Olly ha vinto. Per un soffio, ma ha vinto. Lo 0,4 per cento di differenza che ha decretato la sua vittoria, però, è indice di una serie di consapevolezze che si possono riportare a casa da Sanremo. Mentre le ultime note del jingle di Gabry Ponte Tutta l’Italia – sorprendentemente simile alla Tarantella ‘e Carulina di Gigione – sfumano e la Rai può archiviare un’edizione record di Sanremo tirando un sospiro di sollievo, l’azienda deve già iniziare a ragionare sulla prossima edizione. Innanzitutto, le tempistiche – nello stesso periodo saranno in programma le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, e va deciso come fare per evitare che si sovrappongano.

Da qui al prossimo anno resta da capire se il festival andrà in onda ancora sulla Rai, anche se la governance si mostra convinta e fa come se il bando di gara fosse già stato vinto da viale Mazzini. La conduzione è un altro tema: Carlo Conti ha firmato per due anni, ma in conferenza stampa ha fatto capire che nonostante il successo di quest’anno sarebbe disposto a farsi da parte e lasciare la conduzione a qualcun altro, mantenendo per sé la direzione artistica. Potrebbe essere il primo indizio di un passaggio generazionale in affiancamento – Stefano De Martino, ne avrebbe bisogno, per esempio – ma è ancora tutto da vedere.

La Rai intanto si celebra per gli ottimi numeri: «Registriamo i migliori ascolti dal 2000 e il miglior share dall’87». In un clima di rinnovata armonia sicuramente facilitata dalla certezza che nonostante l’addio di Amadeus nella città dei fiori sia andato tutto bene, ad e dg – oggi in buoni rapporti, in passato divisi da qualche divergenza – arrivano addirittura a firmare comunicati congiunti su «un evento entusiasmante, capace di coinvolgere il paese in uno splendido affresco della musica italiana». Al di là del paragone pittorico, a far tornare a Roma sereni i dirigenti della tv pubblica è stato probabilmente anche il bilancio della raccolta pubblicitaria, pari a 65,26 milioni di euro, in crescita dell’8,5 per cento. E, mentre l’amministrazione comunale gongola (e si preoccupa un po’ per le prossime edizioni, che rischiano di essere ancora più affollate a causa del festival diffuso finanziato dagli sponsor), gli ascolti monstre assicurano senz’altro a viale Mazzini che anche l’anno prossimo gli investimenti pubblicitari non mancheranno. 

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Le accuse di Elodie

A stupire è soprattutto il dato di ascolto che il festival raccoglie tra i giovani. Nonostante la conduzione istituzionale e tradizionalista di Conti, i dati dimostrano che è piaciuto soprattutto agli spettatori tra i 15 e i 24 anni: nell’ultima serata lo share era all’88,4 per cento, la media delle cinque puntate è arrivata all’84,3 per cento. Su quel tipo di pubblico, è un’audience che la Rai in genere può soltanto sognare: unico calo, il sabato sera, quando è lecito sospettare che soprattutto una parte dei più giovani abbia avuto altri impegni e abbia recuperato la puntata sui piccoli schermi. Se servisse un’ulteriore conferma del fatto che il festival ormai è cosa da ragazzi, basta guardare al posizionamento degli artisti più âgée nella classifica finale: Massimo Ranieri ventitreesimo, Marcella Bella ultima. 

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Sulla notizia del sempre maggiore coinvolgimento di una fascia di pubblico più giovane si allunga però l’ombra di una cinquina finale tutta maschile. Vero è che potrebbero esserci rivelazioni nei prossimi mesi, quando i singoli continueranno la propria vita, ma la combinazione di televoto, voto della giuria e della sala stampa ha effettivamente lasciato fuori dalla cinquina anche Giorgia, considerata alla vigilia del festival una delle favorite.

In una kermesse in cui la politica è arrivata sul palco più per mano di artiste e coconduttrici, a sollevare la polemica sul caso dell’interprete romana è stata un’altra cantante, Elodie. A Domenica In, ha accusato i giornalisti presenti di non aver fatto abbastanza per la collega: «Sono rimasta malissimo per la mancanza di rispetto verso Giorgia. L'abbiamo osannata tutta la settimana, poi cosa è successo in questi giorni? Sembra sempre che le donne debbano fare le capriole, devi cantare bene, essere una grande interprete, fare la pole dance, non basta mai».

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I dati spacchettati rivelati dalla Rai nel pomeriggio, in realtà, dicono altro. Un piccolo gruppo di artisti si è infatti staccato fin da subito dal resto del cast nelle preferenze e il vantaggio si è consolidato nel corso delle serate. La prima serata, quella votata solo dalla sala stampa, ha infatti visto imporsi Giorgia, davanti a Simone Cristicchi, Brunori Sas, Lucio Corsi e Achille Lauro. Anche nelle votazioni del mercoledì e del giovedì Giorgia era ancora ben posizionata, ma la svolta è arrivata con il televoto di sabato sera che ha premiato Brunori Sas. A seguire Olly, Lucio Corsi, Fedez, Achille Lauro lasciando fuori Giorgia dai primi cinque e portando così alla classifica della serata – stilata tenenedo conto anche delle altre votazioni (senza quella delle cover) che vedeva in testa Brunori Sas, poi Olly, Lucio Corsi, Giorgia e Achille Lauro. 

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