In un’edizione piena di contestazioni, alla fine un cantante ha messo tutti d’accordo: si chiama Nemo, canta dell’importanza di infrangere il codice e di amare senza pregiudizi
Nemo ha davvero rotto il codice, ha infranto le barriere, con una canzone che canta l'amore senza più pregiudizi. La Svizzera ha scalato la classifica, battendo l’altro favorito (Baby Lasagna della Croazia). Merito soprattutto del voto delle giurie tecniche, che hanno dato alla Svizzera praticamente l’unanimità (da casa per Nemo sono arrivati 226 voti, mentre per Baby Lasagna 337). Si chiude con 591 voti per Nemo, seguito appunto dalla Croazia con 547, dall’Ucraina con 453, dalla Francia con 445, da Israele (contestato in più occasioni) con 375, dall’Irlanda con 278. L’Italia – che per qualche tempo sembrava poter ambire al podio – finisce settima con i 268 punti di Angelina Mango.
La manifestazione si terrà dunque l’anno prossimo in Svizzera.
PUNTI CHIAVE
00:47
La classifica finale
00:44
LA SVIZZERA VINCE L'EUROVISION
00:42
Croazia o Svizzera?
00:42
La Croazia balza in testa
00:41
All'Italia 104 voti da casa
23:11
Austria – Kaleen, We Will Rave
23:04
Francia – Slimane, Mon amour
23:03
Georgia – Nutsa Buzaladze, Firefighter
22:57
Croazia – Baby Lasagna, Rim Tim Tagi Dim
22:48
Slovenia – Raiven, Veronika
22:45
Svizzera – Nemo, The Code
22:42
Cipro – Silia Kapsis, Liar
22:41
Armenia – Ladaniva, Jako
22:35
Iolanda, Grito
22:28
Finlandia – Windows95man feat. Henri Piispanen, No Rules!
22:24
Serbia – Teya Dora, Ramonda
22:20
Angelina Mango, La noia
22:11
Norvegia – Gåte, Ulveham
22:07
Regno Unito – Olly Alexander, Dizzy
22:03
Grecia – Marina Satti, Zari
21:59
Lettonia – Dons, Hollow
21:55
Irlanda – Bambie Thug, Doomsday Blue
21:51
Estonia – 5miinust & Puuluup, (Nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi
21:47
Spagna – Nebulossa, Zorra
21:38
Lituania – Silvester Belt, Luktelk
21:34
Israele – Eden Golan, Hurricane
21:30
Lussemburgo – Tali, Fighter
21:25
Germania – Isaak, Always on the Run
21:21
Ucraina – Al'ona Al'ona & Jerry Heil, Teresa & Maria
21:18
Svezia – Marcus & Martinus
21:01
Inizia la finale
20:54
Come funziona l'Eurovision
20:51
La scaletta
La classifica finale
Questa la classifica finale:
- Svizzera - 591 punti
- Croazia - 547
- Ucraina - 453
- Francia - 445
- Israele - 375
- Irlanda - 278
- Italia - 268
- Armenia - 183
- Svezia - 174
- Portogallo - 152
- Grecia - 126
- Germania - 117
- Lussemburgo - 103
- Lituania - 90
- Cipro - 78
- Lettonia - 64
- Serbia - 54
- Regno Unito - 46
- Finlandia - 38
- Estonia - 37
- Georgia - 34
- Spagna - 30
- Slovenia - 27
- Austria - 24
- Norvegia - 16
LA SVIZZERA VINCE L'EUROVISION
La Svizzera ha vinto l'Eurovision
Seconda la Croazia
Croazia o Svizzera?
Per la Francia 227 voti. Sale a 445 voti
La Croazia è in testa con 547 voti. Mancano ancora i vori per la Svizzera (che è a 365)
La Croazia balza in testa
Alla Croazia 337 voti da casa
All'Italia 104 voti da casa
Ecco i voti da casa per l'Italia. Per Angelina Mango 104 voti
L'Ucraina sale in testa
Continuiamo col conto dei voti
- All'Irlanda 136
- All'Ucraina ben 307 punti
Altri voti da casa
Continua la classifica
- Alla Germania 18 punti
- All'Armenia 82 punti
- Alla Svezia 49 punti
- Al Portogallo 13 punti
Zero punti da casa al Regno Unito, 323 a Israele
Continua la scalata:
- Alla Grecia ben 85 punti
- Al Regno Unito 0 punti
- A Israele (sempre molto contestato) 323 punti - si portano in testa
Gli altri voti da casa
Continuiamo la scalata della classifica:
- Delusione per l'Austria, solo 5 punti
- Alla Spagna 11 punti
- Alla Serbia 32 punti
- Alla Lituania 58 punti
- A Cipro 44 punti
- Alla Lettonia 28 punti
I primi voti da casa
Si inizia la scalata della classifica
- All'Estonia vanno 33 punti dal televoto
- Alla Finlandia 31 punti
- Alla Norvegia solo 4 punti
- Alla Slovenia 12 punti
- Alla Georgia 19 punti
I voti da casa
Iniziano ad arrivare i voti del televoto. La Svizzera è a questo punto la grande favorita per la vittoria finale
La classifica parziale
Queste le prime posizioni parziali, prima del televoto:
- Svizzera - 365 punti
- Francia - 218
- Croazia - 210
- Italia - 164
- Ucraina - 146
- Irlanda - 142
- Portogallo - 139
I 12 punti della Svezia
La nazione di casa, ultima a votare, dà i 12 punti alla Svizzera (praticamente è un plebiscito)
I 12 punti della Serbia
Sei punti all'Italia dalla Serbia, 10 alla Svizzera, 12 alla Croazia
- Svizzera - 353
- Francia - 213
- Croazia - 200
- Italia - 157
I 12 punti della Lituania
Zero punti per l'Italia per la Lituania. Dodici punti ancora alla Svizzera
I 12 punti da Cipro
Questo il podio dopo i 12 punti di Cipro, che sono andati alla Croazia:
- Svizzera - 331 punti
- Francia - 198 punti
- Croazia - 178 punti
I 12 punti dalla Polonia
Angelina Mango prnde sette punti polacchi, ma resta quarta. La Svizzera guadagna altri 12 punti
I 12 punti dell'Irlanda
L'Italia prende zero punti anche dall'Irlanda. La Svizzera prende altri 12 punti
- Svizzera - 313 punti
- Fancia - 185 punti
- Croazia - 158 punti
- Italia - 141 punti
- Irlanda - 136
I 12 punti della Lettonia
Ancora zero punti per l'Italia, ferma a 141. Terza è la Croazia a 151. La Svizzera prende altri 12 punti
I 12 punti dell'Islanda
Sei punti alla Svizzera, zero all'Italia. E 12 alla Francia. L'Italia è quarta
I 12 punti del Belgio
Il Belgio dà 7 punti all'Italia, che torna terza, ma ne dà 12 alla Francia (seconda)
I 12 punti del Portogallo
L'Italia è ancora giù dal podio, quarta, con 134 punti. Terza la Croazia a 135, seconda la Francia a 148 e primissima la Svizzera a 273 (con anche i 12 punti portoghesi)
I 12 punti della Finlandia
Dodici punti alla Svizzera e zero all'Italia, che scende dal podio
I 12 punti dell'Italia
I 12 punti italiani sono andati ancora alla Svizzera
I 12 punti della Francia
Zero punti per l'Italia, 5 per la Svizzera.
Questa la classifica parziale:
- Svizzera - 237
- Francia - 142
- Italia - 129
- Croazia - 117
I 12 punti dell'Austria
Dieci punti per l'Italia, 12 per la Svizzera.
Questa la classifica parziale:
- Svizzera - 220
- Francia - 142
- Italia - 129
- Croazia - 115
- Irlanda - 99
I 12 punti dell'Estonia
Tre punti per l'Italia, 12 per la Svizzera.
Questa la classifica parziale:
- Svizzera - 196
- Francia - 127
- Italia - 113
- Croazia - 100
- Irlanda - 96
I 12 punti della Grecia
Otto punti per l'Italia, 12 per la Svizzera.
Questa la classifica parziale:
- Svizzera - 196
- Francia - 120
- Italia - 110
- Irlanda - 96
- Croazia - 92
I primi cinque parziali
La classifica parziale, con metà degli stati che hanno assegnato i loro voti
- Svizzera - 184
- Francia - 113
- Italia - 102
- Irlanda - 96
- Croazia - 92
I 12 punti dalla Moldavia
Dieci punti moldavi all'Italia, che torna sul podio. Dodici punti all'Ucraina
I 12 punti della Svizzera
L'Italia ha sei punti svizzeri. I 12 punti alla Grecia
Queste le prime posizioni:
- Svizzera - 177
- Francia - 107
- Irlanda - 96
- Italia - 92
I 12 punti della Georgia
L'Italia conquista sette punti e torna sul podio. I 12 punti ancora alla Svizzera
I 12 punti della Slovenia
Solo tre punti sloveni all'Italia, dieci alla Svizzera. I dodici punti alla Francia, che allontana Angelina Mango dal podio
I 12 punti dall'Armenia
Otto punti all'Italia. Sette alla Svizzera. I 12 punti dalla giuria armena vanno alla Francia
I 12 punti dalla Germania
Solo due punti all'Italia dalla Germania. Cinque alla Svizzera. Dodici punti alla Svezia
I 12 punti dalla Norvegia
L'Italia riceve altri 5 punti, questa volta dalla Norvegia. I 12 punti alla Svizzera
Piccolo riepilogo
Questi i tre sul podio finora:
- Svizzera - 131 punti
- Irlanda - 85 punti
- Italia - 61
I 12 punti della Danimarca
La Danimarca non ha dato punti all'Italia, ma ancora una volta ne ha dati 12 alla Svizzera
I 12 punti dell'Australia
L'Australia dà i suoi 12 punti all'Irlanda. Sei all'Italia
I 12 punti della Repubblica Ceca
La Repubblica Ceca dà i 10 punti alla Svizzera e 12 all'Ucraina. Zero all'Italia
I 12 punti dall'Albania
L'Albania dà altri dieci punti per l'Italia, che lotta per conquistare il podio. Dodici punti ancora alla Svizzera
I 12 punti della Croazia
Dodici punti al Portogallo, sei all'Italia, dalla Croazia
I 12 punti da Malta
Da Malta sono arrivati otto punti all'Italia. Dieci alla Croazia e 12, ancora una volta, alla Svizzera
I 12 punti di San Marino
Dieci punti all'Italia da San Marino. Dodici ancora una volta alla Svizzera
I 12 punti dell'Azerbaigian
Sei punti per l'Italia. Dieci per l'Irlanda (che è seconda). Altri 12 punti alla Svizzera, che si conferma in testa
I 12 punti dell'Azerbaigian
Sei punti per l'Italia. Dieci per l'Irlanda (che è seconda). Altri 12 punti alla Svizzera, che si conferma in gran v
I 12 punti del Lussemburgo
Dal Lussemburgo nessun punto per l'Italia. Dieci invece alla Francia e 12 ancora alla Svizzera.
I 12 punti del Regno Unito
Per l'Italia altri 5 punti. I 10 punti sono andati alla Svizzera, che rinforza la prima posizione. 12 punti al Portogallo.
I 12 punti dell'Ucraina
L'Ucraina ha dato 2 punti all'Italia, 10 all'Irlanda, 8 alla Svezia e 12 alla Svizzera.
Chiuso il televoto
Il televoto è chiuso, fra poco sapremo l'esito.
Verso i vincitori
Manca davvero poco. Fra poco inizia il momento più emozionante dell'Eurovision (e uno dei motivi della sua popolarità).
L’Eurovision ha un meccanismo apparentemente complicato per costruire la sua classifica, ideato per favorire i colpi di scena e l’incertezza fino alla fine. Ogni stato ha una giuria professionale, composta da cinque elementi, che costruiscono una propria classifica e assegnano 10 e 12 punti alle loro canzoni preferite (talvolta con criteri di simpatia che superano l’aspetto musicale). Ovviamente, ogni nazione non può votare per sé stessa.
Lo stesso limite c’è anche per l’altra parte della classifica, quella della giuria popolare: dall’Italia non si può votare per Mango, ma solo per gli altri. La combinazione al 50 per cento fra i due metodi di voto dà il risultato finale.
Ma – per aumentare l'attesa – prima vengono annunciati i voti delle giurie "di qualità" e solo dopo quelli "popolari". Fino all'ultimo le cose possono cambiare.
Austria – Kaleen, We Will Rave
Ancora una volta c'è una canzone che parla di come la musica possa aiutare a superare la sofferenza. In realtà Kaleen conosce bene il palco dell'Eurovision, ma come coreografa, avendo già lavorato in passato dietro alle quinte (soprattutto all'edizione a Liverpool).
La sua capacità di reggere il palco si vede. Il suo è un pezzo fortemente ritmato, forse non memorabile, ma comunque trascinante. Ed è forse il finale perfetto, in attesa della parte più emozionante.
Il riepilogo
Siamo praticamente alla fine, manca solo l'Austria, e possiamo un attimo tirare le fila. I nomi dei favoriti rimangono quelli che circolano da giorni. Fra tutti, Baby Lasagna (Croazia) sembra destinato alla vittoria, anche vedendo la reazione dell'arena stasera.
I soli che forse potrebbero impensierirlo sono la Francia e la Svizzera. Poi l'Italia e Israele.
Ma queste sono solo sensazioni, fra poco arriveremo al gran finale in cui i voti saranno svelati.
Francia – Slimane, Mon amour
Una voce potente, che canta uno dei sentimenti più raccontati stasera: la disperazione (ma anche la speranza). Anche la Francia è fra i favoriti, Slimane arriva sempre dai talent show, ha partecipato a The Voice e ha un programma simile a X Factor.
C'è un pezzo a cappella che è uno dei più intensi di tutto l'Eurovision di quest'anno.
Georgia – Nutsa Buzaladze, Firefighter
Ha 25 anni, ha vinto un paio di talent show georgiani. Si fa accompagnare da ballerine italiane. E soprattutto rappresenta una nazione – la Georgia – che non ha mai vinto l’Eurovision.
Ancora una volta i bookmakers non credono che le cose cambieranno. La canzone è comunque un classico pezzo ritmato, che racconta dell’eroismo di certe storie d’amore, paragonate (con una metafora non proprio riuscitissima) all’eroismo di un vigile del fuoco.
Il favorito
Ma Baby Lasagna mette insieme l'ironia a un ritmo travolgente, che sembra perfetto per conquistare l'arena (e anche stasera l'effetto si è visto).
Purišić ha raccontato di aver scritta questa canzone nella sua cameretta da letto, dopo aver rifiutato un lavoro su una nave da crociera. La canzone racconta il senso di precarietà dei giovani costretti a lasciare la Croazia, in cerca di fortuna: «Sono pronto per partire, ciao mamma ciao, sono un ragazzo grande adesso (…). Mi mancherete tutti, ma soprattutto mi mancherà il gatto. Mi mancherà il mio fieno, mi mancherà il mio letto. Ma soprattutto mi mancherà ballare».
Si conferma come il favorito.
Croazia – Baby Lasagna, Rim Tim Tagi Dim
Siamo arrivati alla Croazia, alla nazione davvero favorita quest’anno. Sul palco sta salendo Baby Lasagna (!), al secolo Marko Purišić, per cantare Rim Tim Tagi Dim. All’inizio si rimane spiazzati per l’originalità, in un mix apparentemente catatonico fra pop, techno, trap, punk, metal e industrial. Poi però già al secondo ascolto ci si ritrova a canticchiarla. Su Spotify ha finora raccolto quasi 6 milioni di streaming ed è in notevole crescita (è vero che La Noia arriva a 60 milioni, ma partendo da un traino di pubblico maggiore).
L’effetto si è visto martedì sera, durante la prima semifinale, quando l’arena a Malmö è esplosa per l’entusiasmo. Dietro alla canzone c’è poi una storia che può raccogliere l’interesse di tanti ragazzi, soprattutto delle nazioni con meno ricchezza. È il racconto di giovani costretti a lasciare la loro casa per cercare fortuna.
Raiven
Raiven è lo pseudonimo di Sara Briški Cirman e anche lei ha una bella storia di perseveranza. Dopo aver mosso i primi passi nella musica a quattro anni, con un passato da suonatrice dell’arpa, ha tentato più volte di vincere il festival sloveno che permette l’accesso all’Eurovision.
Per due volte è arrivata seconda, mentre un’altra volta è arrivata terza. Finalmente ce l’ha fatta!
Slovenia – Raiven, Veronika
A proposito di teatralità, la Slovenia racconta una storia – e la sua resa sul palco sembra quasi quella di un musical. Raiven è un mezzo soprano, capace di spaziare con facilità dalla lirica al pop (e abbiamo già visto come la contaminazione dei generi è una chiave molto utilizzata all'Eurovision.
La storia di Veronika è quella di una donna accusata ingiustamente di stregoneria e per questo anneggata.
Svizzera – Nemo, The Code
Questa è una delle canzoni favorite per la vittoria finale. A cantarla è Nemo (è il suo nome vero), un'icona della comunità Lgbtq+, non binario, chiede di essere chiamato con i pronomi they/them. La canzone è una straordinaria contaminazione di stili diversi, e lui passa dal rap al falsetto, con un controllo vocale precisissimo.
Parla dell'importanza di rompere con la tradizione, con i codici già scritti.
Cipro – Silia Kapsis, Liar
Torniamo su lidi più internazionali, con Cipro. È anche questo un caso di una rappresentante di un paese che viene dall'estero, in questo caso addirittura dall'Australia. Ha 19 anni, è la cantante più giovane all'Eurovision, ed è diventata famosa grazie a un reality girato a 14 anni e dedicato al lockdown.
Armenia – Ladaniva, Jako
Questo è uno dei casi in cui si sente forte l'impronta etnica di una canzone. Difficilmente riuscirà a trionfare quest'anno, ma il brano è divertente e ricorda il significato più profondo dell'Eurovision: una contaminazione fra culture.
«Pace per tutti»
La cantante portoghese ha urlato «Pace per tutti» alla fine della sua esibizione.
Iolanda, Grito
Il testo della canzone è un messaggio di perdono e riconciliazione: «Oggi voglio provare a me stessa / Che posso essere ciò che voglio / Riunire chi mi vuole bene ad un tavolo / Perdonare chi voleva vedermi soffrire».
Iolanda, al secolo Iolanda Costa, fa parte di quella schiera di cantanti che arriva all’Eurovision dopo una carriera iniziata prestissimo. A 14 anni ha partecipato allo show televisivo Una canção para ti. Non è andata benissimo. Ha poi provato a partecipare più volte a partecipare ad altri talent show, sempre senza troppa fortuna. Finché non si è trasferita a Londra per studiare canto. Rientrata in Portogallo, si è fatta notare prima come autrice e ora come rappresentante del Portogallo all'Eurovision.
La filosofia
Comunque l’ironia dell’esibizione è il vero senso anche della canzone. Rappresenta il «modo leggero» di vivere la vita, «senza regole», come filosofia anche per superare le insicurezze. Stiamo parlando di artisti così visionari, capaci di dare vita a una sorta di meme vivente sul palco, che è probabile che verranno ricordati a lungo.
Finlandia – Windows95man feat. Henri Piispanen, No Rules!
A proposito di social, l’esibizione che stiamo per vedere è costruita appositamente per diventare virale. È uno dei casi che non importa vincere, l’importante è lasciare il segno. In questo caso con una grande portata virale.
È anche difficile da descrivere, se non lo si sta vedendo. Il modo più semplice è questo: c’è un uomo nudo sul palco, che corre in giro, mentre la coreografia è costruita perché il mondo non ne veda le pudenda.
Ramonda
Questa canzone è invece dedicata a uno dei grandi incubi della contemporaneità, la solitudine, ma anche la capacità di sopravvivervi. «Non ho pace, non ho sonno», canta. «La notte non lascia che arrivi il giorno. Difficile per chi è solo».
Serbia – Teya Dora, Ramonda
Andiamo avanti con la gara, dopo l'emozione di Angelina Mango.
Teya Dora fa parte di quella generazione di cantanti che hanno un certo successo su TikTok (e da lì partono poi per conquistare le classifiche tradizionali, che ormai si intende quelle in streaming).
È del 1992, ma in Serbia ha dunque un certo seguito, grazie soprattutto a una canzone – Džanum – che appunto ha fatto da colonna sonora a un trend su TikTok.
La noia
Vederla sul palco dell’Eurovision, con questa coreografia, fa capire ancora meglio quello che si era già intuito a Sanremo: la Noia era stata progettata fin dall’inizio per questo, per finire su un palco internazionale, con questi effetti speciali, queste luci, questa esplosione di entusiasmo.
Anche se non vincerà (ma potrebbe vincere), per Angelina Mango sarà un buon salto di popolarità.
Angelina Mango, La noia
Ci siamo, è la volta dell’Italia e di Angelina Mango, con la sua cumbia della Noia. La resa sul palco dell’Eurovision è data innanzitutto da una coreografia imponente, che le dà una veste diversa rispetto al festival. Secondo i bookmakers, è a un passo dal podio, ma non è detto che riesca l’impresa di una scalata (a pochi anni dalla vittoria dei Måneskin).
Dall’Italia non si può votare per lei, bisogna semmai sperare che lo facciano all’estero. Ed è una speranza ben riposta, non solo per l’efficacia dell’esibizione e per come Mango sta reggendo il palco. Si è anche creato un movimento intorno alla Noia, alimentato da video-reazioni su YouTube, che potrebbero essere un ottimo traino stasera.
Rock norvegese
Questo della Norvegia è forse uno dei brani più rock presenti quest'anno all'Eurovision, molto lontano dalla media dei pezzi pop ritmati che abbiamo sentito finora
Ulveham
A sperare che le cose vadano meglio quest’anno rispetto al passato, sono i Gåte che giocano sulla tradizione. La canzone si rifa a racconti medievali della mitologia nordica: «Lei mi donò la pelle di un lupo grigio, Lei mi maledisse affinché camminassi da sola nel bosco, E non mi sentirò mai bene e sana. Fin quando non potrò bere il ѕangue di mio frаtello»
Norvegia – Gåte, Ulveham
Siamo ad un passo dall’esibizione di Angelina Mango. Tocca ancora solo a un’altra nazione: la Norvegia. Siccome qui raccontiamo anche le polemiche, per quanto riguarda i norvegesi c’è da segnalare il fatto che la loro conduttrice si è ritirata questo pomeriggio. È Alessandra Mele, cantante di origine italiana, che l’anno scorso si era fatta notare con Queen of Kings. Ha detto che il suo è stato un gesto di protesta contro l’invasione di Gaza.
Torniamo alla musica. La Norvegia gioca quasi in casa, ma deve affrontare una nomea non troppo favorevole. È la nazione che ha il record negativo di ultimi posti (sono stati undici). E anche il maggior numero di ultimi posti a zero punti (sono stati quattro).
Regno Unito – Olly Alexander, Dizzy
Siamo ormai oltre la metà della serata e soprattutto ci avviciniamo all’esibizione di Angelina Mango. Ora tocca a un altro dei “big 5”, ovvero il Regno Unito. Anche loro hanno una maledizione simile a quella della Germania, finendo spesso nelle ultime posizioni ultimamente. Anche se c’è un precedente decisamente positivo: quello di Sam Ryder, arrivato secondo a Torino e battuto solo dall’Ucraina.
Tornando all’esibizione di quest’anno, Olly Alexander è al suo esordio come solista, dopo essere stato leader degli Years&Years. Ha già una certa esperienza, ha anche duettato con Elton John. Il suo è un pezzo elettro-pop, che in alcune cose ricorda Mika. Ma soprattutto ha una coreografia dalla grande resa televisiva.
Zari
Piccola anticipazione su come potrebbe andare il voto: in genere Grecia e Cipro tendono a scambiarsi i loro “12 voti”, in una simpatia reciproca che esula l’aspetto musicale.
Vedremo più tardi se questa tendenza sarà confermata.
Poi parleremo meglio di come funzionano i voti, ma in sostanza esistono due round: nel primo ogni paese sceglie i suoi “preferiti”, attraverso una giuria “di qualità”. Nel secondo round tocca invece al pubblico da casa.
Grecia – Marina Satti, Zari
Marina Satti, originaria dell’isola di Creta, è diventata virale sui social – qualche giorno fa – per aver sbadigliato in conferenza stampa, come segno di protesta mentre parlava la collega israeliana, Eden Golan. Non è chiaro se fosse un modo per protestare per l’insistenza delle domande su questioni geopolitiche, o se fossi un modo per criticare Israele.
Detto questo, lei porta una canzone il cui significato letterale è di “Dadi”, racconta la fine di una storia d’amore, in cui lei cade e rotola (appunto come un dado). È cantata in lingua originale, fatto in generale non troppo comune, essendo molte canzoni invece in inglese.
Hollow
Dons è figlio d’arte, anche i suoi genitori cantavano (la madre da professionista, il padre da amatore). È un grande fan di Freddie Mercury e – prima di riuscire come cantante – ha fatto il cuoco.
Come molti altri concorrenti che stiamo imparando a conoscere, anche lui è riuscito ad emergere grazie a un talent show. Ma poi ha nel curriculum una carriera da musicista di successo nella sua terra d’origine (lo si intuisce anche nella padronanza che sta dimostrando sul palco), con l’Eurovision che rappresenta una sorta di riconoscimento per quanto fatto sinora.
Lettonia – Dons, Hollow
Ci avviciniamo alla seconda metà della serata e torniamo verso est, questa volta con il rappresentante della Lettonia. Classe 1984, Dons è uno dei cantanti più noti nel suo paese, anche se i bookmakers gli danno meno fiducia (prevedendo che finirà nelle ultime posizioni).
Dietro alla sua partecipazione a Malmö c’è anche una bella storia di perseveranza. Per due volte aveva già provato a rappresentare la Lettonia all’Eurovision e per due volte era finito secondo al suo festival nazionale. Al terzo tentativo ce l’ha fatta.
L'immaginario stregonesco
Bambie Thug gioca molto con questo immaginario stregonesco, che torna molto come tematica delle sue canzoni. Musicalmente dice di fare “ouija-pop”, attraverso un’etichetta che si è data per definire un genere altrimenti difficile da definire.
Per altro è un poco a casa, visto che il padre è svedese. Lei invece è nata a Macroom, nella contea di Cork. La madre è irlandese. Avrebbe voluto fare la ballerina, poi – in seguito a un infortunio – ha virato sulla musica, mantenendo però quella teatralità che ora stiamo vedendo sul palco all’Eurovision.
Irlanda – Bambie Thug, Doomsday Blue
Siamo a una delle esibizioni più attese della serata, per la sua portata disturbante, forse senza uguali stasera. Bambie Thug gioca con un immaginario horror, con forti rimandi a un satanismo che è ovviamente costruito ad arte, come una grande esibizione teatrale. A fronte di tante coreografie che sembrano costruite per compiacere il pubblico, l’Irlanda fa esattamente il contrario: e per questo rischia di rimanere impressa, fino ad avere buone possibilità di scalare la classifica.
Anche perché la canzone è altrettanto originale, nel modo in cui mescola generi diversi, spesso ritenuti incompatibili. Tutto può sembrare una provocazione, e probabilmente lo è. Ma è innanzitutto una performance che è teatro ed è musica.
Estonia – 5miinust & Puuluup, (Nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi
Grazie al cielo non sono un giornalista televisivo, perché non saprei pronunciare il titolo di questa canzone. Per la cronaca, ha vinto il primato come canzone dal titolo più lungo nella storia dell’Eurovision. Difficilmente potrà puntare ad altri primati, questa sera.
La canzone – scritta dal gruppo durante un viaggio – giocherebbe con ironia sul pregiudizio che i musicisti siano tutti drogati. Occorre usare il condizionale, perché esistono anche interpretazioni diverse: c’è chi crede che sia il racconto di una retata della polizia, con i protagonisti della canzone accusati di essere drogati, in realtà come pregiudizio nei confronti della loro classe sociale.
Veloci veloci
Se siete abituati a Sanremo, vi sarete resi conto che il modo di fare televisione dell’Eurovision è decisamente diverso. Innanzitutto, ci sono pochi ospiti, non ci sono gag… tutto è all’apparenza più trafelato, ma anche con un ordine che dà l’idea della programmazione ossessiva di ogni dettaglio.
Questo lo si vede anche nel modo di fare la regia, nelle coreografie e nei balli. Ma soprattutto si capisce nel modo in cui la serata scorre, nonostante ci siano 25 cantanti in programma (nell’ultimo Sanremo di Amadeus erano sì 30, ma oltre a loro c’era sempre da contare in scaletta un’infinità di intramezzi che qui invece non esistono).
Ci avviciniamo al nono per oggi (o meglio: l’ottavo, visto che i Paesi Bassi sono stati squalificati). Angelina Mango è la quindicesima (o meglio: la quattordicesima).
Zorra
La storia dietro alla canzone è forse più interessante della musica in sé, un synth pop abbastanza ritrito, con qualche sonorità volutamente retrò.
Rimane il dibattito se definirsi pubblicamente “troia” (questo è, senza altri eufemismi) possa servire a qualcosa. Secondo María “Mery” Bas, la cantante, serve eccome. È un modo per “demistificare” un insulto, anche con un po’ di ironia, fino a fargli perdere il suo valore sessista.
Se ci fate caso, ripete “Zorra” una quarantina di volte.
Spagna – Nebulossa, Zorra
I Nebulossa sono una coppia, moglie e marito (verrebbe da dire i Jalisse spagnoli, riportando tutto al nostro campanile come fanno sulla Rai). Anche loro arrivano dalla vittoria di un festival locale, in questo caso quello che si svolge a Benidorm, sulla costa Bianca, nella zona di Valencia.
Così hanno conquistato il diritto di partecipare all’Eurovision, cantando di una Zorra, letteralmente la femmina della volpe. In realtà, nel gergo spagnolo questa parola ha un significato dispregiativo (come potrebbe esserlo la femmina del maiale, in italiano). Per qualche tempo si è anche parlato del rischio che il testo potesse essere censurato perché troppo esplicito, ma alla fine è stato ufficialmente ammesso.
L’aspetto linguistico è comunque importante, perché – come avviene per alcune parole italiane – il termine maschile, “Zorro”, ha un connotato positivo, il femminile “Zorra” invece è dispregiativo. L’intento è dunque di riappropriarsi di una parola, per riportarla al suo significato più etimologico, come atto di orgoglio femminista.
Ma altri movimenti femministi spagnoli invece l’hanno criticata per lo stesso motivo, perché alla fine di tutto rimane solo l’insulto.
Luktelk
In mezzo a tante canzoni, e alle polemiche legate alle questioni politiche, la Lituania farà fatica ad emergere. Ma in un certo senso riveste bene la logica che dovrebbe guidare l’Eurovision, nel suo tentativo di legare culture diverse.
Lituania – Silvester Belt, Luktelk
La storia di Silvester Belt è simile a quella di altri musicisti, che se ne vanno all’estero per studiare – nel suo caso a Londra –, per poi tornare a casa, cercando di dare un respiro internazionale alla propria musica. Il risultato è proprio quello che dà senso a Luktelk, una canzone scritta in lituano, ma con uno sguardo al mercato internazionale.
Lo si evince innanzitutto dalla musica, con una forte impronta elettronica. Ma anche in una particolare scelta linguistica: Silvester Belt ha detto di aver scelto le parole per assonanza, facendo attenzione che non suonassero troppo astruse a un pubblico straniero.
La contestazione
Anche per la finale dal pubblico stanno arrivando forti fischi e contestazioni contro Israele.
Hurricane
Anche la canzone ha forti connessioni con la guerra. O meglio, non le ha più, ma solo dopo aver rischiato la squalifica la scorsa primavera. Inizialmente si parlava della “pioggia d’ottobre”, con riferimento all’attacco di Hamas. Ora la versione edulcorata fa riferimento a un generico “uragano”. Sul finale, la parte in ebraico fa riferimento al fatto che non servano più tante parole, solo preghiere.
Eden Golan ha vent’anni, è nata da una famiglia ebraica che era emigrata in Unione sovietica. È crescita a Mosca, dove ha partecipato anche a The Voice Kids. Prima di tornare con la famiglia in Israele nel 2023.
Israele – Eden Golan, Hurricane
Se si parla di Israele, quest’anno, non si può che farlo riferendosi alle questioni geopolitiche. Già alle semifinali la cantante Eden Golan è stata contestata, con pesanti fischi. Vedremo fra poco se succederà ancora (sarebbe più sorprendente se non succedesse, a dire il vero).
In realtà, però, per i bookmakers potrebbe persino vincere. La cantante israeliana risultava essere nettamente la più votata in Italia durante la semifinale di giovedì, come sappiamo per l’errore della Rai, che ha mandato in sovrimpressione le percentuali di voto (contravvenendo al regolamento dell’Eurovision).
Fighter
Tali è nata a Gerusalemme, la madre è israeliana, il padre è di origine peruviana. Ha passato l’infanzia e buona parte dell’adolescenza in giro per il mondo, perlopiù in Sud America, costretta a continui traslochi per il lavoro del padre. Finché, una decina di anni fa, si è appunto trasferita in Lussemburgo. È poliglotta.
La sua è una canzone pop, con qualche rimando etnico e atmosfera R’n’b. Parla di come vivere spesso sia una continua lotta. Ha detto che è una canzone autobiografica e si riferisce soprattutto al periodo in cui stava a New York, senza riuscire davvero ad emergere nel caos dell’industria musicale.
Lussemburgo – Tali, Fighter
C’è chi crede che il Lussemburgo sia addirittura fra i favoriti, ma la grande vittoria è stata intanto superare l’ostacolo della semifinale, per arrivare qui, a questa serata. Tali ha una responsabilità più alta degli altri, perché rappresenta una nazione che mancava all’Eurovision da 31 anni (ma che in passato ha vinto cinque volte).
La canzone ha fra gli autori anche Dardust, ovvero Dario Faini, fra i più apprezzati produttori italiani. Che ha messo la sua firma anche sulla Noia di Angelina Mango, diventando così il primo produttore ad avere due canzoni in finale all’Eurovision.
Always on the run
La canzone sembra tutta costruita sulla voce di Isaak, che – rispetto ad altri concorrenti di questo Eurovision – ha il pregio di avere una sua personalità ben definita. Il risultato dovrebbe essere sufficiente per battere la maledizione dell’ultimo posto (raggiunto quattro volte dal 2015 e sfiorato altre tre volte). O almeno questa è l’aspettativa dei tedeschi, stanchi di queste brutte figure.
Anche lui arriva dal traino dei talent, nel suo caso X Factor. Ancora prima ha fatto la gavetta da artista di strada.
Germania – Isaak, Always on the Run
Prima facevamo un discorso sui successi ucraini, ora bisogna fare un discorso inverso per la Germania. Se si esclude il quarto posto nel 2018, sono 10 anni che i tedeschi non arrivano nella top 20. L’anno scorso sono arrivati ultimi. Non proprio un grande risultato, per una nazione che è comunque fra i grandi dell’Eurovision, che hanno l’accesso garantito alla finale.
Quest’anno hanno qualche speranza di ribaltare questo destino grazie a Isaak, portavoce della rivalsa con Always on the run, inno alla fuga dai quei problemi che non si hanno mai risolto.
Teresa e Maria
Le Teresa e Maria della canzone sono Madre Teresa e la vergine Maria, a far capire il tenore non proprio rivoluzionario del testo. Il concetto di base è che se loro sono nate come donne e sono diventate sante, così ognuno di noi può sperare di fare grandi cose in vita.
Anche questa è una canzone ritmata, con parti più “operistiche” ed altre più pop, alternate agli innesti rap, che tentano di dare un respiro moderno all’epicità del pezzo. Al di là di tutto, può funzionare.
Ucraina – Al'ona Al'ona & Jerry Heil, Teresa & Maria
Tocca all’Ucraina, che torna ad essere fra le nazioni favorite all’Eurovision. O almeno è quello che credono i bookmaker. C’è ovviamente l’aspetto emozionale, visto che la guerra continua, ma forse non è più il fattore decisivo nell’orientare il voto (come invece era stato con la Kalush Orchestra nel 2022 a Torino).
C’entra più un fatto statistico: su 11 partecipazioni, l’Ucraina ha sempre superato l’ostacolo della semifinale. Partendo dal risultato dell’anno scorso (a Liverpool erano arrivati sesti), hanno tutte le intenzioni di fare meglio e conquistare il podio.
Resta da dire chi canta: sono alyona alyona (in genere scritto tutto minuscolo, talvolta invece come Al’ona Al’ona) e Jerry Heil. La prima incarna l’anima rap del pezzo, nella sua precedente vita era un’insegnante alla scuola materna ed è laureata in pedagogia. La seconda – che prende il nome da Tom e Jerry – si è fatta notare su YouTube con alcune cover e da lì è diventata abbastanza nota in Ucraina. Non nasconde le simpatie nazionaliste: durante la semifinale indossava una maglietta con un riferimento a Stepan Bandera (simbolo del nazionalismo ucraino, venerato soprattutto dai neonazisti).
Unforgettable
Anche la canzone è la stessa che avevano presentato al Melodifestivalen. È la storia di un amore fin troppo profondo, che sembra ingoiare le persone e poi le abbandona dopo averle masticate per benino. Una sorta di ipnosi, che però porta anche al racconto di un’esperienza indimenticabile (unforgettable, appunto).
Forse sarebbe meglio smetterla di cantare in modo idilliaco di rapporti tossici, ma in realtà i due gemelli ricalcano un topos abbastanza diffuso nella musica, soprattutto nel rock: mi distruggi, ma mi piace. Musicalmente però non sembrano i Whitesnake, assomigliano più a una boy band. Ma le due voci hanno il pregio di mischiarsi bene (e in questo probabilmente la notare li aiuta).
È anche il primo di una serie di brani ritmati – con largo spazio ai sintetizzatori e alla cassa – che ascolteremo durante la serata. Quanto meno è difficile finire addormentati, quando si guarda l’Eurovision.
Svezia – Marcus & Martinus
Partiamo dai padroni di casa e partiamo subito con una regola che potrebbe sembrare straniante per chi non conosce l’Eurovision: a rappresentare la Svezia ci sono due norvegesi. Non c’è nulla di strano. Per fare un esempio vicino a noi, San Marino organizza un festival per scegliere da chi farsi rappresentare: quest’anno era un gruppo spagnolo, che è stato eliminato alla semifinale, giovedì.
Ma non divaghiamo e torniamo sulla Svezia e sui due norvegesi, Marcus & Martinus. Difficilmente potranno ottenere la vittoria, ma sono comunque da tenere d’occhio, giocando in casa. Sono Marcus e Martinus Gunnarsen, ovvero due gemelli. Si fanno chiamare anche M&M.
Sono fra i tanti cantanti che provengono dai talent show, nel loro caso il Melodi Grand Prix Junior, riservato a piccoli talenti sotto ai 16 anni. Già l’anno scorso avevano provato a rappresentare la Svezia, partecipando al Melodifestivalen (per intenderci, è il Sanremo svedese). Erano arrivati secondi, superati da Loreen (ovvero la vincitrice dell’Eurovision 2023). Quest’anno è andata loro bene, ed eccoli qui.
La parata delle bandiere
C'è una bella usanza iniziale all'Eurovision: la finale si apre con la parata delle bandiere, con tutti gli artisti che sfilano sul palco (con in sottofondo canzoni svedesi)
Inizia la finale
Con il benvenuto della principessa Vittoria, erede al trono di Svezia, si apre la finale dell'Eurovision
Angelina Mango al Tg1
«Ho messo il peperoncino in valigia e ce l'ho al collo, anche se non si vede, ma ho capito che la fortuna non serve», ha detto Angelina Mango al Tg1, poco prima della finale. «Serve amore e sono contenta di averne così tanto attorno»
Come funziona l'Eurovision
L’Eurovision ha un meccanismo apparentemente complicato per costruire la sua classifica, ideato per favorire i colpi di scena e l’incertezza fino alla fine. Ogni stato ha una giuria professionale, composta da cinque elementi, che costruiscono una propria classifica e assegnano 10 e 12 punti alle loro canzoni preferite (talvolta con criteri di simpatia che superano l’aspetto musicale). Ovviamente, ogni nazione non può votare per sé stessa.
Lo stesso limite c’è anche per l’altra parte della classifica, quella della giuria popolare: dall’Italia non si potrà votare per Mango, ma solo per gli altri. La combinazione al 50 per cento fra i due metodi di voto dà il risultato finale.
La scaletta
Questa la scaletta ufficiale, tenendo però conto che i Paesi Bassi sono squalificati:
- Svezia – Marcus & Martinus, Unforgettable
- Ucraina – Al'ona Al'ona & Jerry Heil, Teresa & Maria
- Germania – Isaak, Always on the Run
- Lussemburgo – Tali, Fighter
Paesi Bassi – Joost Klein, Europapa(squalificati)- Israele – Eden Golan, Hurricane
- Lituania – Silvester Belt, Luktelk
- Spagna – Nebulossa, Zorra
- Estonia – 5miinust & Puuluup, (Nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi
- Irlanda – Bambie Thug, Doomsday Blue
- Lettonia – Dons, Hollow
- Grecia – Marina Satti, Zari
- Regno Unito – Olly Alexander, Dizzy
- Norvegia – Gåte, Ulveham
- Italia – Angelina Mango, La noia
- Serbia – Teya Dora, Ramonda
- Finlandia – Windows95man feat. Henri Piispanen, No Rules!
- Portogallo – Iolanda, Grito
- Armenia – Ladaniva, Jako
- Cipro – Silia Kapsis, Liar
- Svizzera – Nemo, The Code
- Slovenia – Raiven, Veronika
- Croazia – Baby Lasagna, Rim Tim Tagi Dim
- Georgia – Nutsa Buzaladze, Firefighter
- Francia – Slimane, Mon amour
- Austria – Kaleen, We Will Rave
I Paesi Bassi squalificati
Manca poco all'inizio della finale dell'Eurovision. Si arriva con il giallo del giorno, la squalifica del cantante dei Paesi Bassi Joost Klein, con questa motivazione: «La polizia svedese indaga su una denuncia, presentata da un membro femminile del team di produzione, dopo un incidente avvenuto in seguito alla sua esibizione nella semifinale di giovedì sera. Mentre il processo legale fa il suo corso, non sarebbe appropriato per lui continuare a partecipare al concorso», si legge in una nota degli organizzatori
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