La consigliera laica si è sospesa dalla sezione disciplinare dopo la notizia di suoi colloqui con una incolpata. Invece di dimettersi dal Csm, ha chiesto di annullare le delibere assunte durante il plenum a cui non ha partecipato. Fonti del Consiglio considerano probabile che il comitato di presidenza ne chieda la sospensione
La ripresa dei lavori del Consiglio superiore della magistratura, prevista per la prossima settimana, si preannuncia uno scontro drammatico tra consiglieri laici di centrodestra e togati. Al centro c’è quello che è ormai diventato il “caso Natoli”, dal nome della consigliera laica in quota Fratelli d’Italia e vicinissima al presidente del Senato, Ignazio La Russa, Rosanna Natoli, costretta a dimettersi dalla sezione disciplinare del Csm in seguito al deposito, durante una udienza, degli audio in cui lei incontrava e si confrontava con la magistrata siciliana Maria Fascetto Sivillo in merito al procedimento disciplinare cui era sottoposta.
In seguito all’emersione di questi fatti – con conseguente invio degli atti alla procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per abuso d’ufficio – Natoli non ha poi partecipato all’ultimo plenum del Csm prima della pausa estiva, in cui si è votato per nominare il procuratore capo di Catania. Il nome in lizza era quello di Francesco Curcio, poi nominato, contrapposto a Francesco Puleio, per cui avrebbe votato Natoli se avesse preso parte alla seduta.
La mossa di Natoli
Vista la gravità dei fatti e anche la moral suasion del Colle affinché Natoli si dimetta anche dal Csm, l’attesa del primo plenum di settembre era per le mosse dell’ufficio di presidenza, visto che esiste l’ipotesi che il consiglio agisca in autotutela sospendendola.
Invece Natoli ha preceduto e spiazzato tutti. Anziché dimettersi, la laica è andata all’attacco, presentando al Comitato di presidenza del Csm una richiesta di annullamento di tutte le delibere di plenum del 17 luglio 2024, sostenendo che le sarebbe stato impedito di partecipare alla seduta con azioni che l'hanno «terrorizzata, forzata e violentata psichicamente da parte dei consiglieri di Area e di Md» e per questo «sono stata costretta, mio malgrado, ad allontanarmi». Nell’atto, Natoli spiega che il suo terrore nasceva dal fatto che la consigliera del gruppo di Area Abenavoli «aveva comunicato al vice presidente che qualora fossi entrata in aula consiliare per partecipare ai lavori del plenum avrebbero diffuso, mediante lettura, la trascrizione del contenuto della chiavetta Usb».
La tesi di Natoli, dunque, è che «in conseguenza di tale pressione psicologica sono stata costretta a non votare con conseguente approvazione della proposta di nomina del dottor Curcio», mentre il suo voto sarebbe andato a Puleio.
L’istanza di annullamento in autotutela è di fatto un atto di accusa nei confronti dei consiglieri togati di Area e Magistratura democratica e termina con la richiesta di «revoca delle delibere trattate durante il plenum, specie quella di conferimento dell’ufficio direttivo di Catania». Tradotto: nessun passo indietro dal Consiglio e anzi sfida aperta ai togati progressisti. La reazione di Area e Md è arrivata immediatamente. L’unica togata eletta da Md, Domenica Miele, ha scritto di leggere «con stupore» la nota di Natoli e «smentisco in maniera assoluta di aver delegato alcun consigliere a parlare a mio nome», per questo è pronta ad agire «nelle sedi opportune» per ottenere tutela.
Per Area, invece, è intervenuto il segretario Giovanni Zaccaro dicendo che «rispetto la persona umana, soprattutto quando sbaglia, e cerco di comprenderne le debolezze. Ma tutto ha un limite», ha sottolineato che in tanti «speravano facesse un passo indietro per il bene delle istituzioni» ma, dopo questa istanza, «non possiamo che affidarci alle ragioni del diritto ed alle norme che regolano la permanenza nelle funzioni dei consiglieri superiori che violano i precetti di disciplina». Intanto, candidati bocciati per la procura di Catania starebbero ragionando sull'ipotesi di presentare ricorso contro la nomina di Curcio.
La situazione, tesissima e drammatica di scontro tra la componente togata in particolare progressista e quella laica di centrodestra, ora minaccia davvero di esplodere nelle mani del vicepresidente Fabio Pinelli. La data fissata per il plenum è l’11 settembre e, secondo fonti del consiglio, il comitato di presidenza farà la sua relazione sul caso e «con buona probabilità» potrebbe chiedere di votare la sospensione di Natoli.
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