Claudio Cecchetto, nella prima serata del festival c'erano almeno sicuramente due persone, Gerry Scotti e Jovanotti, che facevano parte di quella che possiamo chiamare la sua scuderia. Carlo Conti non faceva parte dei suoi, ma certamente ha una provenienza simile. Viene dalle radio libere e poi dai club, o meglio dalle discoteche. Che effetto le ha fatto?

Beh, tu accendi e vedi che vengono fuori dallo stesso gruppo, dalla stessa famiglia. E qui mi fa piacere. Per fortuna non sono un vecchio rincoglionito che guardo e dico, ah beh, sono contento. Sono contento che le cose vadano avanti e siano nate proprio dalla mia organizzazione. E siano diventate nazionali.

Erano già nazionali, no?

Sì, ma eravamo nazionali per via del segnale. Adesso siamo entrati nel tessuto.

Entrare nel tessuto: ci si entra anche in maniera fortemente pre-geriatrica, no? Non si può dire che martedì sera Gerry Scotti fosse in forma smagliante. Sembrava risentire degli orari. La stessa cosa vale per Jovanotti: non c'è stata un'esagerazione nel proporsi subito?

Realisticamente, diciamo dopo l’incidente, si pensava che non arrivasse neanche al 50% della forma. Era invece all’80%. Cioè: devi fare fisioterapia, no? Ha fatto una lezione in televisione di fisioterapia.

Al dii là dell’orgoglio per il cast che ha messo in piedi molto tempo fa, non la annoia il fatto che nulla si muova, che siamo sempre lì?

Siamo sempre lì: dove?

C’è una bassa rotazione di protagonisti.

Queste cose che adesso sono diventate consuetudini non sono nate in un secondo. Stiamo parlando degli anni Ottanta.

Come fanno a non annoiarla?
Vedi i tuoi figli che crescono, no? Vedi i tuoi figli che sono cresciuti bene, no? È una fortuna.

Non crede che la conduzione di Conti sia quella d'epoca, quel tipo di conduzione radiofonica di quegli anni? Il ritmo, il modo di scandire le parole. Non ha la sensazione di un tempo immobile che non passa mai?

È difficile da scardinare. L’innovazione si vede semmai nel web, non a caso sto facendo una radio web.

Come si chiama?

Radio Cecchetto.

Conduce lei o nuovi talenti?

Io ci faccio tutti i miei esperimenti. Do per esempio due ore della mia radio a dei disk jockey, oppure a chi lo ha fatto e ha una crisi di astinenza, ha voglia di trasmettere. Come per i campi di padel o di calcetto. Affitto la radio per queste due ore e i soldi vanno in beneficenza.

Claudio, ma quanti anni ha?

Settantatré. Mica male, no?

Quanto pensa di durare: cent’anni?

Centoventi. 

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