Il comitato per le emergenze dell’Organizzazione mondiale della sanità si è riunito giovedì per decidere se dichiarare l’emergenza globale. In Italia nelle ultime settimane sono stati registrati 185 casi, principalmente nel milanese. Intanto alcuni scienziati sottolineano come sia difficile trovare una risposta comune tra i focolai europei e quelli in Africa
Il comitato per le emergenze dell’Organizzazione mondiale della sanità si è riunito giovedì per decidere se dichiarare l’emergenza globale in riferimento all’epidemia del vaiolo delle scimmie. È il secondo incontro su questo tema nel giro di poche settimane.
I funzionari africani dell’Oms hanno dichiarato che stanno già trattando la malattia come un’emergenza. Diversa la posizione dei funzionari europei che hanno sottolineato come sia esagerato dichiarare un’emergenza in Europa, in Nord America e in altri paesi con buoni sistemi sanitari. Si è visto infatti che in questi contesti il virus ha sempre presentato sintomi lievi e facilmente curabili. Tanto che nel Regno Unito i medici hanno già declassato il rischio legato alla malattia.
I rischi per la salute
Su Domani aveva chiarito quest’aspetto anche il medico e giornalista Andrea Casadio, spiegando in un articolo che «il virus del vaiolo delle scimmie non è neanche lontanamente paragonabile al Sars-CoV-2, il coronavirus responsabile della pandemia di Covid-19. Non si trasmette da uomo a uomo con la stessa rapidità, inoltre, poiché è strettamente affine al virus del vaiolo, noi abbiamo già a disposizione farmaci e vaccini per limitarne il contagio».
Il direttore generale dell'Oms Tedros però ha detto di essere «preoccupato per il numero di casi crescente in molti paesi, che sono stati segnalati». Il virus infatti sta rallentando la sua corsa in alcuni paesi, ma in altri è in aumento. Sono stati poi registrati i primi casi in sei nuovi paesi.
L’origine della malattia
Il vaiolo delle scimmie è radicato da decenni in alcune parti dell'Africa centrale e occidentale, dove animali selvatici malati occasionalmente infettano le persone nelle aree rurali. Le epidemie però solitamente rimangono contenute.
La malattia è arrivata a circolare in Europa, Nord America e in altri stati da maggio, se non prima, tra uomini gay e bisessuali. L'epidemia nei paesi ricchi è stata probabilmente innescata tramite rapporti sessuali in due rave in Spagna e Belgio.
I vaccini
Attualmente si stima che ci siano 15mila i casi di vaiolo delle scimmie registrati in tutto il mondo. I paesi occidentali però hanno acquistato milioni di vaccini per gestire la malattia, nonostante non ci siano vittime registrate. Nessuna dose è arrivata però per ora in Africa dove sono già state registrate 70 morti, a causa di una versione più grave.
In Italia sono state registrate 185 nuove infezioni nella zona del milanese nei giorni scorsi. La malattia però non spaventa la comunità scientifica. Intanto contro la malattia il ministero della Salute ha dato il via libera alla distribuzione temporanea, fino al 31 dicembre, del vaccino Jynneos, prodotto dall’azienda Bavarian Nordic.
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