della Calabria. Anche in quel caso, la guardia costiera italiana è stata accusata di non essere intervenuta con sufficiente rapidità.
© Riproduzione riservata