Le notizie di oggi 16 dicembre: le affermazioni di Franco Locatelli su tamponi e vaccini pediatrici, l’Italia eletta “Paese dell’anno 2021” dall’Economist, la denucia di Amnesty International e di Human Rights Watch sui massacri nel Tigrè, l’incontro tra il segretario della Nato e il presidente dell’Ucraina, le decisioni del Consiglio direttivo della Bce, i dati sull’andamento della pandemia, i dettagli sulla variante Omicron, la visita di congedo del presidente Mattarella in Vaticano.

Il saluto di Mattarella

Dopo la visita di congedo al Vaticano da papa Francesco, il capo dello Stato ha ribadito l’addio al Quirinale anche nel consueto scambio di auguri di Natale e di Capodanno con il corpo diplomatico. «È con grande piacere che torno ad accogliervi al Quirinale per il saluto di fine anno. Oggi, per me, è anche l’occasione di un commiato. Vorrei esprimere a voi tutti e ai cittadini dei Paesi che rappresentate gli auguri più cordiali per le prossime festività», ha detto Mattarella.

«Il mio auspicio è per un 2022 che consenta ai nostri popoli di far tesoro delle lezioni che abbiamo appreso in questi due anni, per un miglior futuro», ha detto Mattarella ricordando l’approccio multilaterale dell’Italia alle questioni internazionali con organi come la Nato, l’Ue e l’Onu. «Le crisi in atto hanno generato lo scorso anno, secondo le Agenzie delle Nazioni unite, un incremento del fenomeno migratorio, che ha raggiunto un livello che supera i 280 milioni di essere umani, mentre i profughi, nello stesso periodo, hanno superato gli 82 milioni di persone. È evidente che non possiamo chiudere gli occhi, ripiegarci su noi stessi, ma dobbiamo avere il coraggio di raccogliere le sfide, elaborando congiuntamente soluzioni all’altezza degli impegni liberamente assunti a livello internazionale», ha detto il capo dello Stato nel suo discorso.

Le dichiarazione di Locatelli

LaPresse lapresse

Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts, il Comitato tecnico scientifico, ha parlato, oggi, dell’ipotesi dell’obbligo di tampone anche per i vaccinati, per l’accesso ai grandi eventi.

Si tratterebbe di «un'ipotesi da considerare se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare», ha detto il professore nel corso della trasmissione “Buongiorno” di Sky Tg24, perché «va tutelato il vantaggio che è stato accumulato dal nostro Paese e soprattutto vanno protette le vite degli italiani».

Locatelli ha anche parlato del vaccino pediatrico – oggi infatti prende il via la campagna vaccinale per i bambini dai 5 agli 11 anni – e lo ha definito: «decisamente sicuro». Così si evince, come ha spiegato, «da tutti i dati, sia dallo studio che ha portato all’approvazione, sia dall’impiego dei paesi che hanno iniziato a somministrarlo prima di noi, come gli Stati Uniti».

«Tutto quello che è orientato a proteggere la salute dei nostri figli - ha aggiunto - è un atto d’amore. Qualsiasi papà e qualsiasi mamma vuol fare il meglio per i propri figli e la vaccinazione va in questa direzione: è sicura, efficace e fornisce una protezione alta ai nostri bambini da forme gravi di Covid-19, dalla cosiddetta sindrome infiammatoria sistemica, dal long Covid».

L’Italia, paese dell’anno per l’Economist

L'Italia è il “Paese dell'anno 2021” per l’Economist. Il settimanale britannico assegna il premio «non al paese più grande, al più ricco o al più felice» ma a quello che è «migliorato di più nel 2021». La scelta dell’Italia – si legge –  «non per l'abilità dei suoi calciatori, che hanno vinto l'Europeo, né per le sue pop star, che hanno vinto l'Eurovision Song Contest, ma per la sua politica».

L’elogio va in modo particolare al presidente del Consiglio, Mario Draghi, «un premier competente e rispettato a livello internazionale». Non solo. «Per una volta - sottolinea l’Economist - una larga maggioranza dei politici italiani ha seppellito le proprie divergenze per sostenere un programma di profonda riforma» che dovrebbe permettere al paese «i fondi a cui ha diritto nell'ambito del piano di ripresa post-pandemia dell'Ue».

Anche la strategia attuata in risposta alla pandemia è oggetto di apprezzamento. «Il tasso di vaccinazione contro il Covid in Italia è tra i più alti d'Europa. E dopo un 2020 difficile, la sua economia si sta riprendendo più rapidamente di quelle di Francia o Germania».

Le Ong denunciano i massacri nel Tigrè 

(AP Photo/File)

Amnesty International e Human Rights Watch hanno accusato le Forze di sicurezza amhara di arresti di massa, uccisioni ed espulsioni forzate di tigrini nel territorio del Tigrè occidentale, situato nel nord dell’Etiopia. Secondo le nuove prove raccolte dalle due organizzazioni per i diritti umani, diversi civili tigrini in fuga dalla violenza sono stati attaccati e uccisi, mentre numerosi altri sono tuttora detenuti in condizioni equivalenti alla tortura, ridotti alla fame e privati di cure mediche.

Stando ai dati raccolti dall’inizio del conflitto, nel novembre 2020, nella regione contesa tra il governo etipoe e le forze di liberazione, sarebbero state commesse alcune delle peggiori atrocità, con massacri, bombardamenti indiscriminati e sfollamenti su larga scala a danno della popolazione tigrina.

Tra novembre e dicembre le due ong hanno conadotto 31 interviste telefoniche a testimoni, sopravvissuti e parenti delle persone arrestate o sfollate, sulle violenze commesse dalle milizie e dalle forze di sicurezza regionali amhara contro la popolazione tigrina. «Dall’inizio di novembre – si legge nel rapporto –  le forze di sicurezza e le milizie amhara, compresi gruppi di miliziani chiamati Fanos, hanno sistematicamente rastrellato gli abitanti delle tre città. Hanno separato nuclei familiari e arrestato anziani, donne e anche minorenni. Poi hanno allontanato dalle città le donne, i bambini, gli anziani e gli ammalati. Alcuni degli sfollati sono riusciti ad arrivare nel Tigay centrale, di altri non si hanno più notizie».

Il 2 dicembre 2021 l’Ocha, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, ha dichiarato che dall’inizio del conflitto il numero dei tigrini sfollati era arrivato a un 1,2 milioni.

Solo tra il 25 novembre e il 1° dicembre, secondo le Nazioni Unite, i nuovi sfollati sono stati più di 10mila. Il Tigrè occidentale resta inaccessibile alle agenzie umanitarie a causa di problemi di sicurezza.

L’Ue fornirà i vaccini al popolo bielorusso

French President Emmanuel Macron, center, and German Chancellor Olaf Scholz, left, speak with Ukraine's President Volodymyr Zelenskyy, right, during a bilateral meeting on the sidelines of an Eastern Partnership Summit in Brussels, Wednesday, Dec. 15, 2021. European Union leaders meet Wednesday with partner nations on its eastern borders, with the Russian military buildup on Ukraine's border as the main point of focus. (Kenzo Tribouillard, Pool Photo via AP)

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Layen ha dichiarato: «Siamo pronti a fornire vaccini al popolo bielorusso. Abbiamo messo da parte le dosi di vaccino e stiamo proprio ora esaminando il modo per consegnarle alla popolazione bielorussa il più rapidamente possibile».

L’Unione europea ha condiviso 13 milioni di vaccini con i partner del Partenariato orientale (Po) che comprende sei stati: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina.  

La Commissione ha firmato con la Banca di sviluppo polacca un accordo per 35 milioni, come ha annunciato martedì 13 dicembre il commissario europeo per il vicinato e l’allargamento, Oliver Varhelyi.

Questo denaro «permetterà al Team Europe di accelerare la consegna di vaccini ai Paesi del Partenariato orientale», ha spiegato Ursula von der Layen.

Il Team Europe comprende oltre agli stati membri dell’Unione, anche le loro agenzie esecutive e banche pubbliche di sviluppo, nonché la Banca europea per gli investimenti (Bei) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers). Il gruppo è nato nell’aprile 2020, per esprimere una risposta coordinata e collettiva alla pandemia, sia all’interno dei confini dell’Ue, che nei confronti dei paesi partner. 

La Bce lascia invariati i tassi di interesse

© ROBERTO MONALDO/LAPRESSE

«Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, 0,25% e -0,50%". Lo comunica la Banca centrale europea, al termine al termine del Consiglio direttivo, il principale organo decisionale della Bce costituito dai sei membri del Comitato esecutivo e dai governatori delle banche centrali dei 19 paesi dell’area dell’euro.

«A sostegno del suo obiettivo simmetrico di inflazione del 2% - prosegue la Bce - e in linea con la sua strategia di politica monetaria, il Consiglio direttivo prevede che i tassi di interesse di riferimento della Bce rimangano ai livelli attuali o inferiori finché non vedrà l'inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e in modo duraturo per il resto dell'orizzonte di proiezione, e giudica che i progressi realizzati nell'inflazione sottostante siano sufficientemente avanzati da essere coerenti con la stabilizzazione dell'inflazione al 2% nel medio termine. Questo può anche implicare un periodo transitorio in cui l'inflazione è moderatamente superiore all'obiettivo».

Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di estendere l'orizzonte di reinvestimento per il Pepp, il Programma di acquisto per l’emergenza pandemica.  L'Eurotower ora intende reinvestire il capitale dei titoli acquistati con il programma pandemico Pepp almeno fino alla fine del 2024.

«Nel primo trimestre del 2022, il Consiglio direttivo prevede di effettuare acquisti netti di attività nell'ambito del programma di acquisto d'emergenza per le pandemie (Pepp) a un ritmo inferiore a quello del trimestre precedente. Interromperà gli acquisti netti di attività nell'ambito del Pepp a fine marzo 2022". Lo comunica la Bce al termine al termine del Consiglio direttivo.

Il rapporto Gimbe

LaPresse

Per il periodo che va dall’8 al 14 dicembre, la fondazione Gimbe rileva un generale  andamento negativo della situazione. Sono aumentati infatti i contagiati, gli ospedalizzati e i morti, rispetto alla settimana precedente. 

In particolare in quest’ultima settimana i nuovi positivi sono stati 24.568 contro i 105.771 della scorsa rilevazione, cioè il 17,8 in più in termini percentuali; i decessi, 663, contro 558 dell’altra settimana, pari al 18 per cento in più, con una media di 95 morti al giorno rispetto agli 80 della settimana precedente.

In aumento anche i ricoverati con sintomi, pari a 7.163, contro i 6.078 (+17,9 per cento) dell’ultima rilevazione, e quelli nelle terapie che sono passati da 776 a 863 (+11,2 per cento). 

Tuttavia, «nonostante l’aumentata pressione sugli ospedali – si legge nel rapporto – nelle ultime settimane si è progressivamente ridotta la percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi». Dunque, malgrado la crescita dei ricoveri, rispetto alla settimana precedente, rispetto al numero dei positivi ci sono, in termini percentuali, meno ospedalizzati. Il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta spiega che «a fronte di un numero di tamponi sostanzialmente stabile, questo dato è verosimilmente da imputare all’incremento delle terze dosi , che riportano l’efficacia a valori più elevati». 

L’incontro Nato – Ucraina

AP Photo/Olivier Matthys

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo l’incontro di questa mattina ha chiesto alla Russia di tornare alla diplomazia, ribadendo che qualsiasi azione militare contro l’Ucraina comporterà gravi conseguenze. 

«Abbiamo discusso del sostanziale accumulo militare della Russia intorno all'Ucraina, con decine di migliaia di truppe pronte al combattimento, carri armati, artiglieria, unità corazzate, droni, sistemi di guerra elettronica», ha dichiarato Stoltenberg, che ha aggiunto: «Non vediamo alcun segno che questo accumulo si stia arrestando o rallentando. Al contrario, continua. E non ha giustificazione, è provocatorio, destabilizzante e mina la sicurezza in Europa. Chiediamo alla Russia di tornare alla diplomazia e di rispettare la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina. Qualsiasi ulteriore aggressione contro l'Ucraina avrà gravi conseguenze e un prezzo alto».

La variante Omicron 

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La variante Omicron, classificata dall’Organizzazione mondiale della sanità come «variante di preoccupazione», Voc (Variant of Concern),  diventerà prevalente nei prossimi due mesi. Lo afferma il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, nel rapporto settimanale sulla situazione pandemica. «Il nostro paese  è entrato in una fase critica della pandemia per la convergenza di vari fattori: la stagione invernale, gli oltre 6 milioni di non vaccinati, il netto ritardo iniziale nella somministrazione delle terze dosi, le imminenti festività natalizie che aumenteranno contatti sociali e contagi e, soprattutto, la progressiva diffusione della variante omicron che secondo l’Ecdc – il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie – diventerà prevalente in Europa entro i primi due mesi del 2022».

In Italia, secondo i dati Ecdc, i casi riportati sono 27, mentre nel resto d’Europa è in aumento l’incidenza dei contagi locali rispetto a quelli “importati” da altri paesi. Sebbene i dati sull’impatto della variante omicron siano ancora limitati, negli ultimi giorni l’Ecdc e l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, hanno pubblicato degli studi sulla variante Omicron sulla base dei dati provenienti in particolare da Sudafrica, Danimarca e Inghilterra. 

Circa l’indice di trasmisibilità – si legge nel rapporto Gimbe – «la variante omicron è più contagiosa della delta con un tempo di raddoppio dei casi attualmente stimato intorno a 2-3 giorni. Non è ancora chiaro se la rapida crescita nei Paesi con elevati tassi di copertura vaccinale dipenda dalla capacità del virus di sfuggire alla risposta immunitaria, dall’aumento di trasmissibilità o dalla combinazione di entrambi i fattori».

Quanto alla contagiosità, sembra registrarsi una «maggiore incidenza di reinfezioni in persone guarite e una ridotta efficacia dei vaccini. A tal proposito, i dati del Public Health England mostrano che l’efficacia di due dosi di vaccino sulla malattia sintomatica si riduce nettamente, ma risale dopo la somministrazione della terza dose (circa 70-75 per cento). Ma non ci sono ancora dati sostanziali sull’efficacia dei vaccini nei confronti delle forme severe di malattia da variante omicron.

Infine rispetto alla severità della malattia,  «anche se i dati sudafricani suggeriscono che questa variante possa causare un quadro clinico meno severo e quasi tutti i casi riportati in Europa sono lievi o asintomatici – si legge ancora nel rapporto – le evidenze in tal senso non sono ancora robuste. Peraltro, anche se la malattia fosse più lieve, l’aumento consistente dei casi potrebbe comunque determinare un incremento in termini assoluti delle forme severe, con conseguente sovraccarico ospedaliero».

L’incontro tra Mattarella e il papa

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato stamani in Vaticano per la visita di congedo a Papa Francesco, al termine del suo settennato. L’incontro è durato 45 minuti, dalle 9.20 alle 10.05e si è  è svolto nella sala della biblioteca del palazzo apostolico.

Francesco ha ringraziato Mattarella per «il meglio della testimonianza».

Il capo dello Stato , accompagnato dalla figlia Laura, è stato accolto dal picchetto d'onore delle guardie svizzere e dai maggiordomi di Francesco.

Il Papa ha donato a Mattarella una pittura su ceramica raffigurante la Basilica di San Pietro vista dai Giardini Vaticani e i volumi dei documenti papali, con il Messaggio per la Pace per il 2022 (non ancora pubblicato),  il Documento sulla Fratellanza Umana, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020.

Il presidente ha ricambiato con una stampa con Veduta di Roma dal Quirinale e un volume sulla Madonna del cucito di Guido Reni esposta al Quirinale.

Nel corso del suo mandato, il presidente Mattarella ha incontrato il papa diverse volte, a partire dal18 aprile 2015, quando il pontefice accolse per la prima volta il presidente in Vaticano, dopo l’elezione, avvenuta il 31 gennaio 2015. 

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