Quello di Giorgia Meloni ad Atreju è stato un discorso difensivo. La premier si è infatti per lo più limitata a difendere i risultati del governo, con un atteggiamento conservativo e prudente.

Meloni ha rivendicato i successi europei, soprattutto nell’aver ottenuto la nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente della Commissione; i buoni risultati del governo in termini di occupazione; le promesse fiscali rispettate a favore dell’elettorato di riferimento. Per il resto la premier si è spesa più per difendere il suo operato che per delineare il futuro politico ed economico del paese sia a livello nazionale che internazionale.

Sanità e immigrazione 

Sul piano difensivo sono soprattutto due le barricate alzate da Meloni, sanità e immigrazione. Due temi che restano centrali nella sensibilità dell’elettorato. Sulla sanità la presidente del Consiglio sa di dover fare i conti con una opposizione che l’attacca per un aumento delle risorse troppo modesto nel settore ed è consapevole che ritardi e inefficienze del sistema sanitario sono sempre di più al centro del malcontento dei cittadini.

Sull’immigrazione, invece, Meloni si trova a dover fare i conti con il problema dei centri di accoglienza in Albania. Una soluzione che sembrava brillante, aveva trovato l’appoggio degli altri capi di governo europei, ma che si è trovata contro le sentenze della magistratura italiana.

La costruzione della premier su una soluzione innovativa al governo dei flussi migratori rischia di essere spazzata via. Se sulla sanità il governo rischia di fare molta fatica a difendersi nel lungo periodo, sia per i problemi organizzativi del settore sia perché molto dipende dalle regioni, sull’immigrazione Meloni può ancora sfruttare la polemica con la magistratura per ottenere consensi mentre spera di risolvere il problema sul piano legislativo.

Nel pacchetto difensivo rientrano anche i proclami sull’unità della coalizione. Una alleanza che negli ultimi mesi sta mostrando maggiori tensioni rispetto alla prima parte della legislatura e che vede da un lato la Lega andare sempre di più verso la destra euroscettica e Forza Italia cercare di ricavarsi uno spazio al centro.

Lo sguardo sul mondo 

Quanto al resto, il discorso della premier è stato privo di particolari suggestioni. Molto evasiva sull’Ucraina e sulle guerre, dove sembra che l’Italia non abbia alcuna voce in capitolo ma neppure una linea politica definita. Nessun accenno all’eventuale reazione ai dazi di Donald Trump, che pure possono far male sul piano economico e necessiterebbero di una discussione italiana ed europea.

Da Meloni non c’è una proposta sul futuro dell’Unione europea, eppure dalla donna più potente d’Europa qualcosa di più ci si aspetterebbe. Se la presidente del Consiglio non prende oggi l’iniziativa in Europa per nuovi strumenti relativi a tematiche come immigrazione, difesa e politica industriale difficilmente potrà avere lo stesso spazio in futuro quando in Germania ci sarà un nuovo governo e magari la Francia avrà trovato un nuovo equilibrio.

Timida proprio sulla difesa, tema centrale del nostro tempo, Meloni avrebbe invece oggi l’opportunità per accoppiare industria e difesa dell’interesse nazionale. Insomma l’impressione è che la presidente del Consiglio abbia scelto una comunicazione tutta rivolta all’interno, al partito e alla coalizione prima che al paese e all’Europa, con una linea politica a rischio zero. Tutte le questioni in grado di generare attriti dentro il centrodestra sono state accuratamente limate, dalla politica estera a quella europea, dalla difesa alle riforme.

Ancora una volta Meloni appare tutt’altro che una rivoluzionaria, e nemmeno una pericolosa reazionaria. Ella assomiglia più ad una cauta amministratrice poco incline ad avventurarsi in argomenti di cui non si sente sicura o che dipendono da volontà diverse dalla propria. Il discorso di Atreju è stato da politico esperto certo, ma volto più a difendere il fortino che a proporre un futuro per l’Italia e per l’Europa. E si può forse diventare statisti senza qualche idea ardita e senza una grande ambizione?

© Riproduzione riservata