L’agenda è fittissima, i ritmi serrati. D’altronde è la giornata in cui re Carlo III ha gli impegni più politici della sua visita in Italia. Una giornata divisa tra i palazzi romani, compreso il vaticano dove a sorpresa insieme alla Regina Camilla, il sovrano ha reso visita al papa convalescente. «Le Loro Maestà sono state liete che il Papa stesse abbastanza bene da accoglierli e che abbia potuto esprimere personalmente i suoi migliori auguri», riferisce il portavoce dei reali.

Il vertice con Meloni

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Il primo appuntamento è stato a Villa Doria Pamphilj, sede di rappresentanza del governo, accolto dal reggimento dei Lancieri di Montebello e da Giorgia Meloni. L’incontro con la presidente del Consiglio italiana è durato meno di un’ora, il tempo di parlare delle relazioni bilaterali tra Regno Unito e Italia, ma anche del contesto internazionale sempre più in crisi. I legami tra i due paesi sono forti, nonostante le distanze tra Meloni e il premier inglese Keir Starmer sulla coalizione dei volenterosi pro Ucraina.

Le politiche di Donald Trump, poi, hanno comportato sia un riavvicinamento della Gran Bretagna all’Unione europea sia un aumento di responsabilità per Londra. A cui il monarca non può sottrarsi. Già la lettera recapitata da Starmer a Trump, in cui re Carlo ha invitato un tronfio presidente statunitense a Buckingham Palace per una seconda visita di Stato, ha rappresentato un segnale di come la famiglia reale vuole agire.

È verosimile, quindi, che nel colloquio tra Meloni e il re sia rientrato anche il tema dei futuri rapporti con gli Stati Uniti. «Un incontro che ha permesso di sottolineare la storica amicizia tra le nostre Nazioni, che auspichiamo si possa rafforzare sempre più», ha detto Meloni.

La visita all’ex Mattatoio

Da Villa Pamphilj, la Bentley con a bordo Carlo è stata scortata verso Testaccio, nel complesso dell’ex Mattatoio. Lì ad accoglierlo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ma anche attori come Luca Zingaretti, che di recente ha portato il suo personaggio principale, Il commissario Montalbano, sulla Bbc. Presenti anche gli studenti di recitazione dell’Accademia Nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico.

Anche in questo caso il tempo a disposizione è stato poco. In un’oretta circa il sovrano ha assistito prima a una breve rappresentazione di Shakespeare in italiano, seduto tra Mattarella e la ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Un modo per rimarcare l’influenza del poeta inglese sulla cultura italiana.

Poi ha ascoltato le conclusioni di una tavola rotonda sulla sostenibilità a cui erano presenti i ministri degli Esteri Antonio Tajani e David Lammy, oltre che diverse aziende del settore.

Nel frattempo, l’agenda della regina Camilla era diversa, con una visita in una scuola romana, l’istituto Manzoni, dove ha seguito una lezione di inglese agli studenti e ha celebrato il British Council. Anche in questo caso, espressione più pura dell’ascendenza britannica sul nostro paese. All’uscita della scuola, però, non poteva mancare un fuori programma tutto italiano, con una pizza margherita offerta alla sovrana.

Il discorso del re

La coppia reale si è poi riunita per il momento più atteso della giornata: il passaggio in Parlamento. Prima una veloce visita al Senato, con un sorridente Ignazio La Russa a fare gli onori di casa. Sballottati tra scalinate, saloni e l’aula, in mezz’ora Carlo e Camilla hanno fatto un rapido tour di Palazzo Madama con tanto di pausa tè.

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Poi l’arrivo a Montecitorio. Tappeti rossi e picchetti d’onore, ma questa volta il cicerone è stato Lorenzo Fontana, nonostante ad accogliere Carlo c’era - quasi sdoppiato - lo stesso La Russa che lo aveva salutato pochi minuti prima fuori il Senato.

Nell’aula della Camera, Fontana per ribadire i comuni valori tra Regno Unito e Italia è partito parlando di Dante, Galilei e Newton. Successivamente è stato il turno di La Russa, che per non copiare Fontana ha parlato di Byron, Dickens, Mazzini, Garibaldi e della maglietta rossa del Nottingham Forest.

Quindi è stata la volta di Carlo, che ha preso la parola davanti ai parlamentari riuniti, prima volta per un sovrano britannico. E, iniziando in un ottimo italiano - con un Fontana che gli ha detto «very good», si è detto «onorato per l’invito di Mattarella». Un discorso di circa 25 minuti, alternato tra inglese e italiano, in cui ha espresso l’obiettivo della sua visita: «Ribadire la profonda amicizia tra Regno Unito e Italia». Nei momenti felici, come la restaurazione del teatro Fenice a Venezia, e in quelli tristi, come il terremoto di Amatrice.

Anche Carlo ha parlato degli eroi italiani dell’unificazione dell’Italia, ma con riferimenti precisi e mirati, a dimostrazione di quanto Londra conosca la storia italiana. Il re infatti ha rimarcato il fondamentale «sostegno britannico» all’unità della penisola, i soggiorni di Cavour, Mazzini e Garibaldi nel Regno Unito. Dopo una piccola battuta sulla cucina italiana - «spero ci perdonerete quando la corrompiamo» - il sovrano inglese ha parlato anche dell’impegno di Londra per la liberazione dal nazifascimo in Italia nella Seconda guerra mondiale. Una liberazione che ha comportato migliaia di morti britannici, ha ricordato Carlo interrotto da un applauso dell’aula.

Poi un passaggio decisivo sulla Resistenza. Re Carlo ha ricordato l’eroismo dei partigiani e in particolare «il coraggio di Paola Del Din, che oggi ha 101 anni». Anche qui è scattato l’applauso del Parlamento. E il monarca ha poi omaggiato anche le migliaia di italiani che durante la guerra hanno dato rifugio ai soldati britannici, «rischiando la propria vita».

Spazio anche per le relazioni nel campo della difesa: il progetto Gcap per il nuovo caccia, le prossime esercitazioni navali congiunte, così come l’impegno dei due paesi nella difesa dei valori democratici e il sostegno all’Ucraina. Carlo ha ringraziato l’Italia «per ospitare basi Nato e per guidare missioni».

Citando Virgilio in italiano, definito il «più grande poeta romano» e «padre dell’agricoltura sostenibile», il sovrano inglese ha ribadito l’esigenza di difendere il nostro pianeta e rimarcato «gli effetti dannosi dei cambiamenti climatici». La standing ovation dall’aula re Carlo la riceve rendendo omaggio a Giovanni Falcone, ricordando anche la sosta della regina Elisabetta a Capaci pochi giorni dopo la sua uccisione.

«It’s a joke»

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A quel punto, pensando fosse finita, un funzionario della Camera ha iniziato il rompete le righe «la cerimonia è terminata, i gentili ospiti sono pregati…» tra le facce incredule di parlamentari e presenti. Fermato subito, Fontana si è premurato di dire al re inglese: «It’s a joke».

Poche righe dopo, Carlo ha comunque concluso il suo discorso: «Qualunque siano le sfide e le incertezze che inevitabilmente affrontiamo come nazioni ora e nel futuro possiamo superarle insieme e lo faremo. E quando lo avremo fatto, potremo dire “E poi uscimmo a riveder le stelle”». Citazione di Dante, applausi scroscianti, i reali che vanno via e salutano funzionari della Camera e cronisti.

Nel pomeriggio una pausa dalla fitta agenda, dopo una deviazione per un gelato nella storica gelateria Giolitti, prima della cena di Stato al Quirinale. Caponata di melanzane, spigola in crosta di sale, carciofi fritti, fiori di zucca, patate al forno e torta gelato al fiordilatte e lamponi, per i 150 ospiti selezionati. Senza dimenticare i vini bianchi e rossi del Lazio. 

Un menù ideato per esaltare la stagionalità e il chilometro zero, fanno sapere dal Colle. Diversamente da re Carlo, che di chilometri in due giorni in Italia ne ha già percorsi molti e domani concluderà il viaggio a Ravenna.

In Vaticano

In serata, a sorpresa, è giunta la notizia che Carlo e Camilla sono andati a trovare Papa Francesco. Non era previsto, considerate le condizioni di salute del pontefice. «Re Carlo e Camilla sono stati felicissimi» per quest'incontro, è il commento di Buckingham Palace. Una visita breve e puramente di cortesia. L’incontro precedente con il capo della Chiesa anglicana era avvenuto il 13 ottobre 2019 in occasione della canonizzazione del cardinale John Henry Newman, primo britannico da oltre quarant'anni a essere proclamato santo.

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