Accolta la richiesta di patteggiamento nell’inchiesta sul sistema per favorire negli appalti le aziende che pagavano consulenze. Si chiude così uno dei capitoli del cosiddetto “Sistema Verdini” che ha imbarazzato il ministro dei trasporti, legato sentimentalmente alla figlia di Denis (a sua volta indagato)
Mazzette, appalti e patteggiamenti. Come quello di Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare forzista Denis nonché cognato del ministro Matteo Salvini. Oggi il gup di Roma ha ammesso la richiesta di pena a 2 anni e 9 mesi avanzata dal rampollo accusato di corruzione e turbativa d’asta nell’inchiesta che ha ricostruito il sistema per favorire nelle gare d’appalto dell’Anas una serie di aziende che pagavano ricche fatture alla società di Verdini jr.
Una storia di affari poco trasparenti, con ombre su politica e potenti imprenditori. Ma soprattutto di appalti in cambio di consulenze fittizie di centinaia di migliaia di euro, con “consulenti” capaci di rivelare informazioni riservate per avere ritorni economici e non solo. Ma andiamo con ordine.
L’inchiesta
Mancavano pochi giorni alle fine del 2023 e Tommaso Verdini finiva in manette. Al centro delle indagini dei pm di Roma, come si diceva, il sistema per favorire nelle gare d’appalto dell’Anas le aziende che “ricompensavano” Inver, società di consulenza di proprietà del rampollo di casa Verdini e del socio Fabio Pileri, pure lui tra gli arrestati. E mentre l’accusa, all’epoca, sosteneva che Verdini jr, da consulente, sarebbe appunto riuscito a garantire alle aziende l’accesso a informazioni riservate sui bandi di gara della società di proprietà di Ferrovie dello Stato, “favorendo” i suoi clienti, il leader della Lega Matteo Salvini, legato sentimentalmente a Francesca Verdini, ha di fatto sempre mostrato grande sostegno alla famiglia. Di Tommaso disse «un ragazzo in gambissima, di cui mi fido», subito dopo che era finito ai domiciliari. Mentre era andato a Sollicciano a trovare il suocero, tornato in carcere per violazione degli arresti domiciliari a cui era costretto per la condanna a sei anni per il fallimento del Credito Fiorentino.
Ieri intanto il patteggiamento di Verdini jr. Il giudice ha anche accolto per Verdini jr la richiesta di conversione della pena in lavori di pubblica utilità. Nello stesso procedimento è parte civile Anas.
Si chiude così uno dei capitoli del cosiddetto Sistema Verdini relativo al rampollo di casa, senza contare che tra gli indagati c’è anche il padre Denis.
L’inchiesta era partita nel 2022, quando i detective della Guardia di finanza avevano perquisito l’Inver nei locali a via della Scrofa, nel centro di Roma, in un palazzo a due passi dal Senato. Della stessa Inver era socia la compagna del ministro Salvini: co-fondatrice della società insieme al fratello Tommaso, Francesca Verdini ha venduto le sue quote nel 2021. È così che al suo posto è arrivato Pileri.
Umbro, classe 1977, Pileri nel 2022 ha aperto anche un’altra società di consulenza, Pica Consulting. Il socio al 50 per cento era Andrea Carminati, 33 anni, figlio di Massimo, “er cecato”, che dal 2020 sta scontando ai domiciliari i 10 anni di condanna per l’inchiesta “Mondo di mezzo”, che ha travolto il potere romano, con accuse pure di mafia poi cadute negli ultimi due gradi di giudizio.
Tornando all’udienza di oggi il giudice ha anche rarificato il patteggiamento a un anno e nove mesi (pena sospesa) per un altro indagato, l’imprenditore Angelo Ciccotto.
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