- A Santa Maria degli Angeli il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, così come una delegazione guidata da Ursula Von der Leyen. Una partecipazione istituzionale così forte non si era mai vista.
- Con loro gran parte dell’establishment e persino del mondo culturale, come Stephane Verger, direttore del Museo Nazionale Romano che svela che la stessa stupenda basilica è la parte centrale delle Terme di Diocleziano: quanto sarebbe piaciuto a David saperlo.
- E poi naturalmente noi, i giornalisti, il primo pezzo della vita di David, molti del Tg1, del Corriere della Sera, anche qui tanti da non poter essere citati. David lascia un’eredità politica che ora sentiamo aleggiare sull’Italia e sull’Europa.
Di David si continuerà a sentire parlare. Effetto e affetto si fondono già insieme. Lo si è capito alla commemorazione alla Camera, martedì scorso, quando in modo del tutto inconsueto per una figura politica “di parte”, tutte le forze politiche attraverso i loro leader hanno espresso ammirazione. Ormai proverbiale l’intervento della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: «Era un avversario, ma sapeva ascoltare».
Ma veniamo al funerale di Stato a Santa Maria degli Angeli. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, una delegazione europea così vasta e guidata da Ursula Von der Leyen, non si era mai vista: Paolo Gentiloni e tantissime alte cariche del parlamento e della Commissione.
Il governo italiano: quasi tutti dal presidente del consiglio Mario Draghi ai ministri. Dario Franceschini, Enrico Giovannini, Patrizio Bianchi, Andrea Orlando, insieme a molti altri esponenti di primissimo piano, tanti da non riuscire a nominarli tutti.
Poi insieme al capo del dipartimento per le informazioni e la sicurezza, Elisabetta Belloni, il segretario del Pd Enrico Letta, l’esponente di Forza Italia Gianni Letta, gran parte dell’establishment istituzionale e persino del mondo culturale, come Stephane Verger, direttore del Museo Nazionale Romano che svela che la stessa stupenda basilica è la parte centrale delle Terme di Diocleziano: quanto sarebbe piaciuto a David saperlo.
E poi i giornalisti
E poi naturalmente noi, i giornalisti, il primo pezzo della vita di David, molti del Tg1, del Corriere della Sera, anche qui tanti da non poter essere citati. Il discorso di Elisa Ansaldo colpevolmente da me dimenticata nel pezzo precedente. Un discorso su David che lascia il segno, un commovente discorso da amica e migliore interprete del suo spirito, i suoi colleghi come la direttrice, oggi del Tg1 e ieri collega di conduzione Monica Maggioni, di Gianni Riotta, il direttore della maturità professionale di David e, sempre a filo della sua ruota anche della mia. La Rai presente con Carlo Fuortes, la presidente Marinella Soldi, il giornalista e portavoce Maurizio Caprara.
Questo il quadro. David, il suo spirito di cattolico determinato, citato nei versi di David Maria Turoldo, il suo quasi omonimo, non per caso, nelle parole dell’omelia del cardinale Matteo Zuppi e nelle voci dei suoi figli Livia e Giulio.
L’ultima volta che avevo assistito a un funerale di stato così, proprio in questo luogo, ero a Nassiriya, e David conduceva, mentre proprio lì a Santa Maria degli Angeli, si celebravano le esequie delle vittime di quell’attentato. Lo stesso identico dolore, il paese che si raccoglie attorno alle sue donne e ai suoi uomini. Qui però c’è qualcosa di molto diverso. C’è il presente di una grande eredità da gestire: lo spirito europeista, la capacità di dialogo, tutte quelle piccole e grandi qualità espresse dagli anni di giornalismo e di politica di David, che indicate come virtù dalla politica italiana e sulle labbra della gente, che è accorsa a condividere le proprie emozioni.
Un’eredità quella di David, uno spirito e un’idea nel fare politica che ora sentiamo aleggiare sull’Italia e sull’Europa: proprio in momenti chiave del nostro paese, del nostro continente. Una potente forza, dall’effetto sorprendente, che si farà sentire e non per poco.
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