- Una bolla finanziaria è anzitutto un periodo, dunque una porzione del tempo. Non un istante, ma una piccola epoca durante la quale il prezzo di un bene (per esempio delle case, dei titoli azionari, delle criptovalute) aumenta al punto da oltrepassare di gran lunga quello che era considerato il valore fondamentale o sostenibile o sensato del bene stesso, superando anche ogni tendenza al rialzo che nell’epoca precedente si considerava immaginabile.
- In un contesto razionale le bolle non dovrebbero esistere. Ma nel mondo si verificano, e anche con frequenza. Del resto, sappiamo benissimo che il mondo non è un contesto razionale. Ma lo sappiamo sempre dopo, a margine degli avvenimenti.
- In realtà non impariamo mai nulla, perché la bolla prima o poi torna, in altra forma, e tutto si ripete. Forse non c’è nulla di più abitudinario della comparsa delle bolle.
Una bolla finanziaria è anzitutto un periodo, dunque una porzione del tempo. Non un istante, ma una piccola epoca durante la quale il prezzo di un bene (per esempio delle case, dei titoli azionari, delle criptovalute) aumenta al punto da oltrepassare di gran lunga quello che era considerato il valore fondamentale o sostenibile o sensato del bene stesso, superando anche ogni tendenza al rialzo che nell’epoca precedente si considerava immaginabile.
Deve persistere la convinzione collettiva che i prezzi continueranno a crescere. Una convinzione che non deriva dall’inesperienza, ma che è portata avanti anche e forse soprattutto dalle persone esperte, per esempio dalle banche, che con il credito spesso sostengono una bolla (le bolle immobiliari e gli abbondanti mutui che vengono concessi).
In un contesto razionale le bolle non dovrebbero esistere. Ma nel mondo si verificano, e anche con frequenza. Del resto, sappiamo benissimo che il mondo non è un contesto razionale. Ma lo sappiamo sempre dopo, a margine degli avvenimenti.
Un’opportunità irrinunciabile
La bolla è un’epoca, dunque, ed è caratterizzata da convinzioni collettive intorno al prezzo di qualcosa. L’idea di fondo è che esista un’opportunità irrinunciabile, e che questa opportunità durerà e si espanderà a lungo, o perlomeno fino al momento appena successivo a quello in cui noi ne avremo beneficiato appieno, arricchendoci al massimo. Questo momento sembra muoversi sempre un po’ più in avanti, dando la sensazione di un tempo di floridezza infinita che va magicamente creandosi di fronte ai nostri occhi.
Bolla è una parola che evoca rischio e inconsistenza, il riferimento metaforico è quello delle bolle di sapone. Ma quando ci si trova all’interno della bolla non la si chiama così, perché la bolla non viene riconosciuta, altrimenti non esisterebbe. Magari la riconoscono alcuni, e questi provano a lanciare un allarme, senza successo, e siccome la bolla non esplode, ma continua a espandersi, spesso chi ha lanciato l’allarme inizia a provare sentimenti ambivalenti intorno alla propria intelligenza.
«Forse sbaglio, forse sono stupido. Se pure l’ultimo dei cretini si sta arricchendo, e io no, forse il cretino sono io». Non è raro che chi denuncia la bolla finisca per credere nella bolla come gli altri, magari non del tutto, ma quanto basta per rischiare. E talvolta lo fa quando è troppo tardi, giusto in tempo per essere la vittima della grande esplosione. Il gioco delle sedie musicali.
La bolla, mentre avviene, non fa pensare alla fragilità, al disastro imminente. Si nutre piuttosto di immagini di forza, di potenza, di ardore, di novità. Un po’ come un regime. Le persone che investono nella bolla danno importanza a quello che stanno facendo, vedono il progresso e la magnificenza che deriverà dalle loro azioni. La “bolla vissuta” non è un momento di cagionevolezza, ma è slancio, impeto. Penso che la bolla forse risponda al bisogno umano di essere leggendari.
Dolce monotonia
Ultimamente la mia vita è regolare e tranquilla, ho una routine precisa, sono il contrario di una bolla. O forse mi trovo in una bolla senza rendermene conto? Il fatto di credere che tutto sia stabile, in fondo, non crea instabilità? Ma no, diamo per buona la veridicità della mia dolce monotonia.
Questa routine mi rende felice, e quando devio mi stanco e me ne pento. Eppure a volte guido la macchina e metto musica epica (da film, per esempio), e mentre la ascolto mi chiedo se la mia vita tranquilla avrebbe bisogno di diventare più leggendaria. Eroi, divinità, ostacoli, disastri, trionfi. Provo il bisogno umano dell'epopea.
La vita regolare e tranquilla sembra non dare troppa importanza a chi siamo, l’epica invece dà molta importanza a chi siamo. In una bolla finanziaria l’epica risponde alla necessità umana di dare molta importanza alla propria intelligenza e alla propria capacità di aver capito come si diventa ricchi.
Una bolla però è insostenibile nel lungo periodo. Prima o poi gli investitori si rendono conto che i prezzi sono inflazionati e iniziano a vendere, innescando una rapida caduta dei prezzi. Le vendite di massa causano perdite drastiche. La bolla esplode, e l’immagine successiva è quella della fuga, della scomparsa di un intero mondo. Niente è come prima.
Queste immagini, in sequenza, vanno a creare a loro volta una storia potente, la storia del fallimento. E sicuramente sentiamo di poter imparare lezioni edificanti. «Non accadrà mai più!» Epica anche qui.
In realtà non impariamo mai nulla, perché la bolla prima o poi torna, in altra forma, e tutto si ripete. Forse non c’è nulla di più abitudinario della comparsa delle bolle.
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