Non molti giorni fa, per la precisione era il tre novembre, ho pranzato a casa di certi miei amici. Stanno assieme da anni, convivono da qualche mese e ci hanno invitati lì – eravamo una doppia coppia: è stata una delle prime cose adulte fatte in coppia dacché ho questa nuova relazione. Insomma, arriviamo, appendiamo le giacche ai loro posti e, mentre lui si occupa del risotto ai funghi – sarebbe venuto bene –, lei ci fa fare il tour della casa. La loro camera e quella per gli ospiti, il bagno e il soggiorno. Ed eccolo. Intermezzo è su un tavolino, giusto al centro della stanza, proprio di fronte al divano.

D’istinto, mi abbasso, lo prendo e faccio scorrere le pagine rapidamente fino ad arrivare a quelle tra cui c’è un segnalibro a dividerle. La mia amica dice che è bello, e che Rooney, per fortuna, ha scritto qualcosa di ben più simile a Parlarne tra amici (Einaudi, 2018) e Persone normali (Einaudi, 2019) che a Dove sei, mondo bello (Einaudi, 2022). Dice che l’ha quasi finito, nonostante il romanzo sia lungo, che in pochi raccontano il sesso come lo fa Rooney, che i fratelli protagonisti sono davvero interessanti. Quindi mi chiede se io l’abbia già letto, e la risposta è no. Banale, forse, ma così è: Intermezzo sarebbe uscito il dodici, sempre per Einaudi: nove giorni dopo quel giorno, quel pranzo, e io la mia copia non l’avevo ancora. A differenza della mia amica, difatti, io non leggo in lingua – cioè, leggo soltanto in italiano.

L’inglese lo conosco molto bene, in realtà – l’ho studiato per anni, oggi le interviste agli scrittori e alle scrittrici stranieri le faccio in inglese –, e riesco pure a cavarmela in francese e in spagnolo, però preferisco leggere in italiano. Le ragioni sono tante e diverse, ma qui hanno poca importanza.

Ciò che credo sia significativo è che di persone che leggevano il nuovo libro di Rooney nelle settimane precedenti l’uscita italiana ne ho viste davvero molte: Intermezzo nell’originale edizione inglese, Faber and Faber, in qualche settimana è stato venduto nel nostro Paese più di quanto vengano venduti molti – anzi: la gran parte, in realtà – libri in lingua italiana, di autori stranieri e non.

Era già capitato, e diverse volte. Infinite Jest, di David Foster Wallace, pubblicato negli Stati Uniti nel 1996 e in Italia nel 2000 da Einaudi. Una vita come tante, di Hanya Yanagihara, negli Stati Uniti nel 2015 e poi in Italia nel 2016 per Sellerio. Le particelle elementari, di Michel Houellebecq, in Francia nel 1998 e in Italia edito da Bompiani nel 1999. E poi, ancora, era già successo con molti libri di Emmanuel Carrère, di Gunter Grass, di Neil Gaiman, con la saga di Harry Potter e con quella di Hunger games.

I precedenti 

Insomma, Intermezzo non è il primo romanzo a vendere in Italia prima dell’edizione tradotta, ma è certamente un caso interessante per l’alto numero di copie richiesto in un lasso di tempo assai breve – ci arriveremo.

Per scrittori come Foster Wallace, Houellebecq e Grass difatti si parla di qualche centinaio di copie. Si trattava di autori di culto e letti da un pubblico adulto, consapevole che lo stile di questi scrittori era una parte fondamentale della loro scrittura e naturalmente esperto conoscitore della lingua. P

er scrittrici come Yanagihara, Rowling e Rooney, invece, parliamo di diverse migliaia di copie vendute nelle prime settimane dopo l’edizione originale – appunto, più di quanto venda oggi mediamente un libro in Italia, e in italiano.

Una vita come tante, diventato un best-seller nel giro di poco negli Stati Uniti, ha avuto un successo grandissimo e trasversale passando di bocca in bocca soprattutto traverso TikTok, popolato perlopiù dalla Gen Z e dai Millennial: scoperto dai booktoker statunitensi, poi da quelli del resto del mondo, il fenomeno è stato inarrestabile e ha portato il romanzo a essere richiesto nell’edizione originale pure in paesi non anglofoni – tra cui l’Italia, è chiaro.

Sui social i ragazzi e le ragazze leggevano il secondo libro di Yanagihara e piangevano in diretta, commentavano i protagonisti e le loro vite con l’apprensione che si proverebbe per una persona cara in pericolo, e traverso i social, che di confini ne hanno pochi, la curiosità si è sparsa, senza più fermarsi; Una vita come tante vende ancora oggi un buon numero di copie a settimana.

Il caso potteriano

La saga di Harry Potter, si sa, è stato un fenomeno mondiale con pochi paragoni nella storia dell’editoria e da Harry Potter e la pietra filosofale in poi, dal primo romanzo della serie, insomma, ciascuno dei suoi libri è stato venduto in lingua originale – in Italia, intendo – in maniera massiccia.

Quando nei paesi anglofoni uscì il penultimo, Harry Potter e il principe mezzosangue, il mondo librario e dei lettori si mobilitò come non era mai capitato: Amazon, furbescamente, vendette due milioni e mezzo di copie nei sei mesi precedenti, molte librerie negli Stati Uniti e nel Regno Unito rimasero aperte fino a notte fonda per vendere il romanzo a partire dalla mezzanotte.

Ecco, anche in Italia quell’anno – era il 2005 – librerie e lettori si mossero con grande anticipo sulla pubblicazione di casa nostra. Le Feltrinelli di Milano e Firenze cominciarono a vendere il libro all’una di quella notte, altre organizzarono proiezioni di vari film della serie, giochi a premi e quiz. Si stima che le edizioni inglesi dei libri di Harry Potter vendessero in Italia, prima della pubblicazione in italiano, tra le trentamila e le sessantamila copie, ogni volta.

Numeri impressionanti, specie se si considera che sono libri che lettori e lettrici non compreranno in edizione italiana. Risultato: l’editore, Salani per Harry Potter, perde soldi. E arriviamo a Intermezzo e a Sally Rooney.

Svecchiarsi 

Quando nel 2021 nei paesi anglofoni uscì Dove sei, mondo bello tante librerie rimasero aperte pure la notte, cominciando a vendere il romanzo dalla mezzanotte del giorno della pubblicazione – proprio com’era già successo con Harry Potter. Rooney, ancora giovane, era un’autrice di culto, la scrittrice che più di ogni altro e ogni altra era riuscita a raccontare una generazione non ben rappresentata, fino ad allora, una generazione bistrattata, sfocata: i Millennial.

I libri avevano venduto bene in diversi paesi, le serie che ne erano state tratte, a cui aveva lavorato anche Rooney stessa, avevano avuto un enorme successo e Dove sei, mondo bello era praticamente sicuro avrebbe goduto del riverbero, quantomeno all’inizio, del trionfo dei precedenti libri. Andò così. Ed è andata così pure poche settimane fa: Intermezzo si è imposto, già il giorno dell’uscita nei paesi anglofoni – il 24 settembre –, come uno dei casi editoriali dell’anno. Al punto da esser stato comprato in inglese dai lettori e dalle lettrici di Rooney ben prima dell’uscita nei paesi di provenienza.

Com’era già capitato, quindi, molti non hanno voluto aspettare, anche se in questo caso bisognava attendere meno di due mesi, e hanno comprato la versione inglese. Intermezzo è finito nella classifica dei libri più venduti, tanto era l’interesse attorno al romanzo, vendendo diverse migliaia di copie nelle prime sei settimane. Quasi tremila la prima. Un numero elevato per l’editoria italiana.

La gran parte dei lettori, delle lettrici di Rooney appartiene alla Gen Z e ai Millennial, ragazzi e ragazze, quasi adulti, che l’inglese lo hanno studiato, per anni e piuttosto bene – per la mia generazione, sono un Millennial, e quella successiva, difatti, conoscere un’altra lingua è fondamentale.

Un dato che ci dice due cose.

La prima.

Un pubblico di lettori e di lettrici in Italia c’è, esiste. I dati di vendita, ogni anno, sono sconfortanti ma forse dipende sia da un mercato in cui di libri se ne pubblicano troppi, circa ottantamila l’anno, sia dall’incapacità, anzitutto di noi autori, di raccontare con precisione il nostro tempo – cosa che Rooney fa bene. I lettori giovani vogliono sentirsi rappresentati, ecco tutto.

La seconda.

L’editoria italiana, per ragioni che, indubbiamente, sono assai difficili da governare, fatica ad andar dietro ai desideri dei nuovi lettori. Il mondo gira veloce, noi arranchiamo.

Svecchiamoci.

© Riproduzione riservata