Per gli idonei del concorso 2020 l’accordo concluso è favorevole. Non si può dire lo stesso per i colleghi che sono risultati vincitori negli anni precedenti. L’indignazione degli insegnanti già di ruolo: «Crea un trattamento impari»
La vicenda degli idonei al concorso 2020 per la scuola primaria, già affrontata ad agosto, si è conclusa con un accordo favorevole per i candidati ai posti di ruolo. Dopo proteste e sit-in, gli idonei hanno ottenuto il diritto a ricoprire cattedre lasciate vuote dal ministero. Tuttavia, questa vittoria sta creando profonde ingiustizie per i colleghi che, in anni precedenti, hanno già svolto l’anno di formazione e prova, risultando vincitori di concorso con punteggi più alti.
I docenti inseriti nelle graduatorie degli idonei, che ad agosto avevano visto negato lo scorrimento, sono stati convocati a dicembre per un contratto a tempo indeterminato. La decorrenza giuridica del contratto è fissata al 1° settembre 2024, mentre quella economica al 1° settembre 2025. Di conseguenza, l’anno di formazione e prova deve essere svolto durante l’anno scolastico in corso.
Per i supplenti con contratto Gps (graduatorie provinciali di supplenza), la sede di svolgimento dell’anno di prova coincide con la scuola in cui già lavorano, solitamente vicina a casa e già conosciuta. La sede definitiva, valida dal 1° settembre 2025, non è ancora nota, poiché i neoassunti hanno avuto la possibilità di scegliere esclusivamente la provincia.
l’indignazione dei docenti già di ruolo, come Gloria e Luciana (nomi di fantasia), insegnanti della scuola primaria entrate in ruolo nel 2022 in province lontane dalla propria residenza. «Ci siamo trovate catapultate in nuove realtà, con colleghi e alunni da conoscere e con un enorme peso mentale», racconta Gloria: «L’anno di prova è stato valutato esclusivamente per ciò che abbiamo fatto in quell’unico anno». Luciana aggiunge: «Per i neoassunti idonei, invece, l’anno di prova si svolge in una scuola dove già lavorano e sono conosciuti. Questo crea un trattamento impari, considerando che, convocati a dicembre, non affrontano nemmeno un intero anno, ma solo il periodo da gennaio a giugno».
Questo sistema ha suscitatoMobilità e sorpassi
Un altro punto critico riguarda la mobilità. I docenti neoassunti, pur avendo decorrenza economica da settembre 2025, possono già richiedere trasferimenti e avvicinamenti dalla primavera. Questo li pone in una posizione di vantaggio rispetto ai colleghi già di ruolo, poiché a loro è già stata assegnata una provincia di riferimento. Paradossalmente un docente di ruolo da cinque anni che desidera trasferirsi dalla provincia A alla provincia B può trovarsi con posti già “occupati” dai neoassunti, i quali, grazie al sistema attuale, possono scegliere la sede preferita all’interno della provincia scelta a dicembre e usufruire di precedenze, ad esempio in caso di figli minori di 16 anni.
«Quando siamo entrate di ruolo noi, vincitrici di concorso, ci siamo trovate a scegliere tra le poche sedi rimaste dopo le richieste di trasferimento, letteralmente ci sono state gettate le briciole» – ricorda Luciana – Finalmente, passati tre anni di vincolo, speravamo di avvicinarci a casa. Questo doveva essere il nostro anno, ma ora siamo in coda, senza alcuna possibilità di priorità».
La conferma del docente di sostegno da parte della famiglia
Oltre alla mobilità e ai nuovi diritti di precedenza, il reclutamento docenti sembra essere sottoposto a un altro terremoto per il nuovo anno scolastico: a fine gennaio il governo ha ufficializzato che entro il 31 maggio 2025, il dirigente scolastico debba ricevere dalle famiglie interessate la richiesta di continuità del docente di sostegno che costituirà priorità assoluta nell’attribuzione degli incarichi a tempo determinato a fine agosto.
Ciò riguarderà non sono gli abilitati o chi vanta già tre anni di servizio, ma chiunque risulti titolare di un contratto al 30 giugno o 31 agosto e sia inserito nelle Gps dell’ordine e grado in cui presta servizio come insegnante di sostegno, anche se da pochi mesi.
Un sistema iniquo che danneggia chi si è formato specificatamente come insegnante di sostegno ma ancora non è riuscito a ottenere un incarico annuale e che secondo la Flc Cgil è «lesivo della trasparenza delle procedure di reclutamento, che rischia fortemente di limitare la libertà di insegnamento, secondo un’idea di scuola come servizio a domanda individuale svalutandone la funzione educativa e didattica».
Le operazioni relative alla riconferma degli insegnanti di sostegno, fissate entro il 31 agosto, si svolgeranno in coda a quelle di mobilità ma prima dell’attribuzione degli incarichi a tempo determinato. Questa tempistica, già critica, rischia di aggravare i problemi del sistema, come dimostrato dagli intoppi e dagli errori nell’assegnazione delle supplenze nel settembre 2024.
Un ulteriore ostacolo è rappresentato dall’algoritmo introdotto nel 2021, che governa le assegnazioni ma continua a generare confusione e disuguaglianze, con il rischio di un “effetto domino” che potrebbe mettere ulteriormente in crisi il reclutamento.
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