Sono diretti verso il centro di accoglienza richiedenti asilo di Bari-Palese i 12 migranti che erano stati trasferiti nella nuova struttura di permanenza per il rimpatrio costruita dall’Italia in Albania. A riportarli in Italia è una motovedetta della Guardia costiera. Ieri la decisione del tribunale di Roma che non ha convalidato il trattenimento degli otto cittadini bengalesi e quattro egiziani che erano stati trasferiti in Albania mercoledì 16 ottobre. Secondo la sentenza l’Egitto e il Bangladesh non sono paesi sicuri. Altri quattro migranti, minorenni e persone fragili, erano già tornati in Italia.

«Alcuni magistrati politicizzati hanno deciso che non esistono Paesi sicuri di provenienza: impossibile trattenere chi entra illegalmente, vietato rimpatriare i clandestini», ha scritto su X Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni.

«Non è una polemica contro la magistratura«, ha detto il ministro della giustizia Carlo Nordio, a margine di un convegno a Palermo. «Ma è contro un tipo di sentenza che non solo non condividiamo ma la riteniamo addirittura abnorme. Non può essere la magistratura a definire uno stato più o meno sicuro».

Eppure, è lo stesso ministero degli Esteri a scrivere, nelle schede allegate al decreto che indica i paesi considerati sicuri ad ammettere che Bangladesh ed Egitto presentano delle criticità.

Ma il governo, nel Consiglio dei ministri di lunedì, penserà a una legge che possa superare l'ostacolo della sentenza della Corte di giustizia europea. 

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