La curia di Verona ha smentito il licenziamento del sacerdote Marco Campedelli dal ruolo di insegnante di religione cattolica in uno dei licei della città.

Campedelli e il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, si erano scontrati dopo che Zenti aveva inviato ai sacerdoti della diocesi una lettera in cui chiedeva di non votare per i sostenitori della cosiddetta «ideologia gender» pochi giorni prima del ballottaggio per eleggere il nuovo sindaco della città.

Una lettera che era sembrata una sconfessione del candidato di centrosinistra, poi risultato vincente, Damiano Tommasi. Campedelli aveva risposto al suo vescovo con una lettera criticata pubblicata sul portale cattolico Adista.

Licenziamento?

Lo stesso portale aveva pubblicato ieri mattina la notizia del “licenziamento” di Campedelli, attribuendone la ragione proprio al diverbio in campagna elettorale. Campdelli, che da 22 anni insegna nel liceo classico Maffei, in centro città, è una figura piuttosto nota a Verona e la notizia ha causato immediatamente forti reazioni. 

Numerosi insegnanti e colleghi di Campedelli hanno pubblicamente espresso il loro appoggio al sacerdote, mentre numerosi studenti hanno organizzato un sit-in in favore di Campedelli di fronte al liceo. Una petizione online per la revoca del presunto licenziamento ha raggiunto 6.500 firme.

Poi, ieri sera, una nota ufficiale della Curia veronese ha smentito la notizia. «Risultano false le parole “siluramento” e “licenziamento´ apparse nell’articolo di Adista.it» e invita il sito a produrre «qualche documento che attesta tale licenziamento, o altrimenti l’amore per la verità e l’onore della professione richiederebbero una ritrattazione».

Adista non ha smentito la notizia, ma in un articolo pubblicato oggi scrive: «La comunicazione della revoca a Marco Campedelli dell’abilitazione all’insegnamento non era ancora scritta nero su bianco, e ciò, si suppone, ha consentito alla Curia di Verona di negare che nulla fosse mai accaduto».

La vicenda

Né il vescovo Zenti né Campedelli sono risultati immediatamente disponibili per una replica. Due diverse fonti, una vicina alla curia e una a Campedelli, sostengono che in settimana ci sarebbe stato un teso scambio di messaggi tra Zenti e Campedelli e poi una telefonata tra un esponente della curia e il sacerdote.

In questa comunicazione, Campedelli avrebbe colto l’intenzione da parte della Curia di revocargli l’abilitazione all’insegnamento. Nessun passo formale in questo senso sarebbe ancora stato intrapreso.

La curia non ha il potere di licenziare un insegnante di religione, ma il diritto canonico e la legge italiana stabiliscono che il vescovo ha diritto di revocargli l’abilitazione all’insegnamento.

Il regolamento della Conferenza episcopale stabilisce che la revoca avviene con un decreto scritto dopo una procedura della durata massima di venti giorni e che prevede di ascoltare le ragioni del sacerdote. 

Nella sua smentita, la curia ricorda che l’incarico di insegnante di religione ha durata di un anno e scade il 31 agosto.

Campedelli è quindi ancora formalmente un insegnante di religione cattolica. Ma nella nota non viene specificato se Campedelli continuerà a insegnare anche il prossimo anno scolastico, né dove.

I trascorsi

Gli scontri tra il vescovo Zenti e Campedelli non sono una novità in città. Nel 2015, Campedelli era stato uno dei numerosi sacerdoti di Verona a criticare il vescovo per aver inviato a oltre 400 insegnanti di religione cattolica una lettera in cui raccomandava una candidata alle regionali nella Lista Zaia.

Scelta per cui era stato criticato anche dal suo ex portavoce e che aveva portato alla luce diverse divisioni e malumori interni alla diocesi.

Soprannominato in città il “vescovo verde” dai suoi critici, Zenti è un prelato di orientamento conservatore che in passato ha espresso in diverse occasioni vicinanza in alla Lega veronese.

Nel 2013, al termine della messa di Natale in Duomo, Zenti aveva lasciato la parola per un breve discorso all’allora sindaco leghista Flavio Tosi.

Qualche anno dopo ha fatto pubblicare un comunicato critico dopo un incontro sull’accoglienza tra Don Ciotti e il sindaco di Riace Mimmo Lucano in una chiesa del centro, poiché, scriveva: «Si possono svolgere eventi che hanno lo scopo di sensibilizzazione sociale in altri posti idonei».

Campedelli è invece di orientamento progressista ed è noto per le sue prese di posizioni politiche. Per 18 anni è stato co-parroco di San Nicolò, dietro l’Arena di Verona,una delle più frequentate in città e un punto di riferimento per i cattolici veronesi di orientamento sociale della città.

Nel 2017, il vescovo Zenti lo ha fatto trasferire come viceparrocco nella piccola Colognola, una decisione considerata da molti in città una punizione per il sacerdote ribelle. 

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