Un’inchiesta del New York Times ha raccolto centinaia di prove dell’utilizzo di munizioni vietate dai trattati internazionali o il cui utilizzo potrebbe costituire un crimine di guerra: dalle munizini a grappolo alle mine antiuomo
Nella sua guerra di invasione, la Russia ha impiegato decine di armi e munizioni vietate dai trattati internazionali o che, se usate in modo indiscriminato in presenza di civili, possono costituire crimini di guerra: dalle bombe a grappolo alle mine antiuomo, passando per gli ordigni incendiari. Per quattro mesi, il New York Times ha raccolto prove e indizi dell’utilizzo di queste armi.
Le più diffuse sono le munizioni non guidate: razzi e proiettili di artiglieria la cui traiettoria non può essere modificata una volta lanciate. Si tratta delle armi più utilizzate dalle forze armate russe, spesso in modo indiscriminato e contro aree abitate da civili.
L’utilizzo di queste armi può costituire un crimine di guerra se non vengono prese sufficienti cautele per evitare di arrecare danni alla popolazione. La Russia ha fatto ampio uso di questo tipo di munizioni per colpire le posizioni dell’esercito ucraino, ma anche per bombardare le città sulla linea del fronte, come Kharkiv e Mariupol.
Ma il New York Times ha raccolto anche numerose prove dell’utilizzo di altre armi, il cui utilizzo è in alcuni casi esplicitamente vietato dalle convenzioni internazionali.
Munizioni a grappolo
Le munizioni a grappolo, a volte indicate come “bombe a grappolo”, sono la più nota tra le armi vietate da trattati internazionali che vengono tuttora regolarmente utilizzate dagli eserciti. Il New York Times ha identificato 60 episodi in cui l’esercito russo avrebbe utilizzato questo tipo di munizione e 30 in cui munizioni a grappolo sono state rinvenute presso edifici civili.
Le munizioni a grappolo possono presentarsi sotto forma di razzi, missili, bombe o proiettili di artiglieria. Sono composte da un involucro esterno e da un contenitore che può ospitare decine di submunizioni, piccole bombe che possono essere non più grandi di un pugno. Quando il proiettile si avvicina al bersaglio, il contenitore si apre, disperdendo le submunizioni su una vasta area.
In questo modo, le munizioni a grappolo sono più efficienti di quelle convenzionali di pari peso. Invece di concentrare un’unica grande esplosione in uno spazio ridotto, le submunizioni consentono di suddividerla in numerose esplosioni, meno potenti, ma distribuite su un’area più vasta.
Un’arma indiscriminata
Per questa ragione, le bombe a grappolo sono considerate un’arma “indiscriminata”, difficile da indirizzare soltanto contro bersagli militari. Inoltre, fino al 20 per cento delle submunizioni rilasciate può arrivare a terra senza esplodere, restando pericolosa anche per anni.
Per questa ragione nel 2010 è entrata in vigore la Convenzione sulle munizioni a grappolo, che ne vieta la produzione e l’utilizzo. Centodieci paesi hanno firmato la convenzione, a cui però non partecipano né Russia né Ucraina. Nemmeno gli Stati Uniti hanno firmato il trattato, ma hanno volontariamente eliminato la gran parte delle munizioni a grappolo dal loro arsenale.
In passato, anche gli ucraini hanno utilizzato munizioni a grappolo, ma nell’attuale conflitto il New York Times ha identificato un solo caso in cui può essere dimostrato l’utilizzo di questo tipo di arma da parte delle forze armate ucraine.
Trappole e mine
Il New York Times ha individuato diversi casi in cui l’esercito russo ha utilizzato mine e trappole esplosive. Vicino a Kiev, il quotidiano ha individuato una trappola esplosiva formata da una bomba a meno innescata nascosta in un bicchiere di carta.
Questa trappola potrebbe costituire una violazione della Convenzione su certe armi convenzionali, che proibisce di mascherare trappole sotto forma di oggetto di uso quotidiano che potrebbero essere manipolati da civili.
Un altra arma identificata è la mina antiuomo Pom-3, un dispositivo molto avanzato, dotato di sensore di movimento che scatta quando una persona si trova nei pressi. A quel punto, una prima carica di esplosivo proietta la mina a circa un metro e mezzo di altezza, dove la detonazione di una seconda carica distribuisce tutto intorno schegge letali fino a una distanza di circa 30 metri.
Le mine antiuomo sono vietate da un trattato del 1997 firmato da 164 nazioni, tra cui l’Ucraina, ma in cui non compaiono né la Russia né gli Stati Uniti.
Incendiari e freccette
Infine, il New York Times si occupa di due tipi di munizioni non esplicitamente vietate dai trattati internazionali, ma il cui uso indiscriminato costituisce un potenziale crimine di guerra.
Si tratta delle munizioni incendiarie, il cui uso è esplicitamente proibito nei pressi di insediamenti civili, visto che per loro natura sono armi “indiscriminate”, cioè i cui danni non possono essere con sicurezza limitati a obiettivi militari.
Il quotidiano ha identificato almeno un caso in cui questo tipo di munizioni è stato utilizzato nel sud est dell’Ucraina. Si tratta di munizioni incendiarie alla termite, un materiale che brucia ad altissime temperature e che viene distribuito da proiettili che si aprono in volo in modo non troppo diverso dalle bombe a grappolo.
Infine, a Kiev, sono state identificate tracce dell’uso di “flechette”, o “freccette”. Si tratta di normali proiettili per cannone, in genere in dotazione ai carri armati, riempiti non di esplosivo convenzionale, ma di piccole freccette di metallo. Queste munizioni sono in genere utilizzate in ruolo anti-fanteria per via della loro capacità di saturare una vasta area.
Secondo alcuni, questo tipo di munizioni potrebbe causare una «inutile sofferenza» e quindi il loro utilizzo potrebbe essere classificato come crimine di guerra. Stati Uniti e Israele in passato hanno utilizzato “flechette” durante i combattimenti in aree urbane.
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