È stata rinviata al 20 dicembre l'udienza del processo Open Arms a Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio. In quella data sono previste le eventuali controrepliche e poi la camera di consiglio per emettere il verdetto. L'accusa ha chiesto nelle scorse udienze la condanna a 6 anni per il ministro ai Trasporti, la difesa oggi l'assoluzione perché il fatto non sussiste, al termine dell’arringa dell’avvocata Giulia Bongiorno nell'aula bunker del Pagliarelli di Palermo. Salvini era presente in aula, nella manifestazione leghista fuori dal tribunale c’erano anche Valditara, Giorgetti e Calderoli.

I ministro è imputato per sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio per aver trattenuto per giorni 147 migranti a bordo della nave Open Arms nell'agosto del 2019.

Per la procura di Palermo, l’allora ministro dell’Interno non concesse l'autorizzazione ad entrare in un porto italiano per sbarcare i migranti soccorsi dalla ong spagnola Open Aarms. L’accusa ha chiesto sei anni di carcere per il leader della Lega che questa mattina prima di entrare in aula aveva lanciato un messaggio sui social: «A testa alta, senza paura, per l’Italia e gli italiani».

La difesa

«Il mio sarà un intervento molto documentato: dimostrerò che Open Arms ha avuto innumerevoli possibilità di fare sbarcare i migranti ma ha opposto innumerevoli, innumerevoli, innumerevoli rifiuti. Ha scelto di bighellonare anziché andare nel suo stato di bandiera, la Spagna», ha detto Bongiorno iniziando l’arringa. 

«Depositerò una memoria di 296 pagine perché devo documentare che dal 15 al 20 agosto Open Arms aveva tantissime soluzioni di far sbarcare, e non soltanto quelle di cui si è parlato finora. C’è un varco, c'è una porta sempre aperta che ha creato la Guardia costiera. Qual è questa porta? Il varco erano i diritti umani: bastava dichiarare "soffro di insonnia e di stress" e si scendeva. Non una malattia, qualcosa di diverso. Lo documenteremo», ha detto la difesa di Salvini.

«E vedremo anche cosa accadrà dal 18 agosto: Open rifiuta Algeseiras perché troppo distante, le viene proposto di essere scortata da una motovedetta italiana ma rifiuta. Un altro porto, Palma di Maiorca, e lo rifiuta: i migranti potevano, purché andassero con un'altra barca, non Open».

Dopo aver accusato la ong spagnola di aver rifiutato più porti di sbarco, Bongiorno ha puntato sul soccorso in mare, giudicato dalla difesa come non casuale. «Open arms non si è imbattuta casualmente nel barcone coi migranti né a indicare alla ong la barca coi profughi fu Alarm Phone. La verità è che ci fu una consegna concordata perché qualcuno ha dato indicazioni precise a Open Arms molto prima della segnalazione di Alarm Phone che, peraltro, non era corretta». E quindi: «Open Arms stava dirigendosi a Lampedusa e invece improvvisamente cambia direzione e comincia a pendolare in attesa –  spiega –  Alle 8 si registra una accostata, un cambio repentino di rotta e alle 8.30 un cambio di velocità. Cosa è accaduto?», si chiede la penalista che ipotizza che la ong spagnola avesse un «appuntamento» per prendere a bordo i migranti.

«Questo è un processo politico sotto un preciso punto di vista: poiché più volte è stato offerto a Open Arms la possibilità di una via di fuga, di fare scendere i migranti, e la ong si è rifiutata, ci siamo chiesti perché e la risposta ci è stata data da Oscar Camps che in un video alla fine ha detto che erano felici, ma non per lo sbarco, ma perché era caduto il ministro Salvini. Quindi per loro era una battaglia contro Salvini. È un processo politico quanto si dice che la gioia di Open Arms è la caduta di Salvini», è stata la tesi sostenuta da Bongiorno con i giornalisti dopo l’arringa.

La difesa dei confini

«Il ministro Salvini è stato sbeffeggiato per avere usato una parola desueta come “confini”. Vorrei ricordare che la parola “tutela dei confini” esiste. L'esigenza di tutelare gli stati non è inventata. L'errore di fondo dell'accusa è di considerare solo gli interessi dei migranti», ha detto Bongiorno in aula.

Dalla richiesta di sei anni di carcere della procura, infatti, Salvini ha puntato gran parte della sua strategia comunicativa sulla difesa dei confini. Tutt’ora in alcune foto dei suoi profili social si legge la scritta: «Mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia».  

La scorta al pm

Dopo la richiesta di sei anni di carcere i pm della procura di Palermo hanno ricevuto insulti, minacce e lette intimidatorie. Nelle scorse settimane è stato lanciato l’allarme al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e sono state incrementate le misure di sicurezza. Alla pm Giorgia Righi è stata assegnata la scorta, era l’unica del pool a non essere stata ancora tutelata.

Sul caso è intervenuto il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia che ha chiesto a tutti di avere un atteggiamento di «saggezza» per evitare di alimentare un clima d’odio. «Se si crea intorno al processo un clima di tensione mediatica, gli effetti possono anche essere questi. I processi devono svolgersi nel clima di maggiore serenità possibile a beneficio di tutti. Operazioni che creano intorno al processo un'aurea di sospetto possono produrre questo tipo di effetti: attacco alle persone, quindi dei magistrati, con violenze e minacce verbali», ha detto all’Ansa Santalucia.

La manifestazione

Nel frattempo in piazza Politeama a Palermo, la Lega ha organizzato una manifestazione in solidarietà di Salvini. Tra i presenti anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e quello dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. «Credo di essere un cittadino libero che va dove ritiene di dovere andare. Manifestare la solidarietà a Matteo Salvini credo sia un atto doveroso per chi crede nella sua politica», ha detto ai cronisti Valditara rispondendo sulla sua presenza in piazza. «Sono qui primo perché ero al governo con lui in quel momento e secondo perché sono della Lega come lui», ha spiegato invece Giorgetti.

ANSA

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