La fabbrica rimarrà chiusa fino a nuova comunicazione e sono sospese tutte le attività lavorative anche da remoto. 850 lavoratori della Toyota material handling di Bargellino alle porte di Bologna saranno quindi in cassa integrazione, partita dal 23 ottobre. Nel frattempo gli inquirenti hanno messo sotto sequestro la parte dello stabilimento interessata dopo l’esplosione che nel tardo pomeriggio di ieri ha causato la morte di due persone e il ferimento di altre 11. L’azienda ha fissato poi un incontro per nuove valutazioni il 29 ottobre.

I fatti 

Alle 17:20 di mercoledì 23 ottobre sarebbe esploso nella fabbrica – secondo i primi accertamenti – uno scambiatore, collegato all’impianto di climatizzazione. Lo scoppio ha provocato poi il crollo di una parte del capannone. L’incidente ha provocato due morti. Uno sul momento, l’altro dopo essere stato trasportato in ospedale. Le indagini dovranno ora stabilire se a provocare la morte o le ferite mortali dei due sia stato lo scoppio o il successivo crollo del capannone. Per il momento è stato aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo e lesioni colpose gravissime. I due operai si chiamavano Lorenzo Cubello (37 anni) e Fabio Tosi (34 anni), delegato alla sicurezza. 

Sciopero

Domani, venerdì 25 ottobre, i sindacati metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm Uil dell’area di Bologna hanno proclamato uno sciopero di otto ore e un presidio fuori dall’azienda, dove oggi si sono raccolte molte persone, tra cui molti colleghi delle vittime. Oggi, tra l’altro, era già previsto uno sciopero contro la scarsa sicurezza all’interno dell’impianto. Per quando si tornerà al lavoro, inoltre, la Fim-Cisl ha chiesto che venga previsto un servizio di supporto psicologico per i lavoratori, per affrontare l’incidente e la perdita dei propri colleghi.

Il segretario della Cgil Maurizio Landini ha voluto sottolineare come l’incidente sia avvenuto in un’azienda Toyota, considerata anni fa come un modello all’avanguardia: «Vuol dire che si è affermato in questi anni un modo di fare impresa che continua a essere un costo, non un vincolo».

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita a Bologna – che continua a essere colpita da forti piogge e alluvioni – ha detto che «Non ci sono più parole adeguate per esprimere l’allarme e l’angoscia per questi incidenti, per l’insufficienza della sicurezza per chi lavora - e ha aggiunto – Serve un impegno straordinario con misure rapide di salvaguardia”.

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