Annunciato a metà luglio dal ministro Nordio e inserito nel decreto carceri, la nomina è «una priorità» secondo via Arenula ma la pausa estiva ha messo tutto in stand-by
Dopo l’ennesima evasione, questa volta dal carcere di Avellino, e il settantesimo detenuto suicida a Vicenza, l’emergenza che riguarda il sistema penitenziario è sempre più conclamata. A mancare, invece, sono contromisure efficaci.
Come da timori estivi, il decreto carceri varato dal governo non ha prodotto alcun effetto concreto, e anche la nuova figura del commissario ad hoc per le carceri annunciata con enfasi dal ministro della Giustizia Carlo Nordio tra gli strumenti operativi per risolvere l’emergenza è ancora solo sulla carta.
La previsione di questa nuova figura era stata anticipata dal guardasigilli in un question time ormai risalente al 17 luglio e poi introdotta nel decreto Carceri, ma, complice anche la pausa estiva (ma per i detenuti agosto è stato un normale mese di sovraffollamento), per ora non si sa ancora nulla di concreto. «È una priorità del ministro che sarà affrontata al più presto», viene assicurato da via Arenula, ma i tempi rimangono nebulosi, come incerto è il profilo di chi potrebbe rivestire il ruolo.
I compiti
«Il commissario straordinario avrà il compito di attuare in tempi brevissimi il piano nazionale di interventi per l'aumento di posti detentivi e per la realizzazione di nuovi alloggi destinati al personale della polizia penitenziaria. Questo programma edilizio sarà imponente e realizzato speditamente.
È un piano a medio termine se non a lungo termine» erano state le parole del ministro. Eppure i tempi non appaiono certo «brevissimi», e già si stanno erodendo i mesi a disposizione del futuro commissario, considerando che – secondo il decreto Carceri – rimarrà in carica fino al 31 dicembre 2025.
Anche perché il percorso di nomina prevede alcuni passaggi: è necessario un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Giustizia di concerto con il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
Il commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria potrà avvalersi di una struttura di supporto alle sue dirette dipendenze con un massimo di cinque esperti (a cui spetteranno compensi lordi «non superiori ai 60mila euro l’anno», e per l’intera struttura commissariale è stanziata una spesa nel limite di 338.625 euro per l’anno 2024 e di 812.700 euro per l’anno 2025).
Quanto ai compiti, il commissario dovrà rendere operativi i progetti già esistenti di edilizia penitenziaria per cui il ministero ha sbloccato 166 milioni di euro, per ristrutturare gli edifici in degradate e costruire nuovi padiglioni. Gli interventi previsti sono 21 e il principale è la costruzione del nuovo carcere di San Vito in Tagliamento, in Friuli-Venezia Giulia, con una capacità di 300 posti, per cui è previsto un costo di 41 milioni di euro, subito dopo ci sono la ristrutturazione del carcere di Brescia Verziano e la costruzione del carcere di Forlì, rispettivamente per 38,8 milioni e 27,8 milioni di euro.
Uno riguarderà anche la ristrutturazione di Poggioreale, dove ieri è andato in visita l'eurodeputato del Pd, Sandro Ruotolo, che ha annunciato che «porteremo la questione delle carceri italiane al parlamento europeo. Chiederemo alla Commissione sulle libertà civili di venire a fare una missione nelle carceri italiane».
Del resto è chiaro che la nomina del commissario – quando avverrà – non produrrà alcun effetto a breve termine. Come calcolato da Antigone nel suo rapporto 2024, infatti, «i tempi medi di costruzione di un carcere, nella storia recente, sono stati circa di 8-10 anni». Non certo una tempistica compatibile con l’emergenza del sovraffollamento certificata anche dal ministero della Giustizia.
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