Si aggiungono altri quattro decessi classificati come “per cause ancora da accertare”. La salute psichica deve essere una priorità e occorre riprendere un dialogo sulle condizioni dei detenuti. A dirlo il garante nazionale
Dall’inizio dell’anno sono dieci le persone che si sono tolte la vita in carcere. A questi si aggiungono quattro decessi classificati “per cause ancora da accertare”. L’ultimo caso riguarda una giovane donna che si è suicidata nel carcere di Messina nella sera del 9 febbraio.
- «La tutela della salute psichica sia priorità di tutti a partire dal prossimo capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria», ha detto il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, che esprime forte preoccupazione perché i numeri sono in netto aumento.
- Il garante evidenzia l’urgenza di garantire un supporto sia ai detenuti sia al personale penitenziario e una risposta tempestiva «alle esigenze specifiche e alle vulnerabilità delle persone private della libertà».
- Occorre, secondo il garante, riprendere il dialogo sulle condizioni delle persone detenute e dare «risposte effettive alla criticità dell’affollamento», aggravato dalla pandemia, per dare piena attuazione al dettato costituzionale.
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