È quanto afferma la Cassazione, nelle motivazioni dell’ultima sentenza del processo ai danni dei carabinieri coinvolti, che ha visto le condanne a 12 anni di reclusione per Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro
Il pestaggio di Stefano Cucchi da parte dei carabinieri è stata la «causa primigenia» di una serie di «fattori sopravvenuti», tra cui anche le «negligenti omissioni dei sanitari», della morte del geometra romano.
- È quanto afferma la Cassazione, nelle motivazioni dell’ultima sentenza del processo ai danni dei carabinieri coinvolti, che ha visto le condanne a 12 anni di reclusione per Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, arrivata il 4 aprile scorso.
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La Corte ha respinto i ricorsi dei militari coinvolti nel pestaggio di Cucchi, i quali sostenevano il “decorso anomalo” della sua morte. Per la Cassazione «la questione della prevedibilità dell’evento» delle lesioni e poi del decesso «è certamente fuori discussione».
- Perché, spiega la Cassazione, i dubbi sono fugati «date le modalità con le quali gli imputati hanno percosso la vittima, con colpi violenti al volto e in zona sacrale, ossia in modo idoneo a generare lesioni interne che chiunque è in grado di rappresentarsi come prevedibile conseguenza di tale azione».
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