La commissione Ue starebbe valutando l’ammissibilità al registro per la trasparenza della lobby anti-diritti Pro-Vita & Famiglia. La notizia arriva da Strasburgo a distanza di quattro mesi dall’interrogazione dell’europarlamentare Alessandro Zan, che insieme ad altri colleghi del Partito democratico, aveva chiesto alla Commissione europea di fare chiarezza sui legami tra l’associazione Pro Vita & Famiglia e il leader di Forza Nuova, svelati dall’inchiesta di Domani che ha raccontato l’influenza della Onlus anti-scelta con esponenti del governo.

Tra il fondatore di Pro-Vita, Antonio Brandi e il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore c'è uno storico rapporto finanziario, basato su modalità di pagamento a dir poco inusuali. Domani è riuscito a ricostruire tramite documenti ufficiali come il partito neofascista abbia usufruito di alcuni immobili di Pro Vita per svolgere la propria attività politica. Su questa inchiesta si è mosso il Parlamento Europeo.

«Dopo la nostra interrogazione, la Commissione UE e il Registro di Trasparenza UE hanno finalmente avviato verifiche su Pro Vita & Famiglia», commenta a Domani il Vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni all’Europarlamento Alessandro Zan. «È un primo passo fondamentale» per garantire la trasparenza, i principi etici e comportamentali sanciti nel codice di condotta UE, nonché il pieno rispetto delle regole europee. Ora ci aspettiamo risposte chiare».

L’interrogazione depositata da Zan nel mese di dicembre riprende le quattro puntate dell’inchiesta del Domani dove emergono «rapporti finanziari non trasparenti tra l’onlus Pro Vita & Famiglia e il partito neofascista Forza Nuova, nonché un aumento esponenziale di donazioni a vantaggio della onlus a fronte di un bilancio con poche informazioni finanziarie» scrive Zan. Flussi di denaro, provenienti anche da conti svizzeri, assegni, bonifici, acquisto e messa a disposizione di beni immobili.

Nel testo si sottolinea inoltre che Pro Vita & Famiglia è iscritta al registro di trasparenza dell’Unione europea come entità, ricordando il codice di condotta adottato dall’associazione e «il principio di trasparenza stabilito dal diritto dell’Ue e nei trattati». I parlamentari hanno chiesto dunque «se gli interessi dichiarati da Pro Vita & Famiglia nel registro di trasparenza siano conformi», se non ci sia «un uso indebito della registrazione». Se poi le informazioni fornite dalla onlus «siano complete, accurate, non fuorvianti, pubbliche», e se quelle dichiarate pertinenti su tutte le parti coinvolte e sul rapporto con terzi siano conformi e interamente pubbliche».

Gli eurodeputati avevano inoltre trasparenza sui rapporti finanziari con Forza Nuova, sui legami con l’estrema destra e sui fondi opachi, perché – come ha affermato Zan– «è inaccettabile che esponenti del governo aprano le porte a organizzazioni eversive».

A tutti questi dubbi risponderanno Parlamento Europeo e Commissione tramite: “Il segretariato che ha avviato un controllo di conformità delle informazioni contenute nella registrazione di detta organizzazione”. Sarà proprio quest’organo composto da personale del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione a valutare la trasparenza di Pro-Vita & Famiglia come si legge nella replica agli europarlamentari: “Qualora un soggetto registrato non soddisfi più i requisiti di ammissibilità tra cui il rispetto del codice di condotta del registro, il segretariato può revocarne la registrazione”.

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