Nella lettera si parla di «convenienza». La risposta di Nello Trocchia: «Sui costi per i viaggi della “monnezza” pesa anche l’assenza di impianti di trattamento dell’organico, e per quello non serve l’inceneritore, ma impianti di compostaggio».
In relazione all’articolo del 30 aprile a firma Nello Trocchia, L’inceneritore brucia un re. Ma incorona Caltagirone e Acea, mi preme condividere con i lettori alcune considerazioni e precisazioni. Il coraggioso indirizzo strategico del sindaco Roberto Gualtieri, che prevede la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione e di altri impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti da parte delle aziende pubbliche controllate da Roma capitale, soddisfa due esigenze fondamentali della città e di tutti i romani.
Garantire finalmente anche nella capitale, e in linea con le principali metropoli europee, lo smaltimento dei rifiuti riducendo il conferimento in discarica sotto i limiti previsti dalla normativa europea, con una scelta di piena sostenibilità ambientale ed economicamente vantaggiosa per i cittadini.
Il trasporto fuori regione
Con il nuovo impianto a regime, infatti, si potrà evitare la costosa pratica del trasporto fuori regione, e in alcuni casi anche all’estero, dei rifiuti da trattare. Una conseguenza delle scelte scellerate del passato, che ancora oggi gravano pesantemente sulle tasche di tutti i romani che pagano la Ta.Ri tra le più care d’Italia e di Europa. Per questi motivi la lista civica Gualtieri sindaco, che ha collaborato in misura determinante alla scrittura del programma elettorale, sostiene con piena convinzione la scelta di puntare su un nuovo impianto di termovalorizzazione dei rifiuti realizzato e gestito con controllo pubblico.
Raccogliendo il 5,4 per cento dei consensi, con un risultato per molti, ma non per noi, inatteso, abbiamo contribuito significativamente al successo elettorale del sindaco Gualtieri e oggi mettiamo competenze e impegno a servizio della città.
In questi primi sei mesi di amministrazione la lista civica ha svolto e continuerà a svolgere un ruolo importante di indirizzo e di governo, grazie al lavoro dei cinque consiglieri comunali e dei due assessori. Penso, in particolare, alle azioni concrete messe in campo dall’assessora Monica Lucarelli per il sostegno alle attività produttive duramente colpite dalla crisi e al grande impulso dato dall’assessore Alessandro Onorato per favorire la ripartenza post pandemia della città nei settori strategici del turismo, dei grandi eventi, della moda e dello sport. Siamo impegnati ad individuare e a sostenere scelte amministrative di grande respiro dopo anni di immobilismo. Con la dovuta attenzione ed esclusivamente nell’interesse dei cittadini romani. Per il bene di Roma.
La risposta di Nello Trocchia
Gentile Trabucco, grazie per la sua lettera. Nel costruire un inceneritore non c’è niente di coraggioso e di pienamente sostenibile ambientalmente. Basta leggere il piano rifiuti della regione Lazio, regione a guida Pd. «Gli stessi paesi nordici (come anche altre aree d’Europa, ad esempio la Vallonia) stanno adottando politiche e piani di decommissioning degli inceneritori esistenti, pena il rischio di non raggiungere gli obiettivi minimi previsti dalla nuova direttiva quadro», si legge. Un indirizzo confermato dall’esclusione degli inceneritori dai bandi previsti dal pacchetto sull’economia circolare all’interno dei fondi del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza.
Sui costi per i viaggi della “monnezza” pesa anche l’assenza di impianti di trattamento dell’organico (tranne quello vetusto di Maccarese) e per quello non serve l’inceneritore, ma impianti di compostaggio.
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