La Casa Rossa di Francesca Verdini, compagna di Matteo Salvini, ha ottenuto 370mila euro di fondi pubblici. Ha beneficiato inoltre del tax credit per film di poco successo e di finanziamenti dalla fondazione umbra Carit
«Sei la persona più buona e coraggiosa che io abbia mai incontrato (...) sei sempre pronto a rimetterci». Sono le parole che Francesca Verdini, figlia del pluripregiudicato Denis, ex senatore berlusconiano, ha dedicato al compagno e vicepremier, Matteo Salvini. Parole di sostegno arrivate poco ore prima del verdetto del tribunale di Palermo che lo ha assolto dall’accusa di sequestro di persona.
Il coraggio deve essere un tratto della coppia, visto che la stessa Verdini ne ha come produttrice di film e documentari, la sua Casa Rossa verga titoli impavidi come I tesori di Terni tra storia, arte e natura, Quattro amici al Bar oppure Milano Leuca.
Anche Verdini, come il compagno che vive di politica da 20 anni, è pronta a rimetterci, ma trova sulla sua strada un fedele alleato. I suoi prodotti, infatti, sono uniti da un comune destino: il sostegno di fondi pubblici, i cosiddetti «contributi selettivi allo sviluppo e pre-produzione di opere cinematografiche e audiovisive». Ma prima di raccontare le pellicole e i soldi ricevuti bisogna partire dall’ultima opera che ha avuto ancora maggiore fortuna, si tratta di una docuserie che scava nella personalità di moderni Narciso, condotta dalla popolare psichiatra, Roberta Bruzzone, realizzata in collaborazione con Rai Play.
Una produzione che ha spinto l’irriverente Dagospia a parlare di TeleSalvini ponendo una domanda sui costi sostenuti da mamma Rai per le quattro puntate disponibili da fine novembre sulla piattaforma digitale pubblica. Oltre a quelli di viale Mazzini ci sono anche i pochi spicci, in questo caso 2.500 euro, incassati da Casa Rossa con affidamento diretto dalla fondazione cinema di Roma per riprendere uno degli incontri della masterclass. Contributi che diventano rilevanti quando ci spostiamo nella parca, ma accurata produzione di documentari e film. Iniziamo da Milano-Leuca, sola andata.
Da Milano ai contributi
«Nel caos di un'Italia offline, un anziano affetto da Alzheimer e i suoi giovani nipoti intraprendono un viaggio travagliato attraverso una nazione in rivolta per raggiungere l'ex-moglie dell'uomo», si legge nella descrizione del lungometraggio che si ripromette di esaltare «il potere dell'amore e della resilienza umana».
Il progetto è stato «consegnato, il periodo di riferimento è giugno 2023», si legge nella scheda dell’opera sul sito della casa di produzione. Per il lungometraggio il ministero della Cultura ha erogato 60 mila euro, nel febbraio scorso, fondi destinati anche ad altri progetti finiti nella cosiddetta categoria dei contributi selettivi destinati alla scrittura, «sviluppo e produzione nazionale e internazionale di opere cinematografiche e audiovisive». Milano-Leuca è uno dei dieci progetti premiati con un punteggio di 81 su cento, sono state escluse 63 proposte, tra queste alcune con la regia di nomi noti della tv italiana.
Al momento non è ancora possibile vedere l’opera, inserendo Milano-Luca sulle piattaforme di ricerca, infatti, il primo risultato è l’orario, undici ore, per viaggiare dalla Lombardia in Puglia. Insomma dell’opera ancora non c’è traccia. Non è l’unico prodotto destinatario di fondi pubblici, entrambi i finanziamenti sono stati decisi dalla precedente commissione di esperti, nominata dall’allora ministro della Cultura, Dario Franceschini (Pd). Una commissione che valuta i progetti e l’attribuzione dei contributi selettivi.
Altri 17 mila euro sono stati destinati per la scrittura e la produzione di un altro progetto, in questo caso una serie tv, sei puntate da quaranta minuti. Tra gli sceneggiatori della serie figura anche Verdini.
Di cosa parla l’opera premiata con fondi pubblici? Quattro amici al bar «esplora l'amicizia duratura di quattro cinquantenni che si conoscono dai tempi del liceo», amici che si trovano a gestire un bar lasciato loro in eredità «portando alla ribalta vecchi ricordi, nuove avventure e profonde riflessioni sulle loro scelte di vita». Anche in questo caso il progetto è stato consegnato, ma non è possibile ancora apprezzare lo sforzo produttivo di Casa Rossa.
Il tax credit
C’è un’altra opera che, invece, è andata in sala e ha visto come protagonisti attori di rilievo come Edoardo Pesce, ultimo film dell’indimenticabile Adamo Dionisi, opera che non ha avuto grande fortuna al botteghino. Martedì e Venerdì ha incassato 144 mila euro al box office, ma ha potuto beneficare di sostegno pubblico. Nel 2023, infatti, nell’elenco dei contributi selettivi c’è la pellicola, prodotta da Casa Rossa, con un contributo di 300 mila euro e un punteggio di 85.
La società di produzione di Verdini non ha ricevuto solo questi contributi, ma come altre case di produzioni e opere, ha incassato anche dal fondo Tax credit, i crediti d’imposta del ministero della Cultura per attrarre e favorire investimenti nel settore.
Un settore nel quale l’ex ministro Gennaro Sangiuliano, osteggiato anche da alcuni esponenti della maggioranza, ha provato a mettere ordine, ricordando gli oltre 700 milioni di euro di contributi diretti e sotto forma di tax credit che vanno ogni anno al settore a fronte, talvolta, di «scarsa qualità delle opere», ma anche di «incontrovertibili abusi».
Il riferimento era a «film con 29 spettatori che hanno percepito centinaia di migliaia di euro di contributi della collettività», denunciava Sangiuliano al Foglio. Insomma vere e proprie esagerazioni.
Torniamo, invece, a Casa Rossa e al film Martedì e Venerdì che nell’elenco Tax credit risulta destinatario di 789 mila euro di benefici. Non è l’unica opera destinataria di queste agevolazioni, anche Terni e i suoi tesori figura nell’elenco per una cifra di 24 mila euro. Di cosa si tratta? «Un viaggio all'interno dei tesori che rendono preziosa la città di Terni e dintorni, tra storia, arte e natura. Una voce narrante vi accompagnerà nei territori ternani, andando alla ricerca di quanto più bello queste terre hanno da offrire».
Un’opera di cui Domani si era già occupato quando ha raccontato gli incroci umbri tra politica, affari e finanza rilevando l’assegno da 85.400 euro staccato dalla Fondazione Carit a La Casa Rossa di Verdini. Un compenso destinato proprio alla «realizzazione di un documentario dal titolo provvisorio “Terni e i suoi tesori” da collocare su Sky come promozione turistica e culturale del territorio» si leggeva nel bilancio della fondazione.
L’assegnazione dei fondi è avvenuta nel 2021 con quattro delibere del 30 settembre, 13 ottobre, 25 novembre e 30 dicembre. «Ci hanno fatto una proposta. È stato un bel filmato mandato su Sky Arte e Sky Tg24 per la promozione del nostro territorio», aveva spiegato il presidente di Carit, Luigi Carlini, che aveva diviso il tavolo in diverse cene con politici locali, Fabio Pileri e Tommaso Verdini, fratello di Francesca, questi ultimi soci della Inver, la società finita al centro dello scandalo Anas (Verdini junior ha patteggiato). Dell’opera non c’è traccia se non una rapida presentazione nel telegiornale dell’emittente satellitare.
Tra i benefici per Casa Rossa anche quelli per la crisi in Ucraina, 170 mila euro per «aiuti sotto forma di garanzia sui prestiti», per rimediare a un «grave turbamento dell’economia». Resta il coraggio di una casa di produzione che macina titoli e successi.
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