Ha già partecipato due volte a Sanremo ed è sempre arrivata seconda. Ci torna con un tutore alla gamba, con la fama della perfezionista e l’indole del meme vivente: una contraddizione dalla quale vuole uscire semplicemente abbracciando la sua fragilità
Esistono poche cantanti in Italia oggi che hanno lo stesso spessore di Francesca Michielin, inteso come unione di più strati diversi. C’è la cantante, con una voce fra le più riconoscibili; c’è l’attivista per i diritti civili; c’è la podcaster e c’è la conduttrice televisiva. L’abitudine è di prendere ognuno di questi strati come esperienza a sé: la forza di Michielin è di riuscire a far dialogare invece ogni aspetto in modo che sia complementare.
Questo non significa ovviamente che tutto riesca con la stessa qualità, e anzi l’elogio dell’imperfezione e per la fragilità è uno dei messaggi che ritorna spesso nelle sue canzoni (compresa quella di quest’anno: Fango in paradiso). Però si nota un certo impegno e una certa ostinazione in tutto.
È questo probabilmente il segreto del suo successo, che sarà presto sancito da un concerto all’Arena di Verona per i trent’anni. Ed è stato quello che l’ha fatta vincere X factor a 16 anni e arrivare già due volte seconda a Sanremo (una volta da sola e una volta con Fedez, ma allora si poteva ancora dire “con i Ferragnez”).
Un meme vivente
Un’altra chiave del successo è la capacità di essere un meme vivente, come quando – appena ha scoperto di essere sul podio a Sanremo – è svenuta dietro alle quinte (c’è il video su YouTube).
O come ora che dovrà cantare con un tutore, dopo la caduta sulle fatidiche scale dell’Ariston. Intanto si è presentata sul tappeto verde della vigilia distribuendo braccialetti dell’amicizia, in ossequio alla passione per Taylor Swift. O ancora: quando ha scoperta la partecipazione al festival in cucina con i nonni.
Secondo i critici musicali ha poche speranze quest’anno di tornare sul podio. Ma forse non andrebbe sottovalutata questa capacità di creare una comunità di fan, sfruttandone bene anche la dimensione digitale (fa spesso dirette su TikTok, come un tempo faceva Matteo Salvini).
Intanto, per coerenza con la sua indole da meme vivente, la sua prima esibizione martedì è prevista all’una e sette di notte.
Fango in paradiso
Fango in paradiso si inserisce in un filone che Michielin aveva già esplorato in passato, anche nel suo ultimo album, Cani sciolti. Nelle interviste del pre-festival ha però spiegato di aver raggiunto un livello inedito di esposizione della propria fragilità.
In un certo senso, è come se volesse abbandonare quel livello di perfezionismo (un po’ pedante) che le ha permesso di essere l’artista multi-strato che conosciamo. Questa volta, dice, vuole essere più esposta sul palco, più vulnerabile, forse prendendosi qualche rischio in più: «Voglio abbracciare l’imperfezione».
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