Tra gli imputati ci sono agenti della polizia penitenziaria, funzionari del Dap e dell’azienda sanitaria locale, accusati a vario titolo di responsabilità in ordine alle violenze ai danni dei detenuti avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020
Sono stati rinviati a giudizio i 105 imputati tra: agenti penitenziari, funzionari del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) e dell’azienda sanitaria locale, accusati a vario titolo di responsabilità riguardo alle violenze ai danni dei detenuti avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) il 6 aprile 2020, in piena pandemia.
Domani aveva pubblicato per la prima volta i video del pestaggio lo scorso anno, in cui si vedevano una serie di agenti della polizia penitenziaria prendere a calci e pugni i detenuti. I reati ipotizzati dalla Procura, infatti, sono a vario titolo tortura, lesioni, violenza privata, abuso di autorità.
A quasi metà degli agenti viene contestato il reato di tortura, introdotto di recente e per la prima volta contestato a un così alto numero di funzionari pubblici. Dodici imputati sono invece accusati dell’omicidio colposo del detenuto algerino Hakimi Lamine, pestato il 6 aprile ma morto il 4 maggio. Nei giorni successivi al 6 aprile, Hakimi non ha ricevuto cure e non era neanche piantonato per evitare gesti di autolesionismo, come invece sarebbe stato necessario.
Il rinvio a giudizio
La decisione di oggi è stata emessa dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Pasquale D’Angelo, che ha rinviato tutti al dibattimento che inizierà il prossimo 7 novembre davanti alla Corte d’Assise.
Il giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere ha fissato invece per il 25 ottobre prossimo l’udienza per il processo con rito abbreviato per due imputati che ne hanno fatto richiesta. Tra questi c’è anche il commissario capo della polizia penitenziaria Anna Rita Costanzo, ritenuta tra gli organizzatori delle violenze.
Soltanto uno degli imputati è stato prosciolto: si tratta dell’agente 50enne della Penitenziaria Luigi Macari.
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