«L'idea di veder sfilare questo potente mezzo, che dà prestigio, con il Gruppo operativo mobile sopra, e far sapere ai cittadini chi sta dietro a quel vetro oscurato, come noi sappiamo trattare chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato, è per il sottoscritto una intima gioia».

Queste parole del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, pronunciate in occasione della presentazione della nuova vettura della Polizia penitenziaria per il trasporto dei detenuti in regime di 41 bis, diventano un caso politico.

Il primo a rilevare l’enormità del concetto espresso – quel «non lasciamo respirare… intima gioia» – è il leader di Italia Viva Matteo Renzi che chiede le dimissioni del sottosegretario: «Il giorno in cui il sottosegretario Delmastro si vergognerà sarà comunque troppo tardi. Ma intanto che si dimetta. Subito. Sono parole vergognose, orribili, indegne di un uomo che dovrebbe rispettare la Costituzione e lo Stato di diritto».

Walter Verini, capogruppo Pd in Antimafia, trova gravissime le parole del sottosegretario, in quanto «ignorano i principi e i contenuti dell'articolo 27 della Costituzione. E quelle parole offendono anche il lavoro fondamentale del personale della Polizia penitenziaria, che in condizioni difficilissime, ogni giorno, compie il proprio dovere».

Le capogruppo nelle commissioni giustizia Valentina D'Orso e Ada Lopreiato del M5S scrivono che le parole di Delmastro «non hanno nulla a che fare con la certezza della pena; e la sua spiegazione postuma su un presunto riferimento all'intransigenza nei confronti della mafia è ridicola visto che proprio in questi giorni girano per l'Italia in semilibertà o permesso premio vari boss mafiosi irriducibili a causa della legge sull'ergastolo ostativo del governo Meloni».

Indignazione anche da parte delle Acli, con il presidente nazionale Emiliano Manfredonia che scrive: «Le parole del sottosegretario sono indegne di un componente del governo di un Paese civile e contrastano con lo spirito della Costituzione». «Affermare – prosegue – che i vetri affumicati delle auto delle forze dell'ordine servono a mascherare “il non lasciar respirare le persone caricate sopra”, e che questo lo riempie di “intima gioia”, è indice di una mentalità brutale ed irrispettosa dei diritti che la Costituzione riconosce ad ogni cittadino».

La difesa di Donzelli

Speculare la levata di scudi di FdI a difesa del sottosegretario. Molti colleghi di partito parlano di «metafora» e di «strumentalizzazione» da parte dell’opposizione. In particolare il deputato Giovanni Donzelli dice che «le parole di Delmastro nel presentare le vetture per il trasferimento di mafiosi e terroristi a regime di carcere duro hanno il chiarissimo significato di non dare tregua e fiato ai mafiosi al 41 bis e quindi alla criminalità organizzata nel suo complesso. La sinistra solleva polemiche surreali per cercare ancora una volta di inquinare il dibattito politico per indebolire la difesa del 41 bis da parte del governo Meloni». Il riferimento di Donzelli al 41 bis non è casuale. Il sottosegretario Delmastro è a processo per rivelazione di segreto d’ufficio. Il caso esplose quando proprio Donzelli il 31 gennaio 2023 alla Camera riportò i contenuti di alcune registrazioni di colloqui avvenuti nel carcere di Sassari dove Cospito era detenuto prima di essere trasferito al carcere di Opera per motivi di salute. Durante l’ora d’aria, l’anarchico parlava con boss di camorra e ‘ndrangheta del 41bis e di come ottenere modifiche del regime di detenzione più duro. Secondo l’accusa, a passare quelle registrazioni segrete a Donzelli era stato proprio il compagno di partito Andrea Delmastro, affinché le rendesse pubbliche alla Camera per attaccare i parlamentari di opposizione che avevano visitato Cospito in carcere.

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