In audizione davanti alle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera, il ministro delle Infrastrutture ha annunciato la data entro cui si concluderà la prima fase delle valutazioni, per cui sono stanziati 50 milioni. E ha spiegato le ragioni del progetto
«La prima fase del progetto di fattibilità per il Ponte sullo Stretto potrebbe concludersi entro la primavera del 2022, per avviare un dibattito pubblico e pervenire una scelta condivisa e evidenziare le risorse nella legge di bilancio 2023». Con queste parole, il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha annunciato oggi davanti alle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera che esiste una data entro cui il governo potrebbe valutare se realizzare o meno un sistema di attraversamento stabile tra Reggio Calabria e Messina.
«Esistono profonde ragioni per la realizzazione di un collegamento stabile», ha continuato Giovannini, spiegando che il gruppo di lavoro che nella scorsa primavera ha consegnato una relazione di 156 pagine sul tema «ha svolto un'analisi dei fabbisogni guardando la domanda di mobilità pre-Covid» e che «ne è risultato che i traffici dello Stretto di Messina sono rilevanti rispetto alla scala nazionale: 11 milioni di passeggeri l'anno, 800mila veicoli pesanti l'anno e 1,8 milioni di veicoli leggeri l'anno».
Il ministro ha anche specificato che le sue parole rispecchiano la posizione di tutto il Consiglio dei ministri e di averne parlato con il premier Mario Draghi. Tuttavia, la realizzazione del collegamento deve essere definita «al termine di un processo decisionale che preveda inizialmente la redazione di un progetto di fattibilità» per «confrontare diverse soluzioni alternative». Per il progetto, nella legge di bilancio sono stati stanziati 50 milioni di euro: «sarebbe opportuno prevedere l'istituzione di un gruppo di lavoro dedicato a supportare e coordinare l'intero processo», ha detto Giovannini.
La nostra prima pagina del 17 maggio, dedicata al Ponte sullo Stretto
«Riqualificazione necessaria»
Il ministro ha poi parlato delle «criticità che vanno risolte» nell’area che separa la Sicilia dalla Calabria, per le quali «sono previsti 510 milioni per un programma che dovrebbe essere completato nel 2025». Tra gli interventi previsti, la riqualificazione del naviglio per trasbordo ferroviario, l'ibridizzazione di tutta la flotta, il rinnovo del materiale rotabile ferroviario, la riqualificazione del naviglio veloce passeggeri e quella delle stazioni ferroviarie di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni.
«Il governo non ha nessuna intenzione di dare un calcio alla lattina come dicono gli anglosassoni o di buttare la palla avanti, questo è un approccio serio, basato su dati scientifici disponibili ma anche su valutazioni attente sia dei trasporti che della necessità di prendere una decisione informata. Quindi riteniamo che avviare uno studio di fattibilità tecnico-economico sia la soluzione più adeguata per giungere nei tempi indicati a prendere una decisione come quella che noi auspichiamo», ha concluso il ministro davanti alle commissioni.
Le due ipotesi
La relazione del gruppo di lavoro ha evidenziato un certo scetticismo, da parte degli esperti, sull’ipotesi di realizzare un ponte sullo Stretto a campata unica, che fino a maggio scorso era stata l’unica soluzione perseguita, già costata 350 milioni di euro tra studi preliminari e progetti e sulla quale grava un contenzioso di circa 800 milioni. Per questo motivo, la nuova soluzione sarebbe quella di un ponte a più campate, forse tre, che al momento però non è ancora stata approfondita.
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