È il riconoscimento alla critica più dissacrante, non solo sulla carta stampata dei libri e dei giornali ma in tv, nel teatro, nell’arte, nel cinema, nella musica. Oltre a Fiorello, vincono Natangelo per la vignetta, Ferrari e Galeazzi per i libri, Rapone e Tinti per il podcast, e la serie Call my agent
Vince Fiorello, e il suo programma VivaRai2, il 51esimo Premio Internazionale di Satira Politica di Forte dei Marmi che gli sarà consegnato sabato 16 settembre alla Capannina. Luogo di culto dive quarant’anni fa i Vanzina, fratello regista e fratello sceneggiatore, girarono Sapore di mare, film di culto e capolavoro. Con Christian de Sica, Jerry Calà, Isabella Ferrari giovanissima e splendida, e Virna Lisi, altrettanto splendida, e signora Robinson di Forte dei Marmi.
Fiorello lo aveva detto a Edmondo Berselli, giurato storico di questo premio, e un amico che non dimentichiamo: «L’unico mio titolo di studio è il battesimo.» Terminato il liceo scientifico, dopo quattro bocciature, (fanno nove anni) oggi Fiorello – per la seconda volta dopo il 2017 – prende il Premio che vale la laurea in Satira Politica.
Che ha rivitalizzato a modo suo. Reinventando il medium e il messaggio. Secondo la motivazione del Premio. Che dice anche: «Con VivaRai2 Fiorello ha inventato non solo un varietà per strada, in via Asiago, ma una nuova fisica del tempo. Con un format sovversivo. Per uscire dall’ovvio lo manda in onda alle sette del mattino oppure durante Sanremo a notte fonda. Quando non lo guarda nessuno. Perché chiunque lo può guardare quando vuole su Raiplay. Una tv corsara, svincolata dalle rigidità della programmazione. Fa ogni mattina servizio pubblico, nel flusso di news tipico di quella fascia oraria, con una rassegna stampa allegra e irriverente, proponendo una lettura satirica dei fatti del giorno.
Usando lo smartphone per zoomare le pagine dei quotidiani che nessuno legge più, grimaldello per fornire nuove chiavi di lettura e interpretazione della realtà. Spiazza abitudini, ribalta convenzioni, abilmente trasformate in ordinaria naturalezza. Squaderna la liturgia per crearne una tutta sua. Che trasforma l’improvvisazione in ordine, l’abitudine in spettacolo. Fa situazionismo non debordiano ma fiorelliano.
Come nella gag al telefono con un’imitatrice di Giorgia Meloni che si rivela in realtà essere la premier in persona. La disinvoltura con cui Fiorello usa il proprio talento è prerogativa che si addice agli dei. Per fare quella televisione ci vuole la classe di un fuoriclasse come lui».
L’evento
Il Premio Satira è la più importante e prestigiosa manifestazione dedicata a questo linguaggio che avviene nel capoluogo della Versilia, trasformando per una notte la cittadina balneare nella capitale della satira. È il riconoscimento alla critica più dissacrante, non solo sulla carta stampata dei libri e dei giornali ma in tv, nel teatro, nell’arte, nel cinema, nella musica. Ora anche nei social e nei podcast. La satira è critica attraverso l’umorismo. Due tratti distintivi essenziali: essere feroce e fare ridere. Citando le parole di Leonardo Sciascia pronunciate in occasione del ritiro del suo premio, «la satira è il luogo di confine tra la letteratura, il potere e la gente».
Sul palco a condurre la premiazione ci sarà Fabrizio Biggio, uno dei due Soliti Idioti, insieme a Fiorello deuteragonista del programma cult VivaRadio2. Il Premio Satira consiste in un satiro azzurro dalle unghie affilate disegnato da Altan. Meraviglioso. E non si prende affatto sul serio, ma è importante perché è il presidio della satira, e quindi della libertà e della democrazia, in anni non certo felici per questo linguaggio.
La satira politica sembrava evaporata, assieme alla politica. Invece no. Rinasce là dove non te l’aspettavi più: su giornali con vignette che fanno incazzare i politici, alla tv con rassegne stampa molto divertenti, nei teatri e nei club coi monologhi della stand-up. E, a proposito, ci sarà un premio per il più bravo di tutti, che riveleremo a breve. W la Satira e il suo Premio del Forte. Per di più a fianco del Twiga di Santanchè e Briatore. Uno spasso.
I premiati
Il Premio Satira di Forte dei Marmi è sicuramente il più divertente premio italiano perché, nella sua lunga storia, arrivata ai 51 anni, ha premiato Fiorello e Alberto Arbasino, Dario Fo e Indro Montanelli, Edmondo Berselli con Aldo, Giovanni e Giacomo che lo prendevano per i fondelli, il professor Cipolla, quello delle leggi della stupidità, con il grande cartoonist americano Jules Feiffer, lo scrittore Peppo Pontiggia con I Gialappi, Renzo Arbore assieme a Leonardo Sciascia e Roberto Benigni.
Ultimi premiati di questa storia di dissacratori: Corrado Guzzanti, un genio, il più bravo e intelligente comico italiano; Valerio Lundini, Emanuela Fanelli e Giovanni Benincasa, la benemerita banda della “Pezza”, e Fran Lebowitz, irresistibile scrittrice e umorista newyorkese, con il Premio Internazionale Satira alla Carriera.
Gli altri premiati 2023: Natangelo per la vignetta che gli è valsa la querela, un altro premio, di Arianna Meloni. Dario Ferrari per il suo magnifico romanzo La ricreazione è finita, Sellerio, in cui prende per i fondelli i baroni e la geopolitica dei concorsi e dei titoli dell’università italiana, Rapone e Tinti per il podcast Tintoria, Barbascura X per la satira scientifica, Call my agent Italia per la serie tv, Chiara Galeazzi per il libro umoristico con Poverina e poi tutti gli altri. Bravi e cattivi. Come satira comanda.
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