Tra le vie di Helsinki la ristorazione è in fermento. Crescono i ristoranti e i bar, aprono enoteche con vini da tutta Europa, si trova cucina vegana di ottima qualità, caffetterie e cibo di strada.

E poi c’è la pizza: su una vetrina del quartiere Punnavuori Ullanlinna si legge forza, il nome del locale, con la lettera minuscola, aperto da Luca e Salla Maria Platania a gennaio 2022. La zona è tra le più vivaci della capitale finlandese, per questo in pizzeria arrivano artisti, cantanti, persino la premier di stato Sanna Marin, che ha cenato qui qualche giorno fa con la famiglia.

Dietro ogni riga del menù c’è un’impresa cominciata parecchi anni prima, quando Luca e Salla si conoscono sulla chat di Rds. Luca lavora come radiotecnico, confezionando radiogiornali e liner («hai presente “uno lo ricordi, uno lo vivi?” Io facevo quello»), Salla frequenta l’università. «Nel 2008 ho venduto lo Scarabeo e sono partito per la Finlandia con 200 euro in tasca», dice Luca. «Mio padre mi ha detto: se sei in difficoltà, non mi chiamare».

Turku era come Frosinone

L’approdo però non è la capitale, ma Turku, una città a ovest di Helsinki al cui confronto «Turku era come Frosinone». È qui che tocca ricominciare da capo, facendo il lavapiatti con un hobby del sabato, quello di sfornare per la moglie teglie fumanti di pizza. «Un giorno è stata lei a dirmi: perché non ti apri una pizzeria qua?», e con una buona dose di incoscienza partono con l’idea di proporre pizza alla pala.

«Eravamo degli alieni», ricorda dei suoi inizi. «Le persone non capivano né la tipologia di pizza né le combinazioni che proponevamo. Siamo stati i primi sette mesi con le mamme che tiravano via i bambini verso i fast food. Stavamo andando a rotoli».

“Mangiamerda”

In quel periodo Salla studiava scrittura creativa, apre il suo blog e scrive che i finlandesi non sono ancora pronti per assaggiare cose nuove, il post comincia a circolare, tanto che un giorno, mentre fa la fila all’ingrosso, Luca vede un giornale con una foto sua e della moglie con scritto: «Due ristoratori chiamano i finlandesi mangiamerda».

Ma, invece che dare il colpo di grazia, la cosa si rivela miracolosa, perché comincia ad arrivare una sfilza di gente che apprezza i gusti della pizza da mangiare ben condita e ancora calda, come per le strade di Roma.

Ma questa esperienza non è che la prima di una serie di montagne russe che investono Luca e la sua pizza. Nel 2014 una ditta finlandese si propone di acquisire il marchio della coppia – in Italia sarebbe successo dopo vent’anni – per farne una catena.

I due si trasferiscono a Helsinki per lavorare come consulenti all’espansione del progetto. Ma c’è un problema: pur essendo bravi a fare la pizza sono ancora molto inesperti dal punto di vista imprenditoriale.

Le pizzerie vengono aperte in luoghi sbagliati che non fanno girare gli affari. Per questo dalla pala si passa alla tonda napoletana con un nuovo nome, Pizzeria Luca, che fa centro in quattro nuove aperture a Copenaghen. Finché non arriva la pandemia a rimescolare di nuovo le carte.

La malattia

«A quel punto abbiamo cominciato a ragionare sul progetto forza, eravamo spaventati ma c’abbiamo creduto, abbiamo trovato un posto in un quartiere molto bello, sono riandato in banca per l’ennesima volta e siamo partiti».

È settembre e i lavori stanno per cominciare quando a Luca viene diagnosticato un tumore al cervello: «È stato un disastro. Ci siamo chiesti che fare: se fallire ancora prima di provarci o fallire mentre ci provavamo». Tra mille angosce, due bambini, i lavori in corso, l’apertura prevista a dicembre, Luca supera l’operazione, affronta mesi di radioterapia, si fa dare supporto da una psicologa.

«Certo, porto una cicatrice che mi taglia la testa in due. Però il lavoro più grande è stato rimanere in equilibrio. Il lavoro mi ha dato la motivazione». È gennaio 2022 quando, nel mezzo di questo percorso, apre finalmente la pizzeria forza, un nome scelto non a caso. I clienti si siedono e ordinano una lasagna fritta, una burrata da dividere o una margherita.

I prodotti arrivano tramite un importatore che lavora con l’Italia da 15 anni. Grazie alla sua piattaforma, Platania riesce a trasferire il meglio dell’Italia a tremila chilometri di distanza. Per questo nel menù si trovano la mortadella di Bologna Dop, la salsiccia di Cancellara e le alici Presidio Slow Food.

Alla base c’è l’idea di affiancare un menù di pizza in teglia cotta nel forno elettrico e servita al piatto all’impasto cotto in stile napoletano nel grande forno a legna. Un cibo goloso ma semplice, di facile lettura per il pubblico locale. Intorno la scena della pizza di Helsinki, come quella dei ristoranti, si è fatta sempre più vivace. Sono nate nuove pizzerie e sono aumentati gli amatori.

Alcuni di loro hanno sul comodino il primo libro pubblicato da Luca sulla pizza nel 2015. È stato proprio quello che ha permesso ai finlandesi di innamorarsi della pizza italiana che ora possono trovare da forza morso dopo morso.

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