La segretaria ha fatto un importante lavoro preparatorio che ha edificato le basi della fiducia. La fiducia è come il cemento. La casa della sinistra c’è. Schlein ha capito quali fossero i punti deboli e li ha presi di petto. La manutenzione è stata fatta. La primaria condizione per osare e coltivare la grande ambizione di pensare al futuro in termini strategici c’è. D’ora in poi, il lavoro sarà di ricostruzione
A fine anno si fanno i bilanci. Un esercizio meritorio se condotto con l’animus di chi vuol distinguere tra utile “qui e ora” e utile “ben inteso”; tra quel che conviene adesso e quel che sarebbe bene fare, da ora, per un utile maggiore, domani.
La buona leadership si misura da come interpreta l’utile e come ne fa comprendere l’importanza ai cittadini. A giudicare da come abbia preso seriamente il progetto della ricostruzione dalla macerie seguite a sonore sconfitte, sembra di potere dire che la leader del Partito democratico ha imboccato la strada giusta, dimostrando che pensare all’utile del partito equivale a pensare all’utile dell’Italia, di quell’Italia che è incompresa, non vista, e molto spesso senza una voce solida che la rappresenti. Un’altra Italia rispetto a quella messa in scena dal circo meloniano.
Un lavoro di ricostruzione
Elly Schlein ha fatto un importante lavoro preparatorio che ha edificato le basi della fiducia. Fiducia è un termine molto complicato nella sua banale semplicità. Indica il “sentire” popolare che chi guida il partito ha la determinazione etica e la qualità politica di unire energie intorno a un obiettivo chiaro.
La fiducia è come il cemento – stabilizza e ripara muri pericolanti, rinsalda mattoni sconnessi e chiude crepe. La casa della sinistra c’è. Schlein è stata una buon capomastro: ha capito quali fossero i punti deboli e li ha presi di petto. La manutenzione è stata fatta. La primaria condizione per osare e coltivare la grande ambizione di pensare al futuro in termini strategici c’è. D’ora in poi, il lavoro sarà di ricostruzione.
La forza espansiva del Pd dovrà rinascere da quelle periferie sociali che il governo accontenta con spiccioli per le sagre di paese e intanto impoverisce di servizi sociali vitali. L’Italia delle periferie sociali non è un paese vuoto di vita solidale e le stesse sagre sono l’esito di attività associative che, oltre a cercare qualche spicciolo per i festoni, sono un veicolo del sentire popolare.
Raccogliere quel sentire, censirlo, ascoltare le voci di coloro che credono di non aver voce perché stanno fuori dei grandi circuiti organizzativi, sindacali e partitici: questo è il lavoro che spetta a un partito che vuole fermare l’ambizione di questa maggioranza a durare più di una legislatura (e per questo, pronta a mettere mano alla Costituzione).
Il mito del Ventennio è nelle corde di Fratelli d’Italia, la cui leader urlante contro ogni refolo di critica non ci penserebbe due volte a far piazza pulita del dissenso. Ma non può. E non perché l’Italia è sicuramente conquistata alla democrazia, ma perché l’Italia sta dentro un ordine europeo, politico e di valori, che porta bene i suoi ottant’anni di vita, nonostante la fredda aria della destra estrema che circola.
Rovesciare la logica
La democrazia ha sfondato la Linea gotica e indietro non si torna. Ma non è sufficiente fermare la destra. Occorre rovesciarne la logica, una logica che è contraria agli interessi di chi sta peggio e dell’utile “ben intesto” per tutti.
La condizione perché ciò sia possibile è che il Partito democratico sappia reclutare fiducia. Per questo, non può essere una meteora elettorale, ma deve dar vita a un movimento duraturo, con un progetto che scandagli e leghi le aspirazioni e gli scontenti delle periferie sociali in una narrativa politica riconoscibile che infonda fiducia.
Un partito-leader deve portare sulla scena quell’Italia di cui poco o nulla si sa, salvo quel che ci viene detto dai dati del rapporto annuale Istat, che ci raccontano di un paese immiserito, piú inacculturato, con meno capacità di risparmio, che seleziona le cure mediche in base al costo.
Che non ha senso del futuro ed è facile da circuire da parte di leader sedicenti popolane che dispensano stagnazione economica ed etica; un’Italia con poco da offrire se non il suo glorioso passato artistico. Questa Italia asservita a chi promette spiccioli e perdoni fiscali è una sfida enorme per il Partito democratico. Che deve conquistare fiducia promettendo un paese più giusto e meno povero – due fini che possono diventare attraenti se associati alla restituzione ai cittadini della fiducia nel potere che il voto ha di determinare il corso della loro vita.
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