È ormai evidente che quanto sta accadendo negli Stati Uniti ha in sé i germi di un rovesciamento epocale. Il “cuore della democrazia” cede – e pare non sia in grado di generare alcun anticorpo – facendola scivolare in una voragine. E il rinnovato ruolo “imperiale” degli Usa va ridisegnando l’alleanza occidentale stessa.

Quello che sta prendendo piede negli Stati Uniti è un progetto totalitario che appare di ora in ora più definito. Partorito dalle raffinate menti di un’élite, viene esplicitato dal delirio di onnipotenza di un tecnocrate miliardario – Elon Musk, più che Donald Trump – secondo un piano preciso, con tre obiettivi. Primo: svuotare lo stato, privatizzandolo, asservendone le funzioni discrezionalmente ad apparati costituiti ad hoc. Secondo: fare erba bruciata non tanto del pensiero “woke” quanto e più in generale di quello liberal che un tempo si sarebbe definito “progressista”, già ammutolito, tagliandovi fondi e possibilità d’espressione. Terzo: liberarsi delle zavorre di alleati che vanno “protetti”, sostituendovi l’intervento diretto, imperiale.

Il piano è totalitario perché non si cura di nulla – né degli orpelli che un regime democratico impone, né della possibilità di ammettere opposizione – e aspira a concentrare su di sé un potere indiscriminato assoluto. Eliminando alla radice la possibilità che si sviluppi un pensiero critico e che questo possa diffondersi rende il potere totalizzante. Il legame tra capitalismo e democrazia è rescisso. Per quanto il capitalismo si fondi sulla competizione di idee e progetti e sul divenire incessante della distruzione creativa, lo si può ben indirizzare, reprimendo all’origine ogni velleità autonoma e deviante, perché totalmente dipendente dalle piattaforme che saranno eterodirette perché ciò non accada.

I fattori del controllo 

I nuovi tecnocrati fondano il loro dominio su tre fattori: il controllo assoluto della tecnologia, il capitale accumulato che si autogenera illimitatamente, la potenza militare. Nel disegno di Musk, le menti saranno gradualmente controllate, grazie a dispositivi e piattaforme.

I corpi, ancora necessari per la produzione materiale di beni e servizi, verranno assoggettati grazie alla seduzione del “benessere”, in una rigida divisione di classe, dove la tecnologia condiziona e dirige le masse, ben irregimentate: una fascia ristretta – garantita e inclusa – verrà sostenuta a garanzia del sistema; una più ampia fascia – di esclusi – verrà tenuta a bada con la promessa di inclusione; il “resto del mondo” verrà tenuto fuori, e che crepi o si dibatta nel fango e nel sangue della guerra civile diffusa.

L’attitudine “feudale” che ne risulta è già apparsa chiara, tanto nel “trattare” con Putin, che nel “progetto” immaginato per Gaza o nell’idea di appropriarsi, alla bisogna, di territori sovrani, siano questi la Groenlandia o Panama.

Si procederà allo smantellamento della Nato, ormai inutile se basta l’intervento diretto, all’abbandono dell’Onu (e cosa resterà delle Nazioni Unite, nate a San Francisco ottanta anni fa, ospitate a New York, senza gli Stati Uniti?), del Fmi e della Banca Mondiale. L’impero vorrà così disporre del mondo, senza inutili mediazioni.

Una demise definitiva non è messa in conto, perché fondata sulla dissuasione nucleare e il progetto di una “soluzione finale” per l’umanità intera (non quella “inclusa”, però). Non vuole “la fine del mondo”, ma solo una versione neo-feudale: suddiviso in imperi, possibilmente totalitari, con i vassalli da tenere a bada. Ed è per questo che il suo nemico assoluto è il pensiero egalitario, sotto ogni guisa.

Un canovaccio vecchio

Di fronte a tutto questo, in Europa si procede inani secondo un canovaccio vecchio, inattuale, che prelude solo alla sua disgregazione. L’antico dominus avrà buon gioco a trattare con ogni singola piccola entità statale, fomentandone le tendenze autoritarie seguaci del medesimo disegno, magari aizzando i paesi ora blandamente uniti uno contro l’altro.

L’aumento delle spese militari concesso dai vertici Ue ai singoli stati, peraltro, va in quella stessa direzione. Avremo forse un giorno una Germania nucleare, accanto ai suoi nemici di un tempo, Francia e Gran Bretagna. E se non vorremo guai, dovremo accettare la sudditanza fedele all’Impero, adottandone le nuove pratiche (abolizione del pensiero critico, svuotamento dello stato, militarizzazione). Con buona pace dei nostri liberal, sbalorditi del voltafaccia totalitario dell’antico alleato, che non sanno opporgli che il vecchio capitalismo “temperato” dalla democrazia liberale che ha generato il mostro che gli si confà.

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