L’agenzia internazionale per l’integrità del tennis (ITIA) ha comunicato che Jannik Sinner, attuale numero 1 della classifica ATP, è risultato positivo a un test antidoping a cui si è sottoposto lo scorso marzo in occasione del Masters 1000 di Indian Wells. Nella sua urina sono state infatti rilevate alcune tracce (meno di un miliardesimo di grammo) di Clostebol, uno steroide anabolizzante proibito dai regolamenti e con la stessa composizione chimica del testosterone.

Le indagini sul caso hanno però dimostrato che si è trattato di un’assunzione involontaria di cui lo stesso Sinner era completamente all’oscuro. Per questo motivo, il tribunale indipendente chiamato a decidere sulla questione ha giudicato il tennista innocente ed estraneo ai fatti.

«Il 15 agosto 2024 si è tenuta un'udienza presso Sport Resolutions, in seguito alla quale il tribunale indipendente ha stabilito che nel caso non è stata applicata alcuna colpa o negligenza, il che non ha comportato alcun periodo di ineleggibilità», si legge nel comunicato dell’ITIA, che ha anche affermato che l’atleta si è dimostrato sempre collaborativo.

Per questo motivo, nei confronti di Sinner non ci sarà alcuna squalifica: perderà però il montepremi e i punti ottenuti durante il torneo di Indian Wells (400 in totale, era stato sconfitto in semifinale dallo spagnolo Carlos Alcaraz). La decisione «è appellabile dalla Wada e dalla Nado», ovvero dall'agenzia antidoping mondiale e da quella italiana.

Sinner si è sottoposto al primo controllo il 10 marzo. Un ulteriore campione, condotto fuori gara otto giorni dopo, è risultato positivo allo stesso metabolita. In entrambi i casi, precisa l’agenzia, si è trattato sempre di livelli molto bassi di Clostebol.

Cosa è successo

Le indagini dell’agenzia antidoping del tennis mondiale hanno appurato che la contaminazione è avvenuta attraverso un massaggio effettuato dal fisioterapista, che ha utilizzato la crema per curare un taglio sul proprio dito. La contaminazione è avvenuta per mancanza di attenzione e perché la sostanza è entrata in contatto con alcune ferite aperte del giocatore.

«Il suo personal trainer e il suo fisioterapista hanno utilizzato un prodotto, facilmente reperibile in qualsiasi farmacia italiana, per curare un taglio sul dito del fisioterapista. Jannik non ne sapeva nulla. Il fisioterapista ha curato Jannik e la sua mancanza di cura, unita alle varie ferite aperte sul corpo di Jannik, ha causato la contaminazione. [...] Quel membro del team di supporto ha applicato lo spray tra il 5 e il 13 marzo, periodo durante il quale ha anche fornito massaggi giornalieri e terapia sportiva a Sinner, con conseguente contaminazione transdermica inconsapevole. Dopo aver consultato esperti scientifici, che hanno concluso che la spiegazione del giocatore era credibile, l'ITIA non si è opposta ai ricorsi del giocatore volti a revocare le sospensioni provvisorie», afferma l’agenzia antidoping.

«Il Clostebol – continua il comunicato – è un agente anabolizzante proibito in ogni momento ai sensi della Sezione S1 della Lista delle sostanze proibite della World Anti-Doping Agency (WADA). Ai sensi del Codice mondiale anti-doping (WADC), quando un giocatore restituisce un Adverse Analytical Finding per una sostanza non specificata, come il Clostebol, viene automaticamente applicata una sospensione provvisoria. Il giocatore ha il diritto di presentare domanda a un presidente di tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions per far revocare tale sospensione provvisoria. Pertanto, dopo ogni test positivo, è stata applicata una sospensione provvisoria. In entrambe le occasioni, Sinner ha fatto ricorso con successo contro la sospensione provvisoria e quindi ha potuto continuare a giocare».

La decurtazione dei punti è arrivata perché Sinner, secondo le regole, è giudicato responsabile oggettivo anche degli errori commessi dal suo team.

Dopo la vittoria al torneo di Cincinnati, il campione italiano sarà dunque regolarmente in campo nei prossimi US Open, che inizieranno il 26 agosto.

Le reazioni

«Ora mi lascerò alle spalle questo periodo molto impegnativo ed estremamente spiacevole. Continuerò a fare tutto il possibile per assicurarmi di continuare a rispettare il programma antidoping dell’ITIA e ho un team intorno a me che è meticoloso nel proprio rispetto», ha dichiarato Sinner nel pomeriggio di martedì 20 agosto, subito dopo la chiusura delle indagini e il comunicato dell’agenzia internazionale per l’integrità del tennis. Specificando che non risponderà a nessuna domanda sulla questione.

«Le regole antidoping devono essere molto severe per essere efficaci. Purtroppo la sfortunata conseguenza è che, occasionalmente, atleti completamente innocenti vengono coinvolti. Non c'è dubbio che Jannik sia completamente innocente in questo caso. L'ITIA non ha contestato questo principio fondamentale. Tuttavia, secondo le regole, è responsabile degli errori dei membri del suo team e quegli errori hanno purtroppo portato al test positivo che l'ITIA ha appena annunciato», ha detto invece l’avvocato del tennista italiano, Jamie Singer.

«Siamo incoraggiati dal fatto che non sia stata riscontrata alcuna colpa o negligenza da parte di Jannik Sinner. Vorremmo anche riconoscere la solidità del processo di indagine e la valutazione indipendente dei fatti nell'ambito del Tennis Anti-Doping Programme (TADP), che gli ha consentito di continuare a competere. Questa è stata una questione impegnativa per Jannik e il suo team e sottolinea la necessità che i giocatori e i loro entourage prestino la massima attenzione nell'uso di prodotti o trattamenti. L'integrità è fondamentale nel nostro sport», ha scritto invece in un comunicato l’ATP, il circuito professionistico mondiale di tennis maschile.

Nei confronti di Sinner sono arrivati però anche commenti molto duri, tra cui quello del tennista australiano Nick Kyrgios: «Ridicolo, che sia stato accidentale o pianificato. Ti hanno fatto fare due test con una sostanza (steroide) proibita...dovresti stare via per 2 anni. Le tue prestazioni sono migliorate. Crema per massaggi... Sì, certo», ha scritto su X.

«Non riesco a immaginare cosa stiano provando in questo momento tutti gli altri giocatori che sono stati squalificati per sostanze contaminate. Regole diverse per giocatori diversi», ha scritto invece il canadese Denis Shapovalov.

«Quello che non capisco è perché gli hanno tolto i punti e i soldi conquistati a Indian Wells se è innocente? Io sono sicuro che Jannik lo sia e al posto suo avrei fatto ricorso per farmi ridare i punti e i soldi che ha guadagnato nel torneo californiano», ha dichiarato Nicola Pietrangeli all’Adnkronos. «Questo Tribunale indipendente mi convince poco, è una decisione che lascia dubbi. Credo che Jannik abbia deciso di non fare ricorso perché consigliato dai suoi legali ma se fosse successo a me io non avrei accettato che una decisione a metà. Se sono innocente voglio i punti e i soldi che mi spettano».

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