La nave Libra della Marina militare sta navigando verso l’Albania con otto migranti a bordo che potrebbe arrivare al porto di Shëngjin la mattina di venerdì, per poi essere trasferiti nella struttura di trattenimento di Gjadër. Delle 155 persone intercettate, dopo le procedure di pre-screening sono rimasti sulla nave da guerra “hub” solo otto uomini adulti, valutati non vulnerabili e provenienti da paesi cosiddetti sicuri. Un cittadino bengalese, inizialmente inserito nel gruppo, è poi stato considerato troppo anziano e in condizioni di salute precarie, e per questo valutato vulnerabile. 

I migranti sono stati soccorsi dalle autorità italiane lunedì scorso in acque internazionali a sud di Lampedusa. L’obiettivo della missione era raccogliere tra una quarantina e una sessantina di persone per il secondo trasferimento in Albania, ma oltre un centinaio – a seguito di uno screening sulle motovedette e sulla Libra – non corrispondevano ai criteri fissati dal Viminale e previsti dall’accordo

I criteri posti nel secondo trasferimento sembrano quindi essere stati più stringenti, vista l’esperienza della prima traversata della nave della Marina, che aveva portato sedici persone per poi far rientrare in Italia due minorenni e due adulti in condizioni di vulnerabilità. Ma anche i dodici rimasti sono poi rientrati in Italia, perché i giudici del tribunale di Roma non hanno convalidato il trattenimento. Una decisione basata sulla recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che ha poi portato il governo a varare un decreto legge cosiddetto “Paesi sicuri”.

I costi

«Una nave da guerra della Marina militare viene utilizzata per trasportare otto migranti da Lampedusa in Albania», ha affermato in una nota Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, «un viaggio che costa ben 36mila euro a migrante». La traversata della Libra aveva già fatto discutere durante il primo trasferimento: oltre 200mila euro di viaggio, una nave militare di 80 metri e un equipaggio di settanta persone. E la questione era stata portata in aula dalle opposizioni, nonché alla Corte dei conti a cui è stato presentato un esposto dal Movimento cinque stelle per accertare l’ipotesi di responsabilità erariale per il trasporto di 16 migranti. «Questa è la prova provata», continua Bonelli, «che ci troviamo di fronte ad un’operazione di propaganda politica che sperpera denaro pubblico».

Il deputato di Più Europa Riccardo Magi ha ironizzato «sulla grande strategia di Meloni e Salvini di contrasto all’immigrazione», che ha portato «a un nuovo enorme successo». Per Magi «siamo alle comiche, se non fosse che i centri albanesi sono fuori dal diritto europeo e costano ben un miliardo di euro ai contribuenti italiani».

Un gruppo ridotto

Mentre otto persone stanno attraversando l’Adriatico per essere portate ai centri albanesi tanto difesi dal governo, nell’hotspot di Lampedusa sono arrivate 813 persone. Durante la notte sono approdati 71 migranti, ma è la giornata di martedì ad aver registrato un alto numero di arrivi: circa 700 persone su 16 imbarcazioni. La prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento di 302 persone per la tarda mattinata via mare, che giungeranno in serata a Porto Empedocle.

I pochi rimasti sulla nave Libra sono invece destinati a passare prima al centro di Shëngjin, oltre 60 chilometri a nord di Tirana, dove dovranno affrontare le operazioni di identificazione e fotosegnalamento, e poi a Gjadër, un paesino a una ventina di minuti di auto disperso nell’entroterra dove saranno trattenuti in attesa dell’udienza di convalida, entro le 48 ore, che dovrebbe essere prevista per sabato o al più tardi per domenica. Sarà la sezione immigrazione del tribunale di Roma a dover decidere se convalidare o meno il trattenimento degli otto, che potranno nel frattempo fare richiesta di asilo.

Nonostante il decreto approvato dal governo per elevare a norma primaria la lista dei paesi cosiddetti sicuri, la probabilità che si arrivi allo stesso esito – e quindi alla liberazione e al trasferimento in Italia de migranti – è alta, vista la prevalenza del diritto europeo su quello nazionale e le decisioni delle ultime settimane dei tribunali di Bologna, Roma e Catania. Il governo ha deciso di inviare comunque persone in Albania, senza attendere la decisione della Corte di giustizia, a cui è stato rinviato proprio il decreto Paesi sicuri. 

«Meloni sta deliberatamente scegliendo di andare allo scontro con la ragionevolezza, con il diritto e lo fa contro ogni interesse degli italiani», conclude Magi. Le decisioni dei giudici di Roma, chiamati ad applicare le norme europee, difficilmente possono essere diverse da quelle già prese e questo porterà a un nuovo ulteriore scontro con la magistratura

© Riproduzione riservata