Daron Acemoglu, Simon Johnson and James Robinson sono i vincitori dei premi Nobel per l’economia del 2024, per «gli studi su come le istituzioni si formano e influenzano la prosperità». In particolare gli studi dei tre hanno contribuito a spiegare come le istituzioni sociali hanno un effetto sul benessere economico di un paese. «Società con un debole stato di diritto e deboli istituzioni che sfruttano la popolazione non generano crescita o cambiamenti in meglio». 

Si chiude così il periodo di assegnazione dei premi dedicati allo scienziato inventore della dinamite, che ha visto assegnare, nel corso della scorsa settimana, i Nobel per la medicina, per la fisica, per la chimica, per la letteratura e per la pace.

Quello di oggi, per l’economia, è l’ultimo dei premi indetti in ordine cronologico. Fu istituito nel 1968 dalla Banca centrale svedese e, anche se l’economia non era tra gli ambiti di interesse indicati da Nobel nei suoi desideri testamentari, fin dall’anno successivo fu conferito utilizzando gli stessi criteri degli altri premi. Anche per questo, a chi vince spetta una medaglia e un premio (da dividere se si tratta di più persone) in denaro pari a 11 milioni di corone svedesi, circa 967mila euro. 

Franco Modigliani l’unico italiano

C’è un solo vincitore di origini italiane nella storia del premio Nobel per l’economia. Franco Modigliani è nato in Italia nel 1918 e ha studiato giurisprudenza, ma in seguito alle leggi razziali del 1938, si è rifugiato a Parigi e poi negli Stati Uniti. Qui ha completato la sua formazione, soprattutto in ambito economico, settore in cui si è poi affermato come grande studioso sulla scia delle nuove teorie economiche introdotte da Keynes.

Modigliani si distinse nel mondo economico in particolare per la teoria del ciclo vitale e le teorie sul risparmio e sul funzionamento dei mercati finanziari. Vinse il Nobel nel 1985 per «le sue analisi pionieristiche – proprio su – risparmi e mercati finanziari». Fu anche per molto tempo consulente della Banca d’Italia, della Fed americana e di alcune banche europee. 

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