In tutti i terremoti che mi sono trovato a gestire, bisogna fare i conti con la legittima, naturale paura delle persone. Comprensibile, ma non deve trasformarsi in panico. Per evitarlo dobbiamo necessariamente informare i cittadini con una comunicazione corretta e non allarmistica. E dobbiamo fare in modo che si riesca a rafforzare questa convivenza con il bradisismo
Mi sono spesso occupato, nella mia vita da ricercatore, di terremoti. So quindi molto bene che cosa comportino dal punto di vista tecnico e quali effetti abbiano sulle comunità vittime delle scosse. La priorità è sempre garantire la sicurezza delle persone, che devono essere correttamente informate e istruite sulle modalità da seguire. Poi c’è la paura, sentimento irrazionale difficile da gestire per quanto si possa provare a tranquillizzare i cittadini.
Sulle recenti scosse dovute al bradisismo nei Campi Flegrei, nella qualità di sindaco di Napoli e della città metropolitana posso rassicurare che le autorità preposte – sotto il coordinamento della Protezione civile nazionale – da mesi stanno lavorando per rispondere in tempi celeri a ogni esigenza. Nell’ultima assemblea svoltasi a Bagnoli, con centinaia di cittadini che mi rivolgevano domande, abbiamo fatto il punto della situazione partendo dal presupposto che l’area a rischio è stata individuata a livello nazionale e ci si è regolati di conseguenza. Ciò lo evidenzio perché tutti siamo impegnati, ciascuno per la rispettiva competenza, a realizzare un piano condiviso. E non è il momento di strumentalizzazioni, sciacallaggi o fake news. Conta la serietà dei comportamenti, spiegare con i dati alla mano, non cavalcare onde emozionali per inseguire il consenso facile.
La situazione a Pozzuoli, epicentro dell’ultimo sciame, presenta delle criticità che il comune e la Protezione civile stanno provvedendo a mitigare. A Napoli, ho effettuato personalmente una serie di sopralluoghi nelle scuole più vicine alla zona di interesse, al confine con Pozzuoli appunto. Ebbene, non sono stati registrati danni. Abbiamo esaminato gli edifici, chiusi precauzionalmente, in lungo e in largo e non vi sono stati problemi al punto che ho riaperto le scuole. Un segnale che reputo forte dal punto di vista pragmatico, ma anche simbolico.
È molto importante riuscire a gestire le situazioni di emergenza, con cui dobbiamo convivere e con cui probabilmente conviveremo per mesi. Da un lato dobbiamo garantire sicurezza ai cittadini e la sicurezza ai cittadini parte da una valutazione della sicurezza degli edifici pubblici e su quella abbiamo già avuto e avremo ancora di più attenzione. Ovviamente c’è una valutazione della sicurezza relativa agli edifici privati: su questo è in corso un’indagine da parte della Protezione civile nazionale con una prima fase che si concluderà a giugno.
Gestire la paura
Come detto, in tutti i terremoti che mi sono trovato a gestire, bisogna fare i conti con la legittima, naturale paura delle persone. Comprensibile, ma non deve trasformarsi in panico. Questo dobbiamo evitarlo. Per far questo dobbiamo necessariamente informare i cittadini – come stiamo facendo insieme a governo e regione dal decreto voluto dal ministro Musumeci – e noi stiamo cercando di informarli nella maniera più ampia possibile. Dobbiamo tutti insieme essere capaci di fare una comunicazione corretta e non allarmistica, questo è molto importante. E dobbiamo fare in modo che si riesca a rafforzare questa convivenza con il bradisismo.
Andare a scuola è appunto il primo modo per vivere in normalità. Se ci sono anche lontane preoccupazioni noi interveniamo, se queste preoccupazioni non ci sono l’istituzione ha la responsabilità di fare in modo che vi sia normalità. Per questo motivo abbiamo mantenuto subito attiva la rete dei trasporti e non cambia nulla in termini di programmazione turistica e culturale. Napoli pullula di eventi e stiamo lavorando per garantire sempre maggiore sicurezza a residenti e turisti.
Noi cerchiamo di fare tutto il possibile per garantire serenità e tranquillità, sappiamo che questo non è possibile in assoluto, ma noi tutti, insieme, dobbiamo lavorare per convivere con questo fenomeno, partendo da una considerazione: un rischio eruttivo imminente al momento non c’è, perché non è stato segnalato da nessuno degli indicatori da parte dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
Per quanto riguarda la crisi sismica, anche la scossa di lunedì sera rientra nei dati previsti. Quindi non è una scossa anomala, ma quanto era nelle attese. Una magnitudo 4.4 è una magnitudo realistica tra le più alte all’interno di questa crisi, ma è possibile e infatti l’abbiamo avuta. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione, con informazione, controllo, gestione delle varie criticità. Miglioreremo sempre di più il coordinamento, ma dobbiamo mantenere la calma, lavorare tutti insieme, garantire sicurezza e avere una perfetta sintonia con le strutture scientifiche. I dati che ci arrivano dall’Ingv dicono che non ci sono segnali di modifica del trend di questi mesi né sugli indicatori di sollevamento del suolo né sugli indicatori geochimici e questo è molto positivo.
Da sindaco della terza città d’Italia, non posso non segnalare una difficoltà dei comuni ad affrontare grandi criticità con scarso personale o poche risorse. Occorre in tal senso uno sforzo per mettere gli enti locali nelle condizioni di poter rispondere ai bisogni dei cittadini. Siamo l’avamposto dei problemi, ma anche delle opportunità. Le emergenze ce lo ricordano.
© Riproduzione riservata